Tony Maiello parla delle sue parole: “Con la mia musica analizzo i pensieri”

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Tony MaielloFarsi del male x sempre

Tony MaielloIl linguaggio della resa

Le parole… sono ovunque le parole.
Le parole si trovano in sentimenti espressi, e in quelli che non hanno la forza di uscire. Le parole sono silenzio e caos assieme, e sono anche salvezza, e sono meraviglia. Un mondo senza parole sarebbe un mondo senza cielo: guardare la Luna di notte significa spesso ritrovarsi. E ritrovare chi abbiamo sempre amato, e ritrovare chi non avremmo voluto perdere.
..ma c’è una cosa che le parole non sono in grado di fare da sole: costruire l’anima di note . Per quanto possano essere miracolose, le parole, da sole, diventano spesso silenzio: scorrono nella mente e nei pensieri in modo libero, girovagando tra i nostri ricordi e quello che vorremmo dimostrare.

Per questo, è nata la musica

 

Oggi è con noi Tony Maiello, un vero, giovane, talentuoso cantautore, una persona che vive di musica e parole, regalandoci un po’ del suo mondo. Oltre alle sue canzoni che sono spesso poesia e alla sua voce stilisticamente meravigliosa, c’è qualcosa che si evince particolarmente dalla musica di Tony: il desiderio di ritrovare sé stesso. La sua umiltà e la passione per ciò che considera vita fanno da cornice a tutta la sua sublime arte, tramutando ogni nota e parola in emozione per chi ascolta, regalandoci così quella luce speciale che conserva nell’anima e che spicca in modo spontaneo e del tutto istintivo mentre canta.
Classe 1989, la carriera di Tony Maiello inizia quando arriva quarto classificato al talent show X Factor nel 2008; dopo quel momento, firma un importante contratto discografico con l’etichetta discografica “Non ho l’età” di Mara Maionchi e Alberto Salerno, che investe risorse lavorative sul giovane cantante, proponendogli di partecipare al Festival di Sanremo 2010 nella categoria “Nuova Generazione” con la canzone “Il Linguaggio della Resa”, con il quale Tony vince. Il brano viene trasmesso nelle più importanti emittenti radiofoniche, e si susseguono una serie di appuntamenti promozionali per tutta Italia. L’album contiene anche il brano “Echo” in cui per la prima volta Tony canta in inglese duettando con una giovane artista di Malta, Brooke Borg. Nel 2012, Tony firma con la casa discografica indipendente “Rosso al Tramonto”. Avvia una serie di collaborazioni, tra cui quella con Lorenzo Fragola per cui scrive due brani (“Zero Gravity” e “Land”). Il 6 novembre 2015 Tony firma il brano “200 note”, contenuto nel nuovo album di Laura Pausini “Simili” e, successivamente, escono i brani “Guardami amore”, “Scriverò il tuo nome” e “Cancellarti per sempre”, firmati da Maiello per l’album “Scriverò il tuo nome” di Francesco Renga.

Ora lasciamo la parola a Tony Maiello, augurandogli di non spegnere mai quella luce speciale che lo fa diventare esattamente la persona che è.


D: Cosa ti ha fatto avvicinare alla musica?
R: In realtà la passione è nata dopo, inizialmente frequentavo teatro ed ogni tanto mi cimentavo, poi in chiesa e parrocchia con il coro, muovendo lì i primi passi. Ogni giorno è diventata sempre più una passione e ho iniziato a guardare videoclip e comprare dischi.

D: Hai partecipato ai provini della prima edizione di X Factor in Italia. Cosa ti ha spinto a provarci?
R: E’ stato un caso perché mi trovavo a Roma a casa dei miei zii, e nello stesso periodo si tenevano nella città i provini quindi decisi di provarci.

D: Cosa ricordi di quell’avventura partendo dalla prima audizione arrivando alla finale? Cosa pensi sia cambiato dopo questa esperienza?
R: Essendo una persona molto chiusa, durante X Factor mi sono messo in discussione; sono diventato più spontaneo e mi sono aperto di più, esprimendomi meglio attraverso la scrittura. Definirei questa esperienza come la prima esperienza importante nel campo della musica.

D: Nel 2010 partecipi a Sanremo Giovani vincendo la categoria con il brano “Il linguaggio della resa”. Cosa hai provato calcando per la prima volta un palco importante come quello dell’Ariston? Parteciperesti nuovamente a Sanremo?
R: Assolutamente sì; mi piacerebbe davvero tanto potervi partecipare nuovamente. Credo che il palco dell’Ariston intimorisca tutti perché è una bella responsabilità che hai verso il pubblico che ti ascolta dal pubblico e dal teatro. E’ stata la mia esperienza più importante ed è stato fantastico poter vincere la categoria; mi ha lasciato tantissimo e mai mi sarei aspettato un risultato così straordinario.

