E’ appena giunta al termine questa settantunesima edizione del festival di Sanremo, un’edizione molto particolare, diversa, ma che allo stesso tempo è stata un atto di rinascita per il mondo dello spettacolo, perché gli artisti che si sono esibiti hanno avuto nuovamente la possibilità di potersi esibire in un palco molto importante dopo tanto tempo.
Ventisei le canzoni in gara, di ventisei artisti molto differenti tra loro che permettono al pubblico di spaziare tra vari generi e scegliere quello più bello per i propri gusti da poter ascoltare, e da poter rendere come colonna sonora della propria giornata.
Willie Peyote “Mai dire mai (la locura)”: Sicuramente uno dei testi più impegnativi delle kermesse sonora appena conclusa. Le caratteristiche dominanti sono il testo, che si contraddistingue per la sua satira, ma anche il ritmo molto incalzante e musicale.
Random “Torno a te”: Quello presentato dal rapper è un genere che finora non aveva mai rappresentato, una canzone malinconica e struggente. Un amore desiderato ma che non si è mai realizzato. Attraverso questo brano Random ha potuto far conoscere un lato di sé inedito al pubblico, che ha potuto scoprire un’altra sua veste, e questo potrebbe essere l’inizio di un percorso artistico ancora più ricco.
Francesco Renga “Quando trovo a te”: Una canzone che è un inno alla semplicità, al ritorno a dei rituali tradizionali e apparentemente normali, dove si ritrova però ciò che è davvero importante nonostante tutto. Un singolo da ascoltare per il suo essere orecchiabile, ma anche per ritrovare degli attimi di vita vissuta.
Noemi “Glicine”: Questa canzone è simbolo di rinascita per la cantautrice, che torna sul palco dell’Ariston con una ballad romantica e nostalgica, che sin dal primo ascolto arriva direttamente dritta al cuore del pubblico. Una canzone che racconta di ricordi struggenti, di paure e di fragilità, con una grande voglia di rinascere e ricominciare a risplendere.
La rappresentante di lista “Amare”: Una delle novità di questo festival, una band che può avere rivalsa attraverso questo festival. Una canzone che come già il titolo racconta, spiega le emozioni che si provano quando si ama, il crollare per rinascere, capirsi con poco, con un semplice sguardo. Un brano che si farà ricordare anche per una musica che lascia il segno.
Max Gazzè “Il farmacista”: Una delle canzoni che più entrerà in testa di questo Festival, per il suo testo che anche se composto da tante parole, risulta facile da ricordare e canticchiare. La personalità di Gazzè emerge anche in questo singolo per la sua particolare originalità.
Irama “La genesi del tuo colore”: Un singolo effetto tormentone quello dell’artista, una musica dance trascinante, dalle sonorità dance che rimandano anche al passato. Un brano che sicuramente sentiremo spesso in radio, perché sin dai primi ascolti resta impressa.
Gio Evan “Arnica”: Non ha abbandonato quello che è il suo stile anche l’artista, che attraverso un gioco di associazioni di immagini in cui tutti possono immedesimarsi, con la consapevolezza che rifarebbe tutto da capo, senza cambiare nulla della sua vita. Una canzone dal testo molto poetico e che invita a riflettere.
Lo stato sociale “ Combat pop”: Il ritorno all’ariston della band dopo il secondo posto con “Una vita in vacanza”, classificandosi secondi. Un ritorno che ha visto anche una nuova voce al comando, una canzone allegra, qualcosa che si differenzia dagli stereotipi del palco dell’ariston, ma che la rende speciale proprio per questo.
Ghemon “ Momento perfetto”: Il genere che viene presentato dal cantante è un mix di rap, soul e funk, già un progetto innovativo. Il testo dà molta carica, invita a credere maggiormente in quello che si è, senza paure e timori, perché ogni momento può essere giusto per compiere qualcosa.
Gaia “Cuore amaro”: L’influenza brasiliana è molto forte in questo brano, la si avverte soprattutto dal ritmo avvolgente e pieno di sensualità, e questo aiuta molto il brano ad essere piacevolmente ascoltato e cantato, un brano che mette di buon umore.
Fedez e Francesca Michielin “Chiamami per nome”: Una collaborazione musicale che abbiamo giò avuto modo di ascoltare in altri brani, ma che non tradisce le aspettative. Nel singolo, infatti, si nota la crescita e la maturazione artistica e personale di entrambi gli artisti, e la loro evoluzione la si percepisce sia musicalmente che testualmente. Canzone arrivata al secondo posto.
