Sanremo 2020 attraverso i miei occhi

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Febbraio per gli amanti della musica italiana è atteso per un evento importantissimo, il Festival di Sanremo , che questo anno ha compiuto settant’anni. A condurlo quest’anno un presentatore che prima d’ora non avevamo mai visto in questa veste, Amadeus che ha saputo perfettamente bilanciare divertimento ed emozione, anche grazie alla presenza di due presenze straordinarie che sono state fisse durante questo Festival: Tiziano Ferro e Rosario Fiorello. Ci sono state anche molte presenze femminili a cui si è data molta importanza, due per ciascuna puntata, che hanno potuto mettere in luce i loro talenti, e si sono fatte conoscere meglio dal pubblico italiano. Sarà sicuramente un festival che sarà ricordato sopratutto per le canzoni, tutte molto diverse tra loro, con artisti e stili variegati, che hanno potuto accontentare un’ampia gamma di pubblico. Sono canzoni che sicuramente rimarranno nel tempo e che anche tra diversi anni continueremo a cantare. Analizziamole meglio.

Achille Lauro: Sono convinta che non ricorderemo Achille Lauro solo per le sue esibizioni di quest’anno e per via dei suoi look innovativi, ma anche per la canzone intitolata “Me ne frego”,orecchiabile e convincente che si memorizza quasi completamente già dal primo ascolto. Un protagonista che sicuramente ha lasciato un’impronta importante in questo festival.

Alberto Urso: Il vincitore dell’ultima edizione di”Amici di Maria de Filippi” ha portato un brano intitolato “Il sole ad est”, che gli ha permesso di avvicinarsi ad una nuova fetta di pubblico che prima del palco dell’Ariston non aveva avuto modo di conoscerlo. La canzone è molto romantica e ben si adatta alla personalità di Alberto che la interpreta in modo ineccepibile.

Anastasio: Abbiamo avuto modo di conoscere l’artista molto bene anche durante la partecipazione ad “X factor” di due anni fa, dove aveva messo in luce la sua dote nella scrittura. Il singolo che ha portato a Sanremo si chiama “Rosso di rabbia”che ci mostra una grande maturità artistica e una crescita sempre più ampia del suo percorso.

Diodato: Il brano vincitore del festival di Sanremo con il brano “Fai rumore”ha portato sul palco dell’Ariston delicatezza e romanticismo, attraverso una scrittura ed una musica che hanno saputo emozionare il pubblico sin dal primo ascolto.

Elettra Lamborghini: “Musica e il resto scompare” fa emergere un nuovo lato della cantante, è infatti la prima volta che la sentiamo cantare in italiano. Questo esordio è stato convincente. Sicuramente ricorderemo la sua canzone dal ritmo ballabile e il testo può essere considerato un vero e proprio tormentone, che ascolteremo spesso in radio.

Elodie:L’impronta di Dardust e di Mahmood si sentono particolarmente nel brano “Andromeda”, una canzone dal ritmo coinvolgente seppur con un testo molto particolare da un significato molto importante, una canzone che ben definisce e identifica anche Elodie.

Enrico Nigiotti: “Baciami adesso”è una canzone che mostra quanto il cantautore toscano sia in grado di mostrare il suo lato più intimo e romantico. Una canzone che probabilmente noi tutte vorremmo ci fosse dedicata.

Francesco Gabbani: “Viceversa”è una canzone completamente diversa da quello che ricordavamo di Francesco Gabbani che ricordiamo in altre vesti sopratutto nel palco dell’Ariston. Una canzone molto ben riuscita, che ci ricorda un concetto fondamentale in una relazione sentimentale:la prima regola è sempre quella di stare bene.

Giordana Angi: “Come mia madre”è una canzone che viene dedicata alla figura più importante nella nostra vita, seppure il testo è personalizzato, è sicuramente valido per tutte le mamme del mondo, che mettono al primo posto sempre i propri figli. Un testo delicato che mi ha molto colpito.

Irene Grandi: “Finalmente io” sancisce il ritorno in un palco molto importante della cantautrice toscana, un singolo che rispecchia a pieno la sua personalità energica e grintosa, in un brano che sembra quasi descriverla anche dal punto di vista caratteriale.

