Tradizione e scienza: il Barlacchi-Lucifero presenta l’etnobotanica all’UNICAL

Un’importante manifestazione ha avuto luogo il 15 aprile 2025 presso il Centro Congressi “Andreatta” dell’Università della Calabria. Qui si è tenuto un convegno significativo, promosso dall’Associazione Amici dell’Università della Calabria, che ha visto la partecipazione di diverse istituzioni accademiche e scientifiche, tra cui il Museo di Storia Naturale della Calabria, l’Orto Botanico e il Sistema Museale UNICAL. L’argomento centrale dell’incontro è stato l’etnobotanica, con particolare attenzione al valore delle conoscenze tradizionali nell’impiego delle piante.

Il convegno e il professor De Fine

Il professor De Fine del Barlacchi-Lucifero, figura di spicco nel campo dell’etnobotanica, ha aperto il convegno con una presentazione coinvolgente, supportata da un ricco materiale fotografico. Durante il suo intervento, ha approfondito il patrimonio culturale dei mandriani di Cirò e Umbriatico, rivelando la straordinaria competenza che queste popolazioni hanno acquisito nel tempo riguardo all’uso delle piante, in particolare per la cura delle malattie del bestiame.

Il caso dell’helleboro bocconei

Un caso emblematico menzionato dal professor De Fine è l’impiego dell’helleboro bocconei, una pianta utilizzata dai mandriani per trattare la bronchite nei bovini. Questo trattamento si basa su un rituale antico, che prevede la pratica di un foro nel padiglione auricolare della mucca per inserire una piccola porzione della pianta come rimedio. Tale pratica va oltre il semplice uso empirico; rappresenta il risultato di secoli di esperienza e di trasmissione orale, dove il sapere tradizionale si intreccia con l’osservazione della natura.

Preservare il sapere ancestrale

Il professor De Fine ha poi evidenziato la necessità di preservare questo sapere ancestrale, che non solo rappresenta l’identità culturale di queste comunità rurali, ma potrebbe anche rivelarsi una risorsa cruciale per la medicina veterinaria del futuro. L’incontro ha offerto spunti di riflessione sull’integrazione di queste conoscenze tradizionali con le pratiche veterinarie contemporanee, creando un dialogo tra scienza e tradizione, potenzialmente in grado di condurre a soluzioni più sostenibili e olistiche.

Il coinvolgimento dei giovani

Un aspetto sociale di rilievo è emerso grazie al coinvolgimento dei giovani. Il dottor Girolamo Arcuri, dirigente scolastico, ha sostenuto la partecipazione di una delegazione del Polo Barlacchi-Lucifero, consentendo agli studenti di vivere un’esperienza che ha unito innovazione e tradizione. Questo ha stimolato riflessioni sulla sostenibilità e sulla conservazione del patrimonio culturale e naturale.

Importanza turistica ed economica

In aggiunta, il convegno ha messo in luce l’importanza turistica ed economica di tali conoscenze tradizionali. La valorizzazione delle piante autoctone e dei prodotti derivati potrebbe non solo contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, ma anche rappresentare un’opportunità per il turismo culturale e l’economia locale.

Il legame tra uomo, animale e natura

La giornata ha dimostrato come il legame tra uomo, animale e natura possa essere preservato e potenziato attraverso un approccio adeguato, aprendo a nuove prospettive di crescita e sviluppo in un contesto di sostenibilità. L’evento ha incarnato appieno lo spirito di Galileo Galilei, che affermava: “Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono.”

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Maria Marisi