Pasquale Provenzano torna sulla scena musicale italiana con il nuovo singolo Libri da un Beverly: un brano, questo, che racconta il potere dei ricordi e della nostalgia. L’artista ci ha parlato di tutti i suoi progetti tra presente e futuro, svelandoci anche l’essenza della sua musica.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
Non so dirti come e quando; forse posso ricollegarlo a mio nonno che suonava la chitarra e a cui chiedevo di cantare delle canzoni. L’imprinting è probabilmente arrivato lì. Negli anni ci sono poi state le varie conoscenze che ho avuto e il liceo che ho frequentato. C’era una band nell’Istituto di Palermo, che raccoglieva ragazzi che mescolavano le proprie influenze.
Parliamo del tuo nuovo singolo Libri da un Beverly: dove nasce l’idea per questo brano?
L’idea per il brano nasce davanti al cancello di Giurisprudenza, la facoltà che ho frequentato. Quel giorno mi trovavo fuori, e di fronte a me c’era questa ragazza sorridente e felicissima. Era particolarmente contenta; ricordo perfettamente il suo volto e aveva dei libri che probabilmente aveva preso in una copisteria lì vicino. Sale a bordo di questo beverly, e nella mia testa c’era già questa immagine di lei che perdeva quei libri per la strada. Così è stato: perse quei libri, scese e tornò indietro a riprenderli. Alzai gli occhi al cielo e vidi che c’erano dalle foglie, e da lì sono nati i primi versi.
La canzone parla della potenza dei ricordi: cosa rappresentano per te i ricordi e quale ruolo hanno nella tua vita?
I ricordi possono far male ma anche generare nostalgia, che è uno dei sentimenti più forti presente in tutto il mio primo album. La nostalgia è un po’ il ricordo di quando si è stati felici. E’ un testo denso di nostalgia, che inizia dalle converse che tutti da teenager abbiamo avuto ai piedi.
Come ti sei approcciato a questo stile? Cosa c’è dietro questo lavoro?
Non mi piace darmi delle etichette anche se, per una questione di mercato legata alla promozione live, devo farlo. La mia è una semplice vocazione del cantautorato italiano che parte da Tenco, Dalla, Bersani, Carboni fino ad arrivare agli anni 2000 con Negramaro, Calcutta ecc… Ci sono anche delle influenze che vengono dall’estero: sono ad esempio fan di John Mayer.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Ci sono un po’ di cose in ballo: a metà gennaio uscirà il mio primo album, nel quale fa parte anche Libri da un Beverly. Dopo l’album, da febbraio speriamo di poter in giro tutto il progetto con una band live che suonerà 10 tracce del disco e 10 cover che rappresentano il mio passato e il mio presente.