Uno dei produttori di vino più famosi al mondo farà invecchiare alcune bottiglie direttamente nella Stazione Spaziale Internazionale.
I vini pregiati, come sappiamo, devono invecchiare per anni in un luogo chiuso e isolato per migliorare la propria qualità, come ad esempio una cantina o gli abissi marini. Alcuni produttori scelgono infatti di stipare le bottiglie più pregiate sul fondo del mare, affinché la famosa bevanda alcolica possa avviare il processo di affinazione ad una temperatura costante, che si aggira solitamente tra i 13 e i 14 gradi. La conservazione del vino sott’acqua – secondo molti esperti del settore – ha inoltre una serie di vantaggi in termini di sostenibilità.
Gli abissi consentono infatti ai produttori di ridurre il consumo di suolo e la manutenzione dei magazzini, di conseguenza diminuiscono anche le emissioni di CO2 nell’atmosfera terrestre. Tuttavia, c’è un altro luogo in cui possiamo conservare il vino: lo Spazio.
Il vino da 620.000 euro invecchiato nello Spazio
L’azienda giapponese Asahi Shuzo, che è conosciuta in tutto il mondo per la produzione di sakè Dassai, invierà nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS) gli ingredienti dell’amatissimo sakè. Quest’ultimo, che è una bevanda alcolica tipicamente giapponese, ottenuta dalla fermentazione del riso, dell’acqua e delle spore del koji, inizierà quindi il suo processo di affinamento nello Spazio, precisamente in un ambiente caratterizzato dalla microgravità. Se tutto andrà come previsto, cioè se il cosiddetto “vino di riso” fermentasse senza problemi nei moduli della ISS, le pregiate bottiglie di sakè ritornerebbero poi sulla Terra per essere vendute.
Asahi Shuzo ha recentemente annunciato che una sola bottiglia da 100 ml potrebbe essere messa in vendita ad una cifra stellare: si parla di 100 milioni di yen, ovvero circa 620.000 euro. Dobbiamo però ricordare che fino ad oggi nessuno può garantire al 100% che i test di fermentazione in orbita vadano bene, poiché la microgravità potrebbe influenzare il modo in cui il calore si trasferisce nel fluido. In altre parole, non possiamo affermare con certezza che il processo di fermentazione avvenga allo stesso modo sia sulla Terra sia nello Spazio. Ad ogni modo, l’attesissimo esperimento, che è un progetto finanziato da privati, verrà eseguito nel modulo Kibo della Stazione Spaziale Internazionale, che è gestito dalla JAXA (Japan Aerospace eXploration Agency).
Il Japanese Experiment Module (JEM), che tutti chiamano Kibo, è il modulo più grande della ISS ed è formato da quattro componenti: il Pressurized Module (PM), l’Exposed Facility (EF), l’Experiment Logistics Module (ELM) e il Remote Manipulator System (JEM RMS). Per quanto riguarda il sakè nello Spazio, i produttori giapponesi vorrebbero portarlo anche sulla Luna con le missioni Artemis della NASA, affinché i futuri turisti spaziali possano gustarsi un bicchiere di “vino di riso” direttamente sulla superficie lunare.