Junior Cally: è un artista che prima di questa partecipazione al festival di Sanremo non avevo avuto modo di conoscere. La sua “No grazie”, esprime in modo netto e deciso il suo modo di vedere le cose, un brano sicuramente sincero che lo definisce.

Le vibrazioni:“Dov’è”è il titolo della loro canzone. Un singolo da un bel sound e da un testo che si ricorda molto facilmente, ciò lo rende un pezzo molto radiofonico, ed è anche per questo che il pubblico è rimasto molto colpito da questa canzone.

Levante: “Tikibombom”è una canzone che nonostante il titolo allegro, racconta di un messaggio molto importante dal punto di vista sociale: la diversità, che non deve essere vista come un difetto ma anzi come spunto di arricchimento e crescita.

Marco Masini: “Il confronto”Il singolo è quasi come un racconto di sè stessi, un confronto della propria vita davanti ad uno specchio, capendo tutto ciò che si è attraversato. Un brano intenso e profondo.

Michele Zarrillo: “Nell’estasi o nel fango” è caratterizzato da un ritmo diverso per il cantautore che in questo caso vediamo in una nuova veste. La canzone racconta del timore di lasciarsi andare talvolta, invitandoci ad affidarci a chi sa esserci sia nei momenti negativi che in quelli positivi.

Paolo Jannacci: “Voglio parlarti adesso” è una lettera d’amore di un padre verso sua figlia, una lettera struggente e delicata nel quale ogni genitore si rispecchia e che ogni figlio vorrebbe sentire.

Piero Pelù:”Gigante” è la canzone per l’esordio sanremese del rocker toscano. Una canzone che non perde della grinta che ha da da sempre caratterizzato l’artista, ma che si arricchisce di un lato amorevole e tenero verso il proprio nipote, ma anche verso quei ragazzi o bambini che vivono situazioni difficili. Un inno alla nascita e alla rinascita.

Pinguini Tattici Nucleari: “Ringo starr”ottimo esordio sanremese anche per la band bergamasca che racconta la loro voglia di essere normali, auto ironici e spensierati attraverso l’utilizzo di una metafora e diversi riferimenti. Un inno alla normalità che può piacere a tutti proprio per la sua estrema sincerità.

Rancore: “Eden” anche in questo brano è presente una metafora la mela come simbolo di tutto ciò che è stato, è e sarà. Una serie di scelte che hanno visto quasi come protagonista delle scelte umane questo frutto. Un testo significativo, che dimostra una grande potenza creativa.

Raphael Gualazzi: “Carioca” la canzone più allegra del festival, dal ritmo gioioso anche per le influenze brasiliani presente nella musica, il tutto accompagnato dalla personalità musicale istrionica dell’artista che con questa canzone non riesce a tenere a freno i piedi del pubblico.

Riki: “Lo sappiamo entrambi”Una storia ormai giunta al termine è quella che viene raccontata in questa canzone, ma anche mancanza di coraggio nell’affrontare questa situazione, probabilmente per paura di perdere la persona che ci era stata accanto fino a quel momento. Una canzone nella quale ciascuno si può rispecchiare.

Rita Pavone: “Niente (Resilienza 74)”E’ stato per me un piacere ritrovare sul palco dell’Ariston un’artista del calibro di Rita Pavone che si è messa nuovamente in gioco con una grinta ed una forma invidiabili. La sua canzone è un brano dal sound moderno, e racconta il coraggio di sapersi rialzare e ricostruirsi, trovando il coraggio necessario.

Tosca: “Ho amato tutto”Racconta di un amore finito, ma della volontà di ricordare con amore e affetto tutto ciò che si è vissuto conservandolo per sempre nel cuore, nonostante la conclusione. Una canzone che si caratterizza per la sua intensità anche nell’interpretazione.

Sono certa che non dimenticheremo con facilità queste canzoni, ma le canteremo tutte per tanto, tantissimo tempo!

 


 


Articolo realizzato da Manuela Ratti

Published by
Stefania Meneghella