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Spesso quando si vive di sogni, si ha paura di non poterlo realizzare, ed è per questo che magari si sceglie una vita e qualcosa di più stabile e predefinito, non rendendoci conto che il rischio più bello che può accadere è quello di realizzare il proprio percorso. Silvia Nair, è stata coraggiosa, perchè nonostante avrebbe potuto realizzarsi in altri ambiti, ha preferito inseguire il cammino del suo cuore, compiendo una scelta rischiosa quanto bella, che oggi rende il suo percorso speciale. Silvia Nair è una cantante, performer, musicista, autrice e compositrice di canzoni e di colonne sonore per Cinema e Documentari molto apprezzata anche all’estero. Laureata in Giurisprudenza, dopo aver intrapreso la carriera notarile, decide di abbandonarla per dedicarsi interamente alla musica. Nel corso della sua carriera ha pubblicato due album.Il primo “Sunrise” uscito nel 2005 in Giappone e successivamente in Italia, GAS, Benelux e altri paesi asiaticidove ha scalato le classifiche di vendita. In Italia ad essere apprezzato è stato in particolar modo il singolo “Shine on now” che è diventato in poco tempo una hit e per tre anni ha accompagnato le immagini di un noto spot televisivo. Il secondo album “Ithaca” è uscito nel 2011 in Italia e Benelux, seguito da un suggestivo tour. Nello stesso anni si aggiudica il Premio Lunezia e il Premio Montecarlo come “Rivelazione Artistica Internazionale”.Silvia Nair è conosciuta anche per le numerose performance artistiche in Italia ed Europa con le maggiori orchestre sinfoniche dirette da maestri quali Salvatore Accardo, Karl Martin, Hubert Stuppner, Marco Boni ed altri. Varie anche le apparizioni tv in programma Rai e Mediaset. Vanta importanti collaborazioni con artisti di calibro. Si è esibita anche per il Presidente Lula in Brasile, per la famiglia reale in Giordania e più volte in Vaticano per Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI. Per il cinema ha scritto e interpretato numerose colonne sonore e recentemente ha pubblicato il brano “Freedom”, title track della colonna sonora de “El numero Nueve – Gabriel Batistuta” docufilm che celebra la vita e la carriera del campione argentino Gabriel Batistuta presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, e composto le musiche del docufilm “Il Triangolo delle morte – I mostri di Firenze” (regia di Andrea Vogt) che verrà presentato prossimamente su “Atlantide” in onda su La7.
Lasciamo ora la parola a Silvia Nair con l’augurio di proseguire in questo meraviglioso percorso.
D:Come nasce la passione per la musica?
R: Fin da piccola ho ascoltato musica in famiglia, sono tutti appassionati a questa forma artistica. Mia madre mi ha insegnato a suonare il pianoforte, con lei ascoltavo l’opera e grandi voce americane, con i miei fratelli pop e rock inglese, con mio padre musica classica. Al conservatorio ho studiato pianoforte, mi sono laureata poi in giurisprudenza, per intraprendere un percorso notarile come quello della mia famiglia, ma non ero soddisfatta perché non era la vita che volevo. Essere artisti è un attitudine è un modo di percepire e vedere la vita ed ho capito che seppure forse il percorso più arduo è difficile, era quello che davvero volevo realizzare.
D:Quali sono stati artisti per te d’ispirazione per la tua musica?
R:Essendo una persona molto curiosa in ambito musicale, ma anche di cinema e storia dell’arte, ascolto di tutto. Amo la lirica e la musica classica, ma ho un’energia rock e una testa pop, è un flusso completamente naturale, ho respirato questa commistione di generi sin da piccola, e per me è completamente spontanea la loro fusione. Quando canto mi rendo conto che emerge tutto il mio backgroud. Tra gli artisti che preferisco posso citarvi sicuramente: Elton John,Annie Lennox, Barbra Streisand, Whitney Houston, Pink Floyd. Da tutte queste influenze nasce poi una nuova strada, che è quella che caratterizza la mia personalità, che secondo me è già ben definita dal mio primo album.
D: Durante la tua carriera hai avuto modo di collaborare con artisti di calibro importante. Cosa hai imparato attraverso queste esperienze?