Fulminacci “Santa Marinella”: Uno dei rappresentanti del genere indie sul palco dell’Ariston è stato Fulminacci, che non discostandosi dal suo genere e da ciò che è stato fino ad oggi, racconta attraverso associazioni di immagini la città di Roma, tra caos e imprevisti.
Maneskin “Zitti e buoni”: La canzone vincitrice di questo festival, è un inno alla rivoluzione, al non cedere sempre alle regole, e trasgredire quando si deve. Un inno all’originalità, che è la caratteristica che ha anche permesso al brano di arrivare così alto in classifica, la libertà di osare.
Malika Ayane “Ti piaci così”: Una canzone dal ritmo movimentato, che sembra incalzare sul testo, che spinge a volersi più bene, accettarsi con più facilità, perché volersi bene può essere l’inizio di una lunga storia d’amore.
Madame “Voce”: La cantante è una delle più giovani rappresentanti della musica all’interno di quest’edizione della manifestazione canora. Un genere che risulta essere diverso da quello che ha sempre proposto finora, ma che permette di far conoscere un altro aspetto, con una sensibilità ed un’emozione ancora più accentuata.
Aiello “Ora”: Canzone nostalgica e malinconica quella che ci presenta il cantautore, dal sapore di qualcosa di non vissuto ma che poteva essere suo. Si assapora il rimpianto e il dolore dei ricordi, e di un futuro che non è potuto avvenire, anche per gli errori commessi nel passato. Una canzone autobiografica, ma che rispecchia la storia di tanti.
Arisa “Potevi fare di più”: Un racconto dal punto di vista femminile di una storia finita, per mancanza di attenzione. Una donna che racconta quanto possa essere spiacevole la sensazione del non sentirsi apprezzata e desiderata, quando alla fine sarebbe bastato poco di più per poter migliorare. Una storia da ascoltare più volte per potersi immergere completamente.
Bugo “E invece si”: Il riscatto del cantautore dopo il sanremo dello scorso anno, che lo ha reso uno dei protagonisti. Questo brano è un inno ad essere sempre sé stessi, non seguire pareri o opinioni altrui, ma semplicemente il proprio istinto e quello che reputiamo sia più giusto. Un brano che descrive alla perfezione la personalità autoriale del cantautore.
Colapesce e DiMartino “Musica leggerissima”: Quello che è diventato il tormentone di quest’ultima edizione della manifestazione canora. Molto trasmessa dalle radio e apprezzata da un’ampia fascia di pubblico dalla più giovane alla più grande, la conoscono tutti a memoria. Un invito ad allontanarsi da quelli che sono i problemi che attanagliano la vita quotidiana e concentrarsi sulle cose più spensierate, un irrefrenabile ritmo anni ’80 la contraddistingue.
Coma Cose “Fiamme negli occhi”: Una canzone inno all’amore profondo, quello che fa ardere e bruciare le anime, che si respira nei piccoli gesti e nelle cose più impercettibili, talvolta basta un solo sguardo. Ritmo incalzante, canzone molto piacevole da ascoltare.
Ermal Meta “Un milione di cose da dirti”: Ritorno alla grande sul palco dell’Ariston per Ermal Meta, dopo la vittoria del 2018 con Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente”. Un inno al romanticismo, al non avere paura ad essere sé stessi con la persona che ci è affianco, un invito a mostrarci anche deboli e fragili perché avremo la certezza di poter contare sempre sull’altro. Una bellissima dichiarazione d’amore.
Extraliscio e Davide Toffolo “Bianca luce nera”: Un genere che finora non era mai stato portato sul palco dell’Ariston, ed è uno spunto per una grande innovazione avvenuta in campo musicale e soprattutto nella manifestazione canora, che quest’anno ha avuto modo di spaziare in vari generi accontentando i gusti di varie fette di pubblico.
Fasma “Parlami”: Dal suo esordio nei giovani lo scorso anno, il giovane cantautore arriva nei big presentando una canzone che fonde alla perfezione quella che è la tradizionale musica d’amore italiana, al rap. Una canzone che racconta di un amore giovane, un invito a non soffermarsi su quelle che sono gli aspetti negativi di un rapporto, ma concentrarsi su ciò che lo può migliorare. Un bacio, uno sguardo che possono migliorare tutto.
Orietta Berti “Quando ti sei innamorato”: Un ritorno alla tradizione con questa canzone, che racconta alla perfezione le sensazioni dell’innamoramento, quando tutto cambia, tutto il nostro modo di vedere le cose e il mondo. Un ritorno alle origini, dal sapore romantico e dolce.
Articolo realizzato da Manuela Ratti