Abbiamo conosciuto Sofia Tornambene grazie alla vittoria di X Factor, che le ha permesso di farsi conoscere sul panorama musicale nazionale. E’ adesso tornata con un nuovo brano: si tratta di Tempesta e, in una sfumatura autobiografica, racconta quello che succede quando si attraversa un tumulto interiore “grande quanto una tempesta“. Ce ne ha parlato in questa intervista.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
La musica ha sempre fatto parte della mia vita; ho avuto la fortuna di avere un papà musicista, che è appunto un pianista jazz. Questo mondo era quindi il mio rifugio: quando avevo 3 anni imparai a memoria il brano Mariù e, durante un concerto, chiesi a mio padre di cantare insieme a lui. Non mi aveva mai sentito cantare prima di allora e, dopo aver vito questa mia passione, mi portò a lezioni di canto e pianoforte. Per me la musica è come una necessità; sono sempre stata una bambina molto timida, e che tendeva sempre a trattenersi tutto dentro. Era il mio unico modo di esprimermi, di sentirmi me stessa.
Ti abbiamo conosciuta grazie alla tua vittoria di X Factor. Cosa ti ha lasciato più di tutto questa esperienza e quanto si è evoluta la tua musica da allora?
X Factor è stata un’esperienza indimenticabile. Per me è stato un dono, un vortice di emozioni. Arrivati alle fasi di live eravamo da soli, senza telefono, e non potevo parlare con i mei genitori ma solo tramite lettera. E’ stata dura da quel punto di vista: avevo 16 anni e dovevo fare ogni giorno mille prove. Era per me tutto nuovo, e ho fatto esperienze incredibile come cantare con Tiziano Ferro e Robbie Williams. Mi hanno fatto crescere tanto e mi hanno permesso di trasferirmi a Milano, per seguire fino in fondo il mio sogno. Mi sono dedicata alla mia crescita personale e interiore, e ho imparato ad ascoltarmi, ad amarmi, a conoscermi.
Parliamo del tuo nuovo singolo Tempesta: dove nasce l’idea per questo brano?
Parla di tutto questo periodo che sto vivendo ed è un brano autobiografico. Questo brano è uscito come uno sfogo; non doveva essere una canzone, mi sono messa lì a piangere e ho suonato. Parla insomma di questo caos interiore che spesso sentiamo dentro, e vorrei far capire che siamo tutti in un vortice di tempesta molte volte.
Hai svelato che si tratta di una canzone autobiografica che racconta un periodo di turbamento che hai attraversato. Cosa consiglieresti a tutte le persone che si trovano in questa stessa situazione?
Fermarsi un attimo, respirare, anche andare a cercare l’aiuto e il contatto delle persone che si amano. Io mi sentivo matta, avevo paura che le altre persone non mi capissero. Tutti noi abbiamo le nostre paure, i nostri traumi, e questo ci fa rendere conto che stare male non ha senso. Bisogna godere la propria vita: la gratitudine è importante.
Come ti sei approcciata a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Amo la musica in generale, ho avuto una grande influenza jazz da parte di mio padre, ma anche classica da parte di mia mamma che adora la musica anni ’70. Ho inoltre sempre ascoltato la musica pop e, tramite il mio producer, ho fatto ascolti internazionali come The Weeknd, Justin Bieber e un sacco di altri artisti. Quello che ascolti influenza molto come scrivi. Ognuno di noi ha un artista di riferimento, ma in generale penso che la musica sia lo specchio della nostra anima e che rispecchi chi siamo in questo momento. La musica muta insieme a noi.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Adesso ci sarà tanta nuova musica, la cosa che mi mancava di più sono i Live. Sono nata cantando dal vivo, non poterli fare per tanto tempo mi ha fatto stare male. È il momento in cui sei tu con il tuo pubblico, un momento di unità e di condivisione. Ho insomma potuto finalmente annunciare questo tour estivo.