R:Tantissimo. Più un’Artista è grande e più è disponibile. Con Franco Battiato, per il quale ho avuto l’onore di aprire i suoi concerti nel 2004 ho imparato l’amore per la ricerca. Quello che ho apprezzato di Ron, che ho avuto modo di conoscere durante il Musicultura Festival a Macerata, è stata la sua signorilità. Ho avuto modo di collaborare, inoltre, con Claudio Baglioni durante O’Scià a Lampedusa, ho percepito la sua energia incontenibile e contagiosa. Ho incontrato, invece, Lucio Dalla in occasione di un evento alla Valle dei Templi di Agrigento e mi ha trasmesso grandezza e senso del gioco, riusciva a essere un grande genio in maniera completamente naturale Andrea Bocelli è stato il primo che ho conosciuto al mio debutto con Giovanni Paolo II, e ricordo che Andrea Bocelli mi disse che ho una voce estremamente comunicativa ed emozionante, e sono state parole che mi hanno sempre spronata nel mio percorso musicale. Ricominciare a trent’anni come ho fatto io, abbandonando una strada sicura, per una più incerta e impervia come quella della musica, denota molto coraggio secondo me. E’ stata una scelta dettata dal mio cuore.
D: E’ uscito da poco il tuo brano “Ho visto un sogno”. Che ci racconti in merito a questo brano?
R:Credo che “Ho visto un sogno” sia un atto di audacia e coraggio, è un brano rock sinfonico, con influenze metal e gotiche, in particolar modo in un periodo come giugno può sembrare una scelta difficile e controcorrente. Mi piace vivere questo tempo, ma non cavalco mode e tendenze, creo una moda mia che spero arrivi al pubblico. “Ho visto un sogno” non rappresenta qualcosa di utopico, ma un ideale concreto da conseguire e raggiungere. Ci sono stati degli uomini che hanno visto oltre gli altri come ad esempio Steve Jobes e Bill Gates che hanno portato progresso, e che erano riusciti con la loro mente a superare i limiti. Il videoclip del brano racconta molto bene questo. Per il videoclip ci siamo ispirati da un mio incubo notturno. Mi trovavo in un’epoca post apocalittica, all’improvviso scorgo emergere un televisore funzionante che trasmetteva immagini di grandi personaggi del ventesimo secolo. Mi sono confrontata con il regista Stefano Polletti, che l’ha reputata subito un’idea forte e vincente. I deserti sono quelli di Fuerte Ventura, dove è stato girato Exodus di Ridley Scott, mi piace che ci sia questo riferimento biblico.
D:Cosa puoi raccontarci del tuo nuovo album che uscirà tra qualche mese?
R:L’album è stato realizzato grazie alla produzione di Franck Van Der Heijden e Michael La Grouw, produttori molto noti nel mondo della musica che mi hanno aiutato tantissimo in questo lavoro. Io non ho mai tradito le mie origini italiane, anzi mi piacerebbe essere come Ennio Morricone che ha portato la nostra musica a livello estero, e a me piacerebbe farlo attraverso sonorità e produzioni internazionali con rock e pop che si mescolano alla tipica melodia italiana. Il disco è potente, e ogni canzone deriva da un racconto.
D: In cosa pensi questa produzione discografica si differenzi dai tuoi lavori precedenti?
R: Il presidente della mia casa discografica intuì il mio appeal internazionale. Ci sono cantanti che fuori dal proprio confine non funzionano all’estero, mentre io potevo essere interessante per il mercato estero. Il mio primo album “Sunrise” è uscito prima all’estero che in italia. La differenza sta nella produzione che fino ad ora era stata sempre italiana, e difficilmente le produzioni arrivano all’estero almeno che non siano sinfoniche. Questo è il primo disco a produzione internazionale mirando a un mercato vasto.
D: Quali sono i tuoi futuri progetti?
R: Mi auguro che il mio disco possa raggiungere un mercato vasto, spero di poter lavorare per documentari e colonne sonore come ho fatto negli ultimi tre anni. Molte volte sono state scelte le mie colonne sonore per documentar, come ad esempio Geo & Geo. Comporre per il cinema è una strada completamente dalla composizione per sé stessi, perché si pone la musica verso una narrativa, una storia. L’ultima colonna sonora che è uscita è stata de “El numero Nueve – Gabriel Batistuta” docufilm che celebra la vita e la carriera del campione argentino Gabriel Batistuta presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, in cui c’è Freedom un mio singolo.
Ringraziamo Silvia Nair per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.
Intervista realizzata da Manuela Ratti