D: Come è stato in quel periodo passare dal non essere conosciuto al pubblico a diventare protagonista di appuntamenti promozionali e serate in giro per l’Italia?
R: E’ stato bello ma anche un po’ stressante; quando tornavo nel mio paese avvertivo tutto il calore del mio paese e percepivo tutto il loro affetto. A casa non c’ero mai, ma ho avuto modo di confrontarmi con molta gente, vedere tanti posti nuovi e tutto ciò mi stimolava tantissimo. Il fulcro sta nel brivido che si avverte con il pubblico.

D: Come sei arrivato a scrivere canzoni? Quali sono i temi e le esperienze dalle quali trai maggiore spunto per la composizione dei pezzi?
R: E’ partito tutto un po’ per caso; nell’ultimo anno si affida spesso il proprio progetto a cantautori. Io non avevo nessuno con cui confrontarmi ed Alberto Salerno è colui che mi ha stimolato a continuare la mia crescita, dandomi numerosi consigli. Ho iniziato a cantare le mie cose a 19 anni, e pian piano mi sono creato il mio repertorio fino ad arrivare al “Linguaggio della resa”. Io amo leggere, e cerco di canalizzare i pensieri quando sono predisposto in qualsiasi momento per strada o in casa; non c’è un momento definito, dipende sempre dalla canzone, prima di esserne sicuro la rivedo per una-due settimane. L’ispirazione la traggo dalla mia vita, da quello che mi circonda.

D: Hai effettuato collaborazioni con Simonetta Spiri e Claudia Megrè ed anche con un’artista di Malta, Brooke Borg. Raccontaci queste tre esperienze di collaborazione.
R: Io ho sempre accettato collaborazioni sia per testi e musiche, sia per i brani; mi definisco camaleontico, mi piace tutta la musica. Claudia infatti è molto più rock, Simonetta è più vicina al mondo soul, mentre Brooke è più propensa al pop R&B di stampo americano.

D: Hai composto dei brani per le recenti pubblicazioni discografiche di Laura Pausini e Francesco Renga. Come nasce la collaborazione con loro? Com’è stato scrivere per due artisti così affermati come loro? Quale tra i pezzi per loro hai preferito comporre?
R: Tutti i brani che scrivo nascono da prima, non scrivo mai qualcosa in funzione di un artista, la maggior parte delle volte inizio da ciò che sento. “200 note” è un brano che avevo nel cassetto da cinque anni e la voce di Laura l’ha resa molto molto più bella di quello che potessi immaginare. Con Francesco Renga si è creata una bella alchimia, si è instaurata un’energia che ha permesso di creare qualcosa di emozionante; abbiamo collaborato insieme anche per la stesura del testo. Il brano “200 note” è quello a cui sono più legato anche perché ha attraversato dei periodi; avevo paura di sprecarlo in qualche modo, infatti temevo anche io nel presentarlo al pubblico, sono stato molto felice di averlo potuto donare a lei che è riuscita a renderlo unico.

D: Quali sono i tuoi futuri progetti in campo musicale che vorresti mettere in atto?
R: Come autore ci sono dei progetti in uscita, mi sto concentrando per la scrittura per altri artisti, sto inoltre preparando il mio album che però non ha ancora una data prestabilita per l’uscita; è un lavoro che va avanti da sei anni e prima di renderlo pubblico voglio che sia tutto perfetto. C’è un artista in uscita con il suo prossimo album e sono contento di avervi partecipato, ho inoltre collaborato con Raige scrivendo un pezzo del suo album insieme a lui. In questo periodo, infine si avvicina Sanremo e mi piacerebbe scrivere per un artista che partecipa, o perché no presentarmi io stesso.

D: Come descriveresti il tuo percorso nella musica dal tuo debutto fino ad ora? C’è qualcosa che vorresti cambiare o credi che tutto ciò ti sia servito per diventare ciò che sei ora?
R: Descriverei il mio percorso un po’ confuso, sono arrivato inizialmente in alto, per poi fare una ricerca su me stesso e facendo quindi più gavetta. Ho sentito la necessità di fermarmi perché non stavo capendo più nulla e ho ricominciato da zero, partendo da me stesso posizionando me al centro delle canzoni e dei testi. E’ un percorso che mi rispecchia perché nel mio disordine riesco a vivere bene e riesco allo stesso modo a esprimere tutto ciò che avverto.


Ringraziamo Tony Maiello per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di non spegnere mai quella luce speciale che lo fa diventare esattamente la persona che è.

 

Recensione a cura di Stefania Meneghella
Intervista realizzata da Manuela Ratti
Pubblicazione a cura di Roberta Giancaspro

Published by
Stefania Meneghella