Tipuana Tipu ci presenta il suo nuovo singolo Procedere, un brano che è anche un viaggio verso sé stessi e un inno alla ribellione dal tempo che ci inculca nuove regole e nuove sfide. Per il cantante la vita è sì frenetica e caotica, ma può essere anche fatta di quei piccoli momenti di silenzio che ci indicano chi siamo. Sono i momenti più belli, e anche quelli che ricorderemo come i più veri.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
Ho iniziato a suonare un po’ prima dei vent’anni, quando ero ad una festa. Ho conosciuto un ragazzo che è diventato il mio compagno di gruppo. Sono poi trascorsi un po’ di anni e, per lavoro, mi sono un po’ fermato. Ho poi continuato a scrivere musica ma, due anni fa, grazie alla quarantena ho ricominciato a vivere questa passione.
Come sei diventato invece Tipuana Tipu? Qual è il motivo di questo nome?
Vivo a Barcellona da un po’ di anni, e ho sempre notato la presenza di alcuni alberi che si chiamano appunto Tipuana Tipu. Me ne sono subito innamorato: sono pieni di fiori gialli enormi, e poi ho scoperto che il loro nome era proprio questo.
Parliamo del tuo nuovo singolo Procedere: dove nasce l’idea per questo brano?
Una mattina mi sono svegliato e avevo l’inizio della canzone in testa; mi dava questo senso di martellamento e di ribellione dalla vita normale, dal lavoro e da quello che non ci piace fare durante la giornata. Ho registrato questo motivetto, e ho fatto tutto di getto. La cosa più importante per me era essere coerente con quello che provavo.
Questa canzone è innanzitutto un inno alla ribellione: cosa consiglieresti ai giovani? Secondo te, qual è il modo migliore per ribellarsi a una società che spesso opprime i sogni?
Il modo migliore per ribellarsi è prendere il tempo per sé stessi; molte volte non lo abbiamo. Non bisogna necessariamente seguire delle linee prestabilite, ma capire cosa ci piace fare cercando di trovarsi il tempo per gestire il tutto. L’importante è iniziare.
Come ti sei approcciato a questo genere musicale? Chi sono stati i suoi maestri musicali?
Ascolto moltissime cose, passo dal rock inglese a quello italiano. Ascolto anche musica spagnola. Sono stato influenzato da vari tipi di musica, mantenendo però sempre la matrice pop rock.
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Oggi vivi a Barcellona: hai riscontrato delle differenze tra il panorama musicale italiano e quello spagnolo/dell’estero?
Sicuramente il fatto di vivere in una grande città comporta l’esposizione a moltissimi concerti; c’è infatti molta musica dal vivo e questo aiuta moltissimo. A Barcellona si dà molto spazio alla musica di strada; in ogni angolo c’è gente che suona. La gente vive attorniata di musica.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Tra poco uscirà una collaborazione molto importante, durante la quale farò parti vocali. Uscirà poi un altro singolo, e il mio sogno sarebbe quello di fare un album completo.