La NASA è pronta a spendere circa 11 miliardi di dollari per portare sulla Terra i campioni marziani raccolti dal rover Perseverance.
Su Marte, in questo momento, ci sono due rover della NASA in attività: il rover Curiosity atterrato nel 2012 e il rover Perseverance giunto sul pianeta rosso nel febbraio del 2021. Entrambi sono considerati i laboratori scientifici più avanzati lontani dalla Terra: sono infatti in grado di prelevare frammenti di roccia marziana per analizzarla dettagliatamente, attraverso degli speciali strumenti all’avanguardia. Il rover Perseverance, un veicolo delle dimensioni di un’auto utilitaria (circa 3 metri di lunghezza), sta attualmente esplorando il cratere Jezero, uno dei luoghi più interessanti del Sistema Solare per la sua storia geologica e per la possibile presenza di vita passata o presente.
Gli ultimi studi, supportati anche dalle prove trovate dalle sonde e dal rover stesso, affermano che il cratere Jezero sia un antico lago alimentato da un fiume, che scorreva sul pianeta rosso circa 3,5 miliardi di anni fa. Perseverance sta prelevando dei campioni proprio dal delta di questo antico fiume, che in passato portava acqua liquida all’interno del cratere. L’obiettivo è quindi quello di raccogliere campioni di roccia, di sabbia e di aria marziana per portarli sulla Terra attraverso un’altra ambiziosa missione spaziale.
Come portare i campioni marziani sulla Terra
Il rover Perseverance, la cui intera missione è costata circa 2 miliardi di dollari, sta attualmente raccogliendo piccoli frammenti di roccia e di suolo marziano, poiché gli scienziati ritengono che possano contenere tracce di vita passata o presente, e una serie di informazioni utili sulla geologia del pianeta e sulla sua storia climatica. Tuttavia, pur disponendo della più sofisticata tecnologia e di un avanzato laboratorio scientifico, Perseverance non è purtroppo in grado di scovare e di confermare la presenza di tracce di vita microbica, attualmente in vita o provenienti da un passato lontanissimo. Queste analisi richiedono infatti dei laboratori e degli strumenti più grandi e più complessi, rispetto a quelli presenti a bordo del rover, ed è per questo che gli scienziati intendono riportare i campioni sulla Terra attraverso una delle missioni spaziali robotiche più ambiziose di sempre.
Questa missione, chiamata “Mars Sample Return”, sarà realizzata congiuntamente dalla NASA e dall’ESA (Agenzia spaziale europea). Tuttavia, il progetto è ancora nelle prime fasi di pianificazione, poiché le due agenzie hanno respinto il piano iniziale a causa degli elevati costi e della complessità tecnica. Per abbassare il budget, che inizialmente superava gli 11 miliardi di dollari, i vertici della NASA hanno pensato di prolungare i tempi, facendo slittare l’arrivo sulla Terra dei campioni dal 2033 al 2040. Quest’ultima data non ha però incontrato il favore della comunità scientifica, in quanto comporterebbe un’attesa di circa 15 anni prima di poter analizzare i preziosi dati raccolti dal rover Perseverance.
La NASA, per ridurre i costi e per non prolungare i tempi, ha quindi deciso di far entrare nel progetto anche dei partner commerciali. E non solo: i vertici dell’agenzia spaziale americana avrebbero in mente due strategie differenti per raggiungere l’obiettivo entro gli anni 30 del 2000. La scelta definitiva sarà però confermata ufficialmente non prima della seconda metà del 2026.
Dobbiamo inoltre ricordare che la missione è caratterizzata da sfide tecniche di notevole complessità. La prima riguarda la stretta finestra di lancio, determinata dall’allineamento orbitale tra la Terra e Marte (i due pianeti si avvicinano ogni due anni). Inoltre, il recupero dei campioni raccolti da Perseverance richiede lo sviluppo di sistemi robotici avanzati. Gli ingegneri dovrebbero anche costruire un piccolo razzo per portare i campioni in orbita marziana e una sonda per portarli poi sulla Terra dopo un viaggio di circa 6-8 mesi.