Il chitarrista Roberto Fabbri ha pubblicato un nuovo progetto interamente dedicato a un Gigante della musica italiana: Lucio Battisti. I suoi brani sono infatti stati interpretati con una versione per chitarre, evidenziando sempre di più il profondo significato che è conservato in ogni nota e parola. Un progetto, questo, che avvicina l’ascoltatore alla bellezza della chitarra classica e che lo porta ad ascoltare – restando in silenzio – le frasi taciute del grande Lucio Battisti.
Hai alle spalle numerosi riconoscimenti e successi, ma com’è nata questa fiammella per la musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?
Penso che il primo approccio sia avvenuto quando avevo un anno; c’era la chitarra a casa mia. Io mi divertivo e passavo ore a toccare le corde e a sentire il loro sono. All’età di 7 anni, mio zio mi insegnò così a suonarla e da lì non ho più smesso.
Sei appena tornato da un importante tour che ti ha fatto esibire in vari Paesi degli Stati Uniti: qual è il ricordo più bello che conservi di questa avventura? Cosa ti ha lasciato più di tutto questo tour?
E’ un progetto che porto in giro insieme alle mie due figlie: una è cantante e l’altra violinista. E’ sempre bello poter condividere tutto con loro in modo professionale. Il ricordo più bello di questo tour è l’aver suonato su una spiaggia delle Hawaii durante il tramonto. Ci sono poi chiaramente stati altri posti bellissimi.
Hai recentemente pubblicato il libro ‘Lucio Battisti. 14 grandi successi arrangiati con chitarra‘. Dove nasce l’idea per questo lavoro?
Tutti i chitarristi hanno sempre suonato qualche canzone di Battisti, e io in primis iniziai con questi pezzi quando ero ragazzino. Sono canzoni che restano nel DNA. Ho studiato chitarra classica e ho sempre avuto l’idea di suonare questi brani in maniera autonoma, ossia di inserire gli accordi di Battisti nella mia melodia. La mia casa editrice ha acquisito i diritti per l’editoria di Battisti, e ho così proposto di realizzare questa versione per chitarra. Loro hanno accettato con entusiasmo, e si è realizzato il sogno di una vita. Ritenevo che queste musiche potessero essere ben realizzate su uno strumento come la chitarra. Mi sono dunque messo a lavorare: ho cercato di non cadere nel banale, perché volevo alzare l’asticella e fare qualcosa di originale. Il suono della chitarra classica dà un suo particolare imprinting, e alla fine sono stato soddisfatto del risultato. La Sony utilizzerà questi brani sui suoi canali digitali, e pubblicherà un videoclip che ho realizzato con il singolo Amarsi un po’.
Cosa rappresenta per te il grande Lucio Battisti e cos’ha rappresentato, secondo te, per il nostro Paese?
Lui è la bellezza della melodia italiana, e uno dei punti fermi della storia del pop italiano. I suoi brani nascondono sempre un significato profondo ed è stata un’operazione molto difficile interpretarli. Tutti i brani sono veramente a sé stanti, non sono uguali: ogni canzone ha una melodia e un’armonia diverse. E’ questa la bellezza di Battisti.
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Ci sono stati dei maestri musicali da cui hai preso ispirazione per la tua musica?
Ho pubblicato tre dischi che contengono brani crossover che attingono alla nostra contemporaneità. La chitarra classica può infatti essere testimone del nostro tempo e trasmettere la musica del nostro tempo. Ho così fatto mie tutte le esperienze musicali che vengono dal pop e dal rock, e che sono state filtrate attraverso la chitarra classica e la mia formazione accademia. C’è sempre il filtro dello studio classico.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Dopo questo disco ho avuto il piacere di poter pianificare con Sony una serie di dischi, dedicati ai brani di musica pop internazionali più famosi (trascritti con chitarra classica).