
Il settore del cinema e dell’audiovisivo in Italia si trova in una fase critica, con un numero considerevole di professionisti disoccupati e teatri di posa come quelli di Cinecittà poco frequentati. La situazione è aggravata dalla mancanza di un Presidente alla Rai, che ha portato a una crisi di identità dell’emittente. Nonostante ciò, la Sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, continua a mantenere un atteggiamento ottimista, accusando i critici della politica governativa di diffondere false informazioni. Durante un intervento al Senato, il 18 febbraio 2025, Borgonzoni ha risposto alle critiche sul “Decreto Cultura”, sostenendo che il settore ha bisogno di una narrazione più positiva e che le richieste di finanziamento da parte del mondo del cinema sono state significative.
Le difficoltà del settore
La Sottosegretaria, però, sembra trascurare le difficoltà reali affrontate dai lavoratori del settore. Dopo la gestione inadeguata dei decreti di riforma del “Tax Credit”, il settore ha subito un significativo stallo dalla scorsa estate, portando a proteste da parte dei lavoratori, tra cui il Comitato #Siamoaititolidicoda. Questi ultimi hanno recentemente denunciato la stagnazione del sistema e l’aumento della disoccupazione. È importante notare che il 4 marzo 2025 si svolgerà un’udienza al Tar del Lazio, dove si discuteranno i ricorsi di numerose società di produzione indipendente contro i decreti ministeriali, che favorirebbero i grandi gruppi e le multinazionali.
Indagini e nuove proposte
Il 19 febbraio, il Fatto Quotidiano ha riportato che la Procura di Roma ha avviato un’indagine su alcune produzioni cinematografiche che hanno dichiarato costi elevati al Ministero della Cultura, beneficiando così di ingenti finanziamenti statali. In un contesto di incertezze, è emersa l’idea di istituire un nuovo Ministero per il Cinema, l’Audiovisivo e il Digitale, proposta dal regista Pupi Avati in un’intervista al Corriere della Sera il 6 febbraio. Tale proposta ha trovato sostenitori tra vari registi, tra cui Giuseppe Tornatore e Marco Tullio Giordana, e ha attirato l’attenzione del Vice Premier Antonio Tajani, che ha dichiarato che l’idea sarà valutata con i partner di governo.
Il dissenso della Sottosegretaria
Tuttavia, la Sottosegretaria Borgonzoni ha espresso il suo dissenso, ritenendo che un nuovo ministero possa distogliere risorse necessarie. La sua affermazione risulta paradossale, considerando che è proprio la sua gestione che ha portato a una paralisi del settore. La proposta di Avati mira a separare le funzioni burocratiche del Ministero della Cultura da quelle più pratiche legate al cinema e all’audiovisivo. Questo approccio potrebbe portare a una rivoluzione nella gestione delle risorse culturali in Italia, consentendo una maggiore specializzazione e attenzione alle necessità del settore.
La situazione attuale della cultura in Italia
Attualmente, l’Italia si colloca al penultimo posto in Europa per spesa pubblica nella cultura, con solo lo 0,5% del bilancio governativo destinato a questo ambito, rispetto a una media dello 0,9% negli altri Stati membri dell’Unione Europea. La situazione di stallo e la scarsità di fondi evidenziano la necessità di una riforma profonda. Senza adeguati strumenti di monitoraggio e valutazione, qualsiasi nuovo ministero rischierebbe di replicare le inefficienze del passato. La mancanza di una strategia basata su dati concreti ha già portato a problematiche nel sistema del “Tax Credit”, e il vero dramma della cultura italiana è la necessità di un cambiamento radicale nella governance e nell’approccio alle politiche culturali.