Attore e regista
Facebook: https://www.facebook.com/Mauricio-Kuri-137549742950792/
Instagram: https://www.instagram.com/mau.kuri/
Twitter: https://twitter.com/MauKuri?lang=it
[one_second](Versione italiana)
Mauricio Kuri è un attore e regista nato a Città del Messico il 13 luglio 1997.
Nel 2011 prende parte al film “La Leyenda del Tesoro”, e l’anno successivo è la volta di un vero e proprio kolossal, “Cristiada”, un film storico diretto da Dean Wright e interpretato tra gli altri da Andy Garcia, Eva Longoria e Peter O’Toole, dove Mauricio veste i panni di José Sánchez del Río, giovane martire emblema della Guerra Cristera, ossia la ribellione della popolazione cattolica messicana alle leggi che reprimevano la libertà religiosa tra il 1926 e il 1929.
Nel 2015 dirige il suo primo cortometraggio, Lucendi; ora è in fase di pre-produzione il suo secondo corto da regista, Vortex.Attualmente è studente all’Università Iberoamericana di Città del Messico.
Ora lasciamo la parola a Mauricio Kuri, con l’augurio di proseguire in questo meraviglioso percorso.
D: Sei stato l’acclamato protagonista del kolossal “Cristiada”… come fu quell’esperienza?
R: Fu un’esperienza veramente formativa, perché io fin da piccolo sognavo di intraprendere questa carriera, e aver avuto l’opportunità di partecipare ad un film come attore protagonista, oltre a regalarmi molte amicizie, mi fece capire in maniera differente quello che significa fare questo mestiere, e ciò mi aiutò molto quando iniziai a studiare cinema alla New York Film Academy e feci il mio primo cortometraggio, Lucendi.
Proprio questo cortometraggio mi ha dato molte soddisfazioni, aprendomi qualche porta nel mondo del cinema, che è un percorso davvero difficile.
D: Dichiarasti in un’altra intervista che in un primo momento pensavi che quello di José Sánchez del Río fosse un personaggio di fantasia…
R:Fu per me un fortissimo shock, perché quando lessi per la prima volta il copione, non sapevo niente della Guerra Cristera; qui in Messico subimmo per 70 anni la dittatura di un partito politico chiamato il PRI (Partido Revolucionario Institucional), e il Presidente che negli anni ’20 promosse il movimento di persecuzione contro i cristiani era il fondatore di questo partito; per questo l’argomento fu eliminato dai programmi scolastici, e nessuno conosceva questa pagina del passato, a meno che non facesse ricerche personalmente.
Io ero un bambino di 12 anni e non avevo idea di tutto questo, così fu una grande scoperta rendermi conto di ciò che successe nel mio stesso Paese: è qualcosa di realmente doloroso, perché analizzando la grafica demografica del Messico, il più alto indice di morte nel Paese fu tra il 1926 e il 1929, proprio durante la Guerra Cristera.
D: Com’è nata l’idea di una carriera da regista?
R: Il motivo di questa passione è molto particolare: a 7 anni vidi in televisione una scena del film “Shining” di Stanley Kubrick, e nonostante mi avesse spaventato molto, chiesi a mia madre se potevo vedere il film; lei ovviamente rispose di no, perché era un film di genere horror, non adatto ai bambini.
Io riuscì a trovare il film, di nascosto dei miei genitori, e lo vidi in piena notte, sperando che tutti dormissero e non si accorgessero di niente! Solo nella mia stanza, ero morto di paura, perché è un film molto forte per un bambino, però mi colpì moltissimo.
Dopo quel film chiesi a mia madre cosa si dovesse studiare per fare film, e lei rispose che si doveva studiare regia cinematografica, ma me lo sconsigliò in quanto era una strada molto difficile.
Da quel momento però rimasi con il chiodo fisso, e non ho mai smesso di lottare per ottenere il mio posto in quel mondo.
D: Raccontaci com’è andata con il Premio Giuseppe Sciacca lo scorso novembre!
R: L’esperienza del passato novembre fu fantastica, perché è il primo premio che ricevo per la mia traiettoria cinematografica; inoltre mi hanno premiato a Roma, e l’Italia è un Paese che amo particolarmente perché studiai a Firenze per quattro mesi e lì conobbi il mio primo amore, Graziella: fu una storia di un anno e mezzo e l’Italia fu galeotta, perché viaggiammo a Roma, Venezia, Milano, Napoli, visitammo tutto il Paese!
Ogni volta che torno a Roma ripenso a questa esperienza, inoltre il cinema italiano mi affascina, quindi mi sento davvero onorato e grato per essere stato considerato degno di un premio così importante.
D:Conosci bene l’Italia?
R:Conosco già molto dell’Italia, ma non si finisce mai di conoscere un Paese, quindi preferisco tornare ogni qualvolta sia possibile per mangiare meravigliosamente e continuare a conoscere gente, perché gli italiani hanno un’energia molto simile a quella dei messicani, e per questo mi sento a casa, anche grazie a tutte le amicizie che sono nate durante il mio soggiorno italiano. Non vedo l’ora di tornare!
