Simona Severini è giovanissima, ma ha già un lungo percorso musicale alle spalle. Quando aveva solo vent’anni, ha infatti collaborato con numerosi artisti tra cui Enrico Pieranunci, con cui ha registrato dischi sia in Italia che in Francia. Ha inoltre calcato i palchi dei principali Jazz Festival in Italia ed Europa, e si è esibita alla Cappella Paolina del Quirinale per Rai Radio Tre.
Dopo numerosi altri progetti artistici, è finalista a Musicultura e partecipa a Sanremo Giovani (arrivando alla fase delle semifinali). Simona inizia poi una collaborazione con Pacifico e, nel 2019, si esibisce al Quirinale con la presenza del Presidente della Repubblica che la nomina Cavaliere. Nel 2020, pubblica ‘Ipotesi‘: il suo primo EP da solista. La Severini ritorna adesso sulla scena musicale con il suo nuovo singolo ‘Non faccio niente‘, un brano che vede la presenza di vari generi musicali (ma soprattutto del suo grande talento).
Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada? Come si è accesa questa fiammella?
Ho sempre avuto questa passione da piccola: ho sempre cantato e suonato la chitarra. Non avevo però mai pensato che questo potesse diventare un lavoro. Improvvisamente, ho iniziato a comprendere che potesse trattarsi di una cosa fattibile. Da lì, ho continuato.
Parliamo del tuo nuovo singolo ‘Non faccio niente’, un brano che abbraccia vari generi musicali: come sei arrivata a raggiungere questo originalissimo stile?
Io provengo dal jazz, e mi sono formata proprio su questo genere. Ho iniziato a scrivere canzoni mie, in un periodo un po’ difficile. Man mano, ho iniziato a unire diversi stili: scrivo le mie canzoni mescolando quei suoni a cui sono maggiormente legata. Sono suoni che appartengono soprattutto al mondo jazz, soul, R&B, Folk: in sostanza, mi piace molto il genere americano. Ho quindi cercato di unire tutti questi stili.
Dove nasce invece l’idea per il tuo singolo? Dove hai preso l’ispirazione?
E’ nato in studio. Ero seduta sul divano, e stavo pensando proprio a questo. A me piace molto stare sul divano, riflettere e non pensare a niente. Molte persone criticano questo nostro stare senza fare niente, e ho così scritto questo pezzo. Il mio brano è nato proprio da questo.
Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere, mediante questo brano?
Quando non faccio niente, non è vero che non faccio niente. Il messaggio è un po’ questo: il significato è sicuramente ironico, ma è una canzone dedicata ai momenti privati nei quali una persona è da solo con sé stesso e riflette.
Com’è avvenuto l’incontro con Luca Mattioni, il produttore di ‘Non faccio niente’? Com’è stato collaborare con lui?
Ci siamo conosciuti nel 2019, perché ha prodotto un mio brano per Sanremo Giovani. Da lì abbiamo proseguito, e lui ha prodotto anche il mio EP uscito nel 2020: abbiamo così continuato con questo progetto. L’idea è sempre stata quella di espandere questa dimensione acustica, con cui io ho fatto tanti concerti e tante esibizioni. In questo modo, abbiamo pensato di recuperare alcuni tipi di suoni che ci piacevano e a cui siamo entrambi legati.
Hai inoltre collaborato con diversi artisti, tra cui Pacifico. Com’è stato invece lavorare con lui? Cosa ti ha insegnato, professionalmente parlando?
E’ stato ed è bellissimo: ancora oggi, ho la fortuna di poter confrontarmi con lui. Lui è molto saggio, mi ha capita sin da subito, ed è stata forse la prima persona che mi ha incoraggiata a cambiare. Ho fatto l’interprete per tanto tempo, e noi ci siamo conosciuti così: io ho fatto dei tour con lui. Gli ho fatto poi ascoltare i miei pezzi, e lui mi ha fatto sentire capita e incoraggiata. E’ importante per me avere un punto di riferimento, dal punto di vista musicale.
Hai già qualcosa in mente per il futuro? Quali sono i tuoi prossimi progetti lavorativi?
Continuerò sicuramente a pubblicare: spero che arrivi presto un EP. Il 10 marzo, farò un concerto a Milano e poi continueremo con il gruppo.
Intervista a cura di Stefania Meneghella