I recenti studi hanno dimostrato che scrollare quotidianamente la home dei social provoca il cosiddetto “Brain Rot”. Ecco tutti i dettagli.
Secondo l’Oxford English Dictionary (OED), che è il principale dizionario della lingua inglese pubblicato dalla Oxford University Press (OUP), la parola dell’anno 2024 è la seguente: “Brain Rot”. Quest’ultima, che in italiano significa “marcescenza del cervello” (oppure “marciume del cervello”), racchiude sostanzialmente tutti i problemi presenti nell’attuale società digitale. Per essere più precisi, con il termine “Brain Rot” gli scienziati vogliono riassumere in due parole le conseguenze dello scrolling sulla salute mentale.
Ricordiamoci che lo scrolling è lo scorrimento di immagini o di testi in senso orizzontale o verticale: è ciò che facciamo tutti quando scorriamo (o “scrolliamo”) la home dei social. Ebbene, questo movimento velocissimo ci permette di assorbire decine di informazioni in pochissimo tempo, la maggior parte delle quali non ha però nessun valore culturale.
Le conseguenze del “Brain Rot” sul cervello umano
Secondo Casper Grathwohl, che è il presidente di Oxford Languages, il termine “Brain Rot” indica il deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona. E’ quindi il risultato dell’assorbimento di innumerevoli informazioni banali e di scarso valore culturale, che il nostro cervello attinge quotidianamente dai post presenti sulla home di Facebook, Instagram o TikTok. In altre parole, leggere o vedere velocemente testi o immagini di scarsa rilevanza intellettuale danneggia il cervello. Anzi, a causa dell’enorme mole di dati assorbiti, lo rende molto più affaticato e poco lucido.
Tutto questo, se lo si protrae nel tempo, diminuisce la nostra capacità di attenzione, ci riempie la testa di informazioni inutili, riduce la memoria e, soprattutto, ci rende dipendenti dai social. Scrollando quotidianamente la home entriamo quindi nel cosiddetto “doomscrolling”, cioè nella fase in cui dobbiamo soddisfare l’irrefrenabile voglia di cercare notizie, di scoprire cosa fanno gli amici e di rimanere perennemente in contatto col mondo. Ciò che però sorprende maggiormente è il fatto che nell’ultimo anno – secondo il New York Times – l’espressione “Brain Rot” sia aumentata del 230%.
Questa sorprendente diffusione dimostra che i social hanno già danneggiato la maggior parte dei cervelli umani, creando una vera e propria dipendenza dal mondo digitale. Cosa potremmo fare allora per risolvere il problema? Innanzitutto, bisognerebbe ridurre le ore passate sui social, affinché il cervello possa rilassarsi e godersi finalmente la realtà. In secondo luogo, dovremmo coltivare le nostre abilità e arricchire la mente di informazioni utili e importanti dal punto di vista culturale.