D: Se potessi scegliere, con chi ti piacerebbe lavorare in Italia?
R:Se potessi scegliere, lavorerei con Dario Argento, perché mi piace da morire la sua visione delle cose, la gamma di colori che utilizza nei suoi film, credo sia stato uno dei primi registi ad utilizzare questo genere di terrore nel cinema.
“Suspiria” è uno dei film più imponenti che esistano, e so che quest’anno uscirà un remake del film con la colonna sonora firmata da Thom Yorke, che è il mio musicista preferito, quindi mi aspetto un bel mix! Sapendo però che ora Dario Argento non lavora molto, citerei Luca Guadagnino, che sarà anche il regista del remake di Suspiria. Mi piace il suo stile, ho apprezzato molto il suo lavoro con “Chiamami col tuo nome”
D:E’ difficile, per chi inizia questo mestiere da bambino, riuscire ad ottenere una continuità una volta adulti?
R:In Messico è molto difficile emergere nel mondo cinematografico, come nel mondo dell’arte in generale, quindi fu dura, anche per la mia predilezione nei confronti della regia, poiché la gente mi conosceva soprattutto come attore.
Sia chiaro che non voglio lasciare da parte la recitazione, anzi, mi piace tantissimo, però è dura ricevere offerte di lavoro che siano vicine a quello che vorrei fare io, perché nel mio Paese il cinema non è un’industria così grande, si producono soprattutto commedie o film che non sono nelle mie corde, per questo è complicato trovare progetti interessanti.
D:A cosa ti stai dedicando ora?
R:Giusto ora sono impegnato con la pre-produzione di un cortometraggio chiamato Vortex, che io ho scritto e prossimamente ne curerò la regia a Los Angeles.
Sarà interpretato da Sebastián Aguirre, un attore mio amico che ha già ottenuto un Premio Ariel, uno dei premi più prestigiosi in Messico, con il film “Obediencia perfecta”.
E’ un cortometraggio che subisce sufficientemente l’influenza di Dario Argento per quanto riguarda i colori, i contrasti, la tematica del terrore: sarà un thriller psicologico ambientato negli anni ’80.
D: Qual è il tuo più grande sogno?
R: Wow, questa è una domanda difficile! Il mio più grande sogno è quello di fare un film che resti nella storia, che possa lasciare un segno, che le persone commentino anche dopo tanti anni!
Vorrei inaugurare una nuova tendenza, una nuova tecnica, creare un’opera immortale che sia un riferimento per la gente, che sopravviva al tempo e persino a me stesso!
Ringraziamo Mauricio Kuri per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.
Intervista e traduzione a cura di Giulia Cucciarelli
[/one_second]
[one_second](Spanish version)
Mauricio Kuri es un actor y director nacido en la Ciudad de México el 13 de julio de 1997. En 2011 participa en la película “La Leyenda del Tesoro”, y en el año siguiente es el momento de “Cristiada”, una película historica dirigida por Dean Wright con un elenco de nivel internacional, donde Mauricio interpreta el papel de José Sánchez del Río, joven martir emblema de la Guerra Cristera, o sea el conflicto armado que se prolongó desde 1926 a 1929 entre el gobierno y las milicias de católicos que resistían la aplicación de la ley que limitaba el culto en la nación. En 2015 dirige su primer cortometraje, Lucendi; ahora está en la preproducción de su segundo cortometraje como director, llamado Vortex. Actualmente es estudiante de la Universidad Iberoamericana de Ciudad de México.
P: Fuiste el aclamado protagonista de la famosa película Cristiada… ¿que recuerdos tienes de esa experiencia?
R: Mi experiencia más que nada fue muy reveladora, porque desde que yo soy muy muy pequeño, he querido ser cineasta, y el poder haber tenido la oportunidad de participar en una película como el actor principal me dio mucha perspectiva, una visión muy diferente de lo que es hacer cine, y eso me ayudó bastante cuando yo después me fui a estudiar cine en la New York Film Academy, y pude hacer mi primer cortometraje que se llama Lucendi, y este cortometraje me ha traído cosas muy buenas, abriendome un poco más de puertas al mundo del cine, porque el camino en ese medio artístico es un poquito difícil.
P: Declaraste en otra entrevista que en un primer momento pensabas que lo de José Sánchez del Río fuera un personaje de ficción…
R:Fue para mi un choque muy grande, porque cuando me dieron el guión por primera vez, yo lo leí sin saber nada de la Guerra Cristera, porque aquí en México tuvimos una dictadura de 70 años de un partido politico que se llama el PRI, y el Presidente que hizo esto movimiento en contra de la gente religiosa en el 1926 fue el fundador de este partido politico; entonces esta historia estuvo oculta en los libros de educación publica en todo México, y nadie sabía de este tema, al menos que tu te metieras a investigar! Yo como un niño de 12 años nunca lo había visto en la escuela, y fue una gran revelación el darme cuenta de algo que pasó en mi mismo País, es algo realmente doloroso porque analizando la grafica demografica de México, el mayor indice de muerte en el País fue durante la Guerra Cristera.
P: ¿Como surgió la idea de tu carrera como director?
