I Saikebon, quei simpatici noodles orientali che molti di noi hanno imparato a conoscere e apprezzare, nascondono una composizione nutrizionale che pochi immaginano.
Questi nudolini, pronti in appena tre minuti, combinano l’Oriente e l’Occidente in un piatto che è diventato un fenomeno tra gli amanti del cibo pronto. Tuttavia, dietro la loro apparente semplicità, si cela una realtà fatta di grassi e sodio in quantità significative.
Un incontro tra tradizioni culinarie
Prodotti dalla Star in collaborazione con la multinazionale giapponese Ajinomoto, i Saikebon rappresentano un esempio lampante di come le tradizioni culinarie possano essere adattate e trasformate per incontrare i gusti occidentali. La loro origine è legata alla pasta cinese, ma sono stati i giapponesi a sviluppare la versione che oggi conosciamo. L’azienda italiana ha saputo cogliere l’opportunità di lanciare sul mercato un prodotto che coniuga la praticità americana con i sapori orientali.
Dal punto di vista nutrizionale, i Saikebon non sono esattamente un’innocua ciotola di noodles. Infatti, l’apporto calorico di una singola porzione può coprire tra il 14% e il 19% del fabbisogno giornaliero medio di 2.000 calorie. Ma ciò che colpisce maggiormente è il contenuto di grassi, che varia dal 17% al 26% della dose giornaliera raccomandata (GDA) a causa del ricco condimento. I grassi saturi, notoriamente dannosi per la salute cardiovascolare, rappresentano tra il 31% e il 48% della GDA, a seconda della variante scelta.
Ancora più preoccupante è il livello di sodio. Una porzione di Saikebon contiene da 0,92 a 1,56 grammi di sodio, il che significa che, con una sola porzione, si assume dal 39% al 65% della quantità giornaliera raccomandata, fissata a 2,4 grammi. Un consumo eccessivo di sodio è associato a un aumento della pressione arteriosa e a un rischio maggiore di malattie cardiache. Tuttavia, l’attrattiva dei Saikebon risiede nella loro praticità e nel sapore esaltato dagli esaltatori di sapidità come il glutammato monosodico (E621) e il disodio 5’-ribonucleotide (E635), che compaiono nella lista degli ingredienti insieme a coloranti e all’olio di palma, un altro elemento controverso dal punto di vista nutrizionale.
La preparazione dei Saikebon è semplice e veloce, con tre varianti in bicchiere e due in busta. Le versioni in bicchiere non richiedono cottura: basta aggiungere acqua bollente, mescolare il condimento e attendere tre minuti. Le versioni in busta, invece, si preparano in padella con un po’ d’acqua calda. Questa facilità di preparazione, unita al gusto saporito, li rende particolarmente attraenti per chi ha poco tempo da dedicare alla cucina o cerca un pasto veloce e gustoso.
Un fenomeno in crescita nei supermercati italiani
L’arrivo dei Saikebon nei supermercati italiani rappresenta una novità che sta guadagnando terreno sia nel segmento dei prodotti etnici sia in quello dei cibi pronti. Il loro successo è in parte dovuto alla crescente curiosità verso la cucina internazionale e alla domanda di soluzioni rapide per i pasti quotidiani. Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli del loro profilo nutrizionale e considerare i Saikebon come un piacere occasionale piuttosto che una scelta alimentare frequente.
Questa dualità tra gusto e salute è un tema ricorrente nel mercato alimentare, dove spesso il compromesso tra sapore e benessere diventa una decisione personale. I Saikebon, con la loro combinazione di praticità e sapore intenso, continuano a essere un’opzione popolare, ma è essenziale che i consumatori siano informati su ciò che mettono nel piatto. La consapevolezza nutrizionale è la chiave per godere dei piaceri culinari moderni senza compromettere la propria salute.