A circa 5.000 metri di profondità, sotto il livello del mare, si trova una delle miniere sepolte più grandi al mondo: il valore è astronomico.
I fondali oceanici, che coprono ben il 70% della superficie terrestre, nascondono un’enorme quantità di risorse minerarie, concentrate principalmente nei noduli polimetallici (detti anche noduli di manganese). Questi ultimi, che sono delle concrezioni minerali presenti nelle profondità marine, contengono una vasta gamma di metalli preziosi come manganese, nichel, cobalto, rame, zinco e oro, fondamentali per la produzione di tecnologie ecosostenibili e per l’elettronica.
Sfruttare queste risorse potrebbe quindi aiutarci ad accelerare la famosa transizione ecologica e contribuire a ridurre i costi di produzione delle batterie per veicoli elettrici, stimolando ulteriormente la diffusione di questa tecnologia. Tuttavia, la loro estrazione non è affatto semplice, soprattutto perché si trovano a circa 5.000 metri di profondità in un’ambiente unico e fragile. Dobbiamo inoltre ricordare che i fondali marini sono popolati da tantissime specie e da una biodiversità estremamente delicata.
Le immense risorse minerarie degli abissi
Tra le Hawaii e il Messico, cioè nel cuore dell’Oceano Pacifico, c’è un’area di grande interesse geopolitico ed economico chiamata Zona di Clarion-Clipperton. Quest’ultima, che si trova sul fondale oceanico a circa 5.000 metri di profondità e che è amministrata dall’International Seabed Authority (ISA), conterrebbe un gigantesco giacimento minerario, costituito prevalentemente dai famosi noduli di manganese, il cui sfruttamento potrebbe provocare un danno catastrofico all’ambiente marino circostante. Quali sono allora le caratteristiche più importanti di questa particolare zona oceanica? Innanzitutto, è un’area con un’estensione di circa 6 milioni di km quadrati: si estende tra la zona di frattura di Clarion e quella di Clipperton.
Dal punto di vista geologico, l’età di questo fondale marino si aggira tra i 5 e i 120 milioni di anni, a seconda del punto in cui ci si trova. Tuttavia, ciò che ha reso famosa in tutto il mondo la Zona di Clarion-Clipperton è senza dubbio la presenza di un ricchissimo giacimento minerario, le cui dimensioni (circa 6 milioni di km quadrati) sarebbero paragonabili a quelle dell’intera superficie dell’Australia (7,7 milioni di km quadrati). Immaginate quindi di poter avere la possibilità di estrarre manganese, nichel, cobalto e rame da una miniera grande quanto un continente. L’estrazione di queste risorse, però, comporterebbe dei rischi significativi all’ambiente e alla biodiversità presente nei fondali marini.
Dobbiamo inoltre ricordare che un’eventuale estrazione di metalli preziosi dai fondali oceanici, sarebbe una vera e propria impresa ingegneristica: le operazioni richiederebbero infatti attrezzature e macchine estremamente complesse e un fiume di soldi.