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Dopo la sua partecipazione al Concertone del Primo Maggio a Roma, Sinkro torna sulla scena musicale con il singolo Nostalgia di domani, un brano che parla di mancanze e di quotidianità volate via con il vento. Il singolo dell’artista è nato a seguita di una sua collaborazione con Luca Chiaravalli, noto produttore discografico che ha lavorato con i più grandi artisti del panorama musicale italiano. Ha così accettato di incontrarci e ci ha parlato dei suoi sogni e di tutti i suoi progetti.
Come nasce il tuo primo approccio alla musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?
Il mio primo approccio è avvenuto verso i 16/17 anni, militando in diversi gruppi e progetti. Molte band nascono a scuola, ed è così successo anche a me. Facevo parte di questo gruppo, abbiamo suonato insieme e abbiamo fatto le nostre prime esperienze a Roma: lì c’è stato il primo approccio alla scrittura. Tutto questo è andato avanti per un po’ di anni, e mi ha permesso di acquisire una buona esperienza live soprattutto qui a Roma. Dopo la pandemia, si è fermato tutto: è così iniziata una ricerca da parte mia per la composizione da solista. Da qui è nato tutto.
Parliamo del tuo singolo ‘Nostalgia di domani’: dove nasce l’idea per questo brano?
Avevo inizialmente una mia idea di brano, che era una demo e un mio testo. La collaborazione con il produttore Chiaravalli mi ha portato a fare un passo indietro; abbiamo così sposato l’idea di renderlo più funky e di inserire sonorità un po’ più frizzanti. Abbiamo perciò fatto una sintesi. Il testo parla di questi anni che tutti abbiamo vissuto: era un modo per esprimere la ricerca di una quotidianità perduta.
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Ti sei esibito sul palco del Primo Maggio a Roma. Cosa ti ha lasciato più di tutti questa esperienza e qual è il ricordo più bello che conserverai?
È stata un’esperienza straordinaria, la mia prima su un palcoscenico del genere davanti a così tante persone e a una diretta tv. E’ stata un’emozione incredibile; è stato inoltre il primo 1 maggio dopo anni che non si teneva in piazza. La gente era molto carica ed energica, ed è stato sicuramente un evento rinascimentale.
Il tuo è uno stile musicale molto originale, fatto di varie combinazioni di sound. Come ti sei approcciato a tutti questi generi? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Non penso molto a questo quando scrivo. La prima cosa che mi viene in mente sono gli accordi. Parto dalla voce e dalla musica, non dal testo. Dipende molto da quelle che sono le mie influenze nei giorni in cui scrivo il pezzo, passo dal rock al pop e ad altri generi. Non mi piace categorizzare la musica, mi piace sempre esprimere fluidità dal punto di vista musicale.
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Per la creazione del brano, hai collaborato con Luca Chiaravalli. Com’è nato il vostro incontro e cosa ti ha insegnato lui professionalmente parlando?
Io e Luca ci siamo conosciuti sui social: io ovviamente sapevo chi fosse (è il produttore di tantissimi artisti come Gabbani). Lo seguivo, e ho notato subito che lui è un grande appassionato di rock: posta spesso delle storie riguardanti le varie rockband del passato. Ho così iniziato a commentare pian piano i suoi post, e lui si è incuriosito del mio profilo. Un giorno, ho osato e gli ho inviato un’idea di brano: a lui è piaciuta molto, ed è nata da lì la collaborazione che è stata per parecchi mesi digitale. Quando ci siamo incontrati, ho notato quanto lui fosse gentile, dolce, diplomatico e soprattutto molto umile. Ha avuto molte certificazioni che attestano che è uno dei più grandi professionisti che ci sono in giro ma, nonostante questo, mette sempre a proprio agio. Mi ha insegnato più di tutto l’umiltà.
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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Mi auguro di fare più live possibili nell’arco di questa estate, sto organizzando qualche live qui a Roma. Mi auguro infine di finire il mio primo album entro la fine di quest’anno; stiamo finendo altri pezzi per il momento.
Intervista a cura di Stefania Meneghella