R:El porqué me quise hacer director de cine es algo muy curioso, porque yo cuando tenía 7 años estaba viendo la tele, y vi un fragmento de la película “El Resplandor” de Stanley Kubrick; le pregunté a mi mamá si podía ver la película completa, y ella evidentemente me dijo que no, porque es una película de miedo, para adultos, entonces logré conseguir la película a escondidas de mis padres y la vi de noche, esperando que nadie me viera.
Me puse a verla, yo solo en el cuarto, y me morí de miedo, porque es una película muy fuerte por un niño tan chiquito, pero me marcó muchisimo.
El día siguiente le pregunté a mi mamá: qué es lo que tienes que estudiar en la escuela, o en la Universidad, para hacer peliculas? La respuesta fue: tienes que estudiar dirección de cine, pero es muy difícil hijo, ¡ no te metas ahí !
Entonces se me quedó la espinita en la espalda y no he dejado de luchar por hacer cosas en el medio cinematografico.
P: ¡Cuéntanos cómo te fue con el Premio Giuseppe Sciacca en noviembre pasado!
R: La experiencia del noviembre pasado fue algo muy muy padre, porque es el primer Premio que recibo por mi trayectoria cinematografica. Además fue un premio que me dieron en Roma, e Italia es un País que tiene un afecto personal muy grande porque yo estudié en Florencia durante cuatro meses, donde conocí a mi primer amor, y estuve en una relación con una chica que se llama Graciela durante un año y medio, y estuvimos viajando por Roma, por Milán, por Venecia, por Nápoles, conocimos todo el País y cada vez que viajo a Roma recuerdo mucho esa experiencia.
El cine italiano me fascina, entonces me sentí muy honrado de poder ser parte de estos Premios, estoy muy agradecido con todos los organizadores por haberme considerado para un Premio tan importante.
P: ¿Cuanto conoces a Italia?
R: Conozco ya bastante de Italia, pero nunca se termina de conocer a un País, entonces prefiero regresar las veces que se puedan, para poder seguir comiendo delicioso y seguir conociendo gente, porque los italianos tienen una energía muy parecida a la de los mexicanos, y por eso me siento tan en casa, además de que hice muchos amigos estando en Italia, ¡siempre me gusta regresar!
P: Si pudieras elegir, ¿con quien te gustaría trabajar en Italia?
R: Si pudiera elegir, trabajaría con Dario Argento, porque me encanta la visión que tiene en sus películas, con la paleta de colores que utiliza y la iluminación, creo que fue uno de los primeros directores en aplicar esa esencia del terror en el cine.
Además de que creo que Suspiria sea una de las películas más imponentes en el mundo del cine de terror, y sé que van a hacer el remake este año con la composición de Thom Yorke, que es mi músico favorito, y supongo que sea un buen mix.
Pero sé que Dario Argento ya no trabaja tanto, entonces un director italiano contemporáneo sería Luca Guadagnino, que de hecho es el director del remake de Suspiria; vi la película “Call me by your name” y me gustó mucho.
P:Empezando la carrera de actor de niño, ¿es dificil seguir con este trabajo de mayor?
R: En México es muy difícil destacar en el mundo cinematográfico y en el mundo artistico en general, entonces ha sido muy complicado seguir una linea artistica más porque yo me quiero dedicar a la dirección, y la gente me ha conocido más por mi trabajo como actor.
No quiero dejar la actuación a un lado, ni para nada, me gusta muchisimo, actuar es una gran pasión que tengo, pero me quiero enfocar más en la dirección, entonces ha sido un poco complicado conseguir proyectos que me llamen la atención y conseguir ofertas de trabajo para hacer buen cine aquí en México, porque nuestro cine no es una industria tan grande; estamos muy encajonados en hacer cine de comedia y cine muy generico que no me encanta, pues es por eso que es complicado conseguir proyectos interesantes.
P: ¿A qué te estas dedicando ahora?
R: Justo ahora estoy en la preproducción de un nuevo cortometraje, llamado Vortex, el cual yo escribí y proximamente voy a dirigir en Los Angeles, el cual es interpretado por Sebastián Aguirre, un actor amigo mío, que partecipó en la película “Obediencia Perfecta” aquí en México y ganó un Premio Ariel a Mejor Actuación, que es uno de los premios mas galardonados del cine en México, y justamente es un cortometraje con bastante influencia de Dario Argento en el tema de la paleta de colores, el contraste de colores de neón y toda la tematica del terror, ya que es un thriller psicológico basado en los 80.
P:¿Cuál es tu sueño más grande?
R: Esta es una pregunta muy difícil, pero supongo que mi sueño más grande sería hacer una película que marque la historia de la humanidad, una de esas películas que la gente sigue comentando, no importando cuánto tiempo ha pasado, y marcar una nueva tendencia, una nueva técnica, para poder inmortalizar mi obra, y que la gente la utilize de referencia.
Gracias a Mauricio Kuri por su colaboración y por el tiempo que nos da, deseando que continúe de esta manera.
Entrevista y traducción realizada por Giulia Cucciarelli
[/one_second]