Come sappiamo, il raffreddore ci costringe a soffiare continuamente il naso, ma quanto può farci male questa operazione? Ecco tutti i dettagli.
Secondo il National Institutes of Health, ogni anno circa 1 miliardo di persone viene contagiato dal raffreddore, che è una semplice infezione virale altamente contagiosa, la quale colpisce principalmente le vie respiratorie. Questa fastidiosissima infiammazione, il cui nome scientifico è rinofaringite acuta infettiva, è solitamente causata da alcuni particolari virus, batteri o allergeni che vagano nelle città che frequentiamo. Tuttavia, nonostante il raffreddore sia un problema di lieve entità, quando lo becchiamo siamo purtroppo costretti a trascorrere qualche giorno con il mal di gola o con le vie respiratorie intasate.
Passiamo infatti ore a soffiare il naso, poiché si riempie continuamente di muchi. Un nuovo studio condotto da un team di scienziati, però, ci dà dei consigli su come soffiare correttamente il naso.
Raffreddore, ecco come dovremmo soffiare il naso
Il naso umano – come ha affermato Peter Filip, un rinologo e chirurgo della Rush University Medical Center di Chicago – è in grado di creare circa 1-2 litri di muco al giorno per intrappolare i virus che ci circondano. Questi ultimi vengono poi espulsi dal naso ogniqualvolta soffiamo con i famosi fazzoletti di carta, i quali ci regalano qualche minuto di sollievo. Tuttavia, per non aumentare i sintomi del raffreddore – secondo Peter Filip – dovremmo soffiarci il naso con estrema delicatezza. Se cercassimo ad esempio di espellere il muco con veemenza, cioè soffiando con molta forza, rischieremmo di spingere i fluidi all’indietro, precisamente verso i seni paranasali.
Un team di scienziati, per dimostrare questa ipotesi, ha inserito un colorante nel naso di alcune persone, al fine di tracciare il percorso del muco nelle vie respiratorie. Le scansioni hanno infatti rivelato che il muco, che in questo caso era colorato, tornava indietro nei seni nasali quando il paziente soffiava con veemenza. In altre parole, se soffiassimo con forza fuoriuscirebbe dal naso solo una piccola parte dei fluidi, poiché il resto ritornerebbe indietro per ricominciare il ciclo. E non solo: quando il fluido ritorna indietro nei seni paranasali, passa solitamente attraverso la tromba di Eustachio, che collega la parte posteriore del naso all’orecchio medio.
Questo evento potrebbe quindi causare una rottura del timpano e il conseguente ingresso di virus e batteri all’interno dell’orecchio, i quali provocherebbero anche un’infezione. Tuttavia – come ci ricorda Kanwar Kelley, un otorinolaringoiatra della California – la rottura dei timpani è un evento piuttosto raro, poiché per romperli bisognerebbe soffiare con estrema forza.