Romina Falconi ha annunciato l’uscita del concept album Rottincuore, un disco che verrà anticipato dalla pubblicazione di vari singoli. Tra questi, spunta il brano ‘La suora‘: un insieme di note e parole che raccontano il primo grande viaggio della cantautrice verso le sofferenze della vita e tante, millesime esperienze vissute nel corso dell’esistenza. L’artista ha così accettato di incontrarci e ci ha parlato di tutto il suo mondo fatto di sogni e realtà.
Come nasce il tuo primo approccio alla musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?
Da piccola ho visto in Tv i Queen e ho detto: “Mamma da grande voglio fare IL Freddy Mercury“. Molto poco umile, lo so, ma avevo quasi 5 anni. Mi chiudevo in camera e ascoltavo compulsivamente Whitney, Renato Zero, Stevie Wonder. Qualche anno dopo, col pianobar, mi sono messa a lavoro. Poi ho iniziato a scrivere le mie canzoni e da lì è cominciato tutto.
Parliamo del tuo ultimo singolo La suora: dove nasce l’idea per questo brano?
Nasce grazie ad un esperimento sociale che ho creato qualche anno fa: il centro d’ascolto. Mi arrivavano tantissime confidenze e ho pensato di incontrare personalmente i miei sostenitori e di parlare di tutti i nostri segreti. Dai centri d’ascolto ho pensato che sarebbe stato bellissimo creare un concept album che puntava sulle ombre. E’ nato così ‘Rottincuore‘, una galleria di Peccatori. Il disco uscirà nel 2023, prima tutti i singoli. La suora è la prima creatura di questo lungo viaggio. Una persona tradita che punta sulla vendetta e fa una scenata isterica.
Insieme al singolo, hai pubblicato uno speciale meta libro nel quale affronti le tematiche della tua canzone: cosa c’è dietro questo lavoro? Parlaci di questo importante e originale progetto.
Il Rottocalco è una costola della canzone e ci sarà per tutti i futuri singoli. Nasce perché ho pensato che forse, visto che nelle canzoni affronto temi spinosi, tre minuti di canzone erano troppo pochi per descrivere un’ombra. Volevo scrivere qualcosa che non somigliasse a ciò che c’è in giro. Dentro ci sono mie confidenze sanguinanti, studi che ho fatto sulle difese che azioniamo quando abbiamo a che fare con queste magagne, interventi dell’antropologa Elena Nesti e della Psicologa Monia D’Addio, esperienze personali di amici scrittori e il Manga di Marco Albiero. E’ una scelta insolita ma mi sta dando molta soddisfazione e sono fiera di ciò che ne è venuto fuori.
Cosa c’è invece dietro il tuo stile musicale? Chi sono stati i tuoi maestri artistici?
Ho sempre amato chi va controcorrente, chi faceva le cose a modo suo. Sono sempre stata curiosa e quindi ascolto davvero di tutto. I maestri, coloro che mi hanno davvero cambiato il modo di affrontare alcuni temi a modo mio, sono Lina Wertmuller, Massimo Troisi e Mario Monicelli.
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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Continueranno i centri d’ascolto, farò dei tour e anche lì cercherò di presentare qualcosa di diverso da quello che ho già fatto. Usciranno tante canzoni e poi, solo a chiusura cerchio, l’album Rottincuore.
Intervista a cura di Stefania Meneghella