Un team di ricercatori ha individuato una nuova caldera sul fondale del Mar Tirreno e una frana estesa per circa 40 chilometri.
Il nostro Mar Mediterraneo è caratterizzato da una notevole attività geologica, poiché ospita un numero considerevole di vulcani sottomarini. Tra i più famosi troviamo il Marsili, il Vavilov e il Magnaghi, tutti situati nel Mar Tirreno. Queste strutture geologiche, nascoste sotto la superficie marina, possono dar luogo a fenomeni vulcanici che, in casi eccezionali, possono portare alla formazione di nuove isole, modificando la composizione chimica dell’acqua e favorendo lo sviluppo di alcuni organismi viventi.
Sebbene i vulcani sottomarini non siano visibili agli occhi, a differenza di quelli terrestri, costituiscono ugualmente una minaccia concreta per le città costiere. Possono infatti innescare potenti tsunami che si abbattono con forza sui centri abitati. Inoltre, un’eruzione sottomarina potrebbe rilasciare una grande quantità di gas tossici, come l’anidride solforosa, compromettendo gravemente la vita marina e alterando il clima locale.
I ricercatori dell’INGV e del CNR hanno recentemente individuato una nuova grande caldera e un’enorme frana sottomarina sul fondale del Mar Tirreno, precisamente tra i Campi Flegrei e l’isola di Ischia. Si tratta di una struttura geologica antichissima, fino ad oggi sconosciuta alla scienza.
Il nuovo vulcano sottomarino scoperto nel Mar Tirreno
Un team di ricercatori dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e dell’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) ha scoperto, per la prima volta, una gigantesca caldera e una frana lunga circa 40 km sul fondale del Mar Tirreno, precisamente tra i Campi Flegrei e l’isola di Ischia. Secondo gli esperti, questa struttura geologica potrebbe aver generato, in passato, uno tsunami. La sorprendente scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Geomorphology, è avvenuta incrociando i dati batimetrici, sismici e magnetici.
Negli ultimi anni, come sappiamo, numerosi scienziati hanno studiato approfonditamente l’area dei Campi Flegrei, poiché al suo interno si cela uno dei vulcani attivi più potenti al mondo. Tuttavia, nonostante le ricerche sulla regione siano in corso da decenni, una porzione sottomarina dei Campi Flegrei resta ancora parzialmente sconosciuta, soprattutto per la difficoltà di esplorarla direttamente. Per studiarla più dettagliatamente, i ricercatori dell’INGV e del CNR-ISMAR hanno utilizzato strumenti di rilevazione magnetici ad alta risoluzione, installati su aerei e navi.
Le anomalie magnetiche riscontrate durante il rilevamento hanno quindi portato all’identificazione di una struttura mai vista prima sul fondale del Mar Tirreno, le cui caratteristiche ricordano quelle di una caldera. Gli strumenti hanno anche rilevato un enorme accumulo di materiale roccioso, che si estende per ben 40 chilometri sul fondale marino. Secondo gli esperti, dovrebbe trattarsi di una frana scaturita dalla parte meridionale dell’isola di Ischia.