Londra, 1899. Qualche giorno prima della nascita del XX secolo, Sherlock Holmes e John Watson si travono coinvolti in un caso, che cambierà il loro modo di pensare alla realtà stessa in cui vivono. Un’indagine ai limiti dell’impossibile che li porterà, forse, a far luce sulla vera identità del più noto omicida dell’Età Vittoriana. Un racconto incastonato nella storia del XIX secolo i cui riferimenti alle cronache proietteranno chi legge non soltanto in una trama misteriosa e inusitata, ma addirittura nei fatti di quegli anni.
Il libro si incentra sulla “teoria fondamentalista” cara agli appassionati di Sherlock Holmes, e secondo cui il personaggio sarebbe realmente esistito, anche se sotto un altro nome. Questo è chiaro ai lettori sin dalla fine della prima scena del libro. “Scena” e non “capitolo” perchè l’intero romanzo è impostato in modo “visuale” e ciò dà modo al lettore di “vedere” le scene -con la propria immaginazione- oltre che leggerle semplicemente.
Lo stile “pseudo-vittoriano” con cui è scritto il libro è un “contorno” che aiuta chi legge a calarsi meglio nella trama, ambientata alla fine del 1800, in particolare gli ultimi giorni del 1899, poco prima dell’arrivo del nuovo secolo. L’autore di questo “apocrifo” di Sherlock Holmes è giornalista e direttore di alcune emittenti radiofoniche.
Lascio la parola a Roberto De Marinis, con l’augurio che possa proseguire in questo meraviglioso percorso.
D: Come nasce l’idea per questo libro?
R: Vorrei risponderti più compiutamente ma dovrei rivelare in realtà particolari che riguardano uno dei personaggi centrali del romanzo… Mi limito a dire che ho scoperto casualmente che tanto S.H., quanto un’altro importante protagonista della storia (si incontrano nella prima scena del libro) appartenevano allo stesso periodo dello stesso Secolo… dunque da qui l’idea di base.
D: Quali sono i motivi che ti hanno indotto a scegliere il grande personaggio Sherlock Holmes come protagonista della tua storia?
R: La risposta l’ho appena data. Nessuno aveva mai messo prima in correlazione S.H. con il personaggio che incontra nella prima scena del libro, e di là il resto. Inoltre preciso che questo libro si ispira alla teoria sherlockiana detta “fondamentalista”. Chi è appassionato di S.H. sa a cosa mi riferisco.
D: Le tue sono pagine colme di misteri e indagini, ambientati in un’epoca passata. Se potessi trasformare questa storia in una storia odierna, cosa cambieresti?
R: Scusami: ma l’hai letto davvero ? Perchè -per certi versi- ha molto di moderno secondo me ! Scherzo. Comunque, per quanto appena detto, non potrei cambiare nulla ! Cambierebbe totalmente il plot del racconto…
D: C’è un personaggio al quale sei particolarmente affezionato? Perché?
R:Un personaggio c’è, ed è quello della protagonista femminile. Sono in difficoltà a spiegare perchè senza spoilerare la trama del libro, però… posso dire che mi piace la sua intelligenza.
D: Hai qualche aneddoto da raccontarci che hai affrontato durante la stesura di questo libro?
R: Non ci sono particolari aneddoti. Salvo che ho praticamente messo in croce amici e colleghi leggendo loro dei passi del romanzo man mano che li scrivevo, e anche in base all’effetto che avevano su di loro, ho modificato qualche frase.
D: Che legame c’è tra te e il protagonista del tuo libro?
R: Il protagonista S.H. ? Nessuno ! La protagonista femminile ? Mi sono ispirato a qualcuno che conosco, ovviamente.
D: Cosa vorresti trasmettere al lettore?
R: Ti dirò: non credo si scriva o si dipinga per trasmettere qualcosa a qualcuno. Ritengo sia più che altro un “moto proprio” dell’artista o dello scrittore, che se ha o sente l’esigenza di scriver qualcosa, o dipingre, se è un pittore, in realtà lo fa per rappresentare una sua realtà interiore, una sorta di mondo a metà fra quello onirico e quello reale, e mostrare una specie di realtà alternativa.
D: Quali sono i tuoi futuri progetti in merito alla promozione del tuo libro?
R: Il libro è stato pensato e scritto in “scene” e non capitoli. Invito te e i tuoi lettori a usare la vostra “logica deduttiva” e a intuire, dedurre, perchè “scene” e non “capitoli”. Non lo sto promuovendo in maniera particolare, primo perchè molti amici e amici di amici lo stanno chiedendo e comprando già senza far io nulla, e poi comunque ho dato il mio benestare a presentazioni pubbliche che avverranno a breve.
D: Ci sarà un seguito ? Prevedi di scrivere altri Romanzi su Sherlock Holmes ?
R: Sto scrivendo il quarto… il che significa che ce ne sono pronti già altri due.
Ringrazio Roberto De marinis per la sua collaborazione e per il tempo che mi ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.
Intervista a cura di Stefania Meneghella