Il 2 gennaio si celebra la Giornata Mondiale dell’Introverso, ma cosa vuol dire essere e sentirsi timido in una società come questa?
La timidezza diventa spesso un ostacolo, soprattutto per chi la vive. Si resta rinchiusi nella propria bolla di vetro e non si riesce a romperla, tanto è potente quella sfera che ci separa dal mondo esteriore. Ci si sente inferiori, inadatti e le persone che ci circondano continuano a vivere come se fosse tutto al posto giusto. Il problema è che, i timidi, un posto sentono di non averlo e a volte continuano ad esistere senza vivere davvero, o almeno finché tutti gli altri non smettano di giudicare comportamenti ritenuti inopportuni o addirittura “strani“.
Forse è per questo motivo che la persona introversa viene omaggiata con un giorno speciale: in lui c’è quel coraggio che non tutti riescono a comprendere.
Cosa succede nel timido in questa società e perché l’introverso è da premiare
Essere timidi – o introversi – vuol dire entrare in contatto con sé stessi, senza bisogno di dare troppe spiegazioni e senza nemmeno parole. I timidi sono persone sagge che non dimostrano saggezza, sono semplici ma senza che ostentino semplicità, sono emotive ma senza che diano a vedere le proprie emozioni. Le persone timide nascondono tutto nello sguardo, che va guardato ma mai giudicato. Gli introversi sono trasparenti e preferiscono non mostrare i colori, spesso fatti di apparenza e dispersi nella folla.
Chi è timido chiede sempre prima di domandare, e si assume colpe che non dovrebbe. Sono gentili, i timidi, e hanno in sé un potere che solo chi è in grado di capire lo comprende. Spesso sono chiusi in una casa tutta loro, chiusa a chiave e con più mandate, e non permettono a nessuno di entrarvi. Solo a volte, sbirciano nella serratura per guardare fuori, e ridono spesso di fronte a una società fatta di caos e fronzoli, fatta di troppe parole e pochi sguardi, fatta di vanti e di tanti “Io sono così” ma soprattutto di “Lo farò anche io“.
I timidi non dicono niente, ma costruiscono nella mente castelli incredibili e straordinari. Le parole sono nei loro sguardi, ma soprattutto in quella mente che è spesso troppo emotiva. Vivono di emozioni, i timidi, e piangono spesso, di nascosto e in un angolino della propria stanza. Vengono accoltellati di frasi violente, e si sentono investiti da un potere che altri si assumono ma che loro sentono di non avere. Sono da proteggere, i timidi, e sono anche da amare più di chiunque altro: chiusi nella loro sfera di cristallo, rompono quel vetro al momento giusto e quando vengono capiti. Solo quando gli altri – appartenenti a una società costruita su fronzoli – smetteranno di fissarli e tenderanno loro la mano, alla scoperta delle loro emozioni. Di quello che non hanno mai raccontato e di ciò che hanno sempre vissuto segretamente.
Dei loro segreti e dei momenti che ancora non sono stati compiuti ma che appartengono ai loro sogni più grandi. Gli introversi hanno sogni che non diranno, ma che faranno capire; hanno speranze mai svelate, parole che non sono mai state svelate, hanno tutto quello che nessuno vede. Ed è questo il motivo più importante per guardarli davvero.