Un altro grande personaggio di uno sport meraviglioso, il kayak, si racconta alle nostre pagine. Nicola Ripamonti, atleta delle Fiamme Gialle, nel suo palmarès ha messo a segno una medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo di Mersin 2013, un argento al World Cup 2014 di Milano e la finale alle Olimpiadi di Rio 2016. Solo per citare alcuni dei suoi traguardi.
Ciao Nicola, perché hai scelto questo sport e cosa ti affascina di più nel praticarlo?
Ho iniziato a praticare canoa all’età di otto anni presso la società Canottieri di Lecco. A dire la verità, mi sono avvicinato alla canoa attraverso il canottaggio: in un primo momento, infatti, ho praticato il canottaggio perché per la canoa ero ancora troppo piccolo (mi dicevano che non riuscivo a toccare il punta piedi). Dopo qualche anno ho scelto definitivamente la canoa ed è stata l’occasione per coltivare la mia passione. L’aspetto che più amo di questo sport è la sensazione di connessione che si crea con la barca e la possibilità che mi dà di stare a contatto con la natura.
Sei fiero di indossare i colori gialloverdi del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle?
Le Fiamme Gialle mi hanno sempre affascinato fin da quando ero piccolo e sono molto fiero di rappresentarle come uomo e come atleta. Mi sono sempre state d’aiuto e mi hanno sempre supportato.
Qual è la gara che non dimenticherai mai?
La gara più bella è stata la semifinale alle Olimpiadi di Rio. Ero capovoga del k2 1000 insieme al mio compagno Giulio Dressino, stavo provando una sensazione di paura ma allo stesso tempo di felicità, sentivamo la barca scivolare bene e colpo dopo colpo vedevamo che salivamo di posizioni. Abbiamo concluso la gara al secondo posto e ci siamo qualificati per la finale. Ricordo bellissimo.
Puoi descriverci il tuo allenamento?
L’allenamento della canoa è abbastanza complesso, perché devi essere molto forte fisicamente ma al contempo devi essere anche molto resistente e tecnico nei movimenti. Per far scivolare bene la canoa sull’acqua sei tu che devi fare da perno tra pagaia e barca. I miei allenamenti si svolgono tra la palestra e il lago. Nel primo periodo della stagione, quindi tra ottobre e gennaio, si svolgono allenamenti aerobici e di forza; quindi tanta palestra, corsa, bici e tecnica di pagaiata. Poi, con il proseguo della stagione ci si concentra di più sullo specifico, quindi gli allenamenti restano sempre sulla fase aerobica ma si inizia a lavorare più spesso in canoa. Fino ad arrivare a maggio che coincide con l’inizio della stagione internazionale: qui gli allenamenti diventano più focalizzati al miglioramento della performance massimale a velocità gara.
Cosa puoi raccontarci, invece, della tua passione per l’equitazione?
Ho iniziato a praticare equitazione da piccolo perché un mio vicino di casa aveva un cavallo presso una scuderia vicino a dove abitavo e un giorno mi ha proposto di andare insieme a lui. Da quel momento mi sono appassionato molto e, anche se da un po’ di anni non pratico più equitazione, ogni volta che riesco faccio un salto alla scuderia e vado a cavallo.
Quanto è importante seguire i propri sogni e lottare per realizzarli?
Bella domanda per uno come me che è un grande sognatore. Collego molto le sfide sportive alle sfide della vita. A volte bisogna avere una bella fantasia, ma per quanto riguarda decisioni ed emozioni, lo sport può essere di grande aiuto. Penso che, se non avessi avuto questa vena sognatrice, soprattutto in uno sport come la canoa che che si presenta sempre in secondo piano, non sarei arrivato dove sono ora. Forse mi sarei arreso prima o forse non avrei nemmeno intrapreso questo percorso.
Cosa insegna lo sport nella vita di tutti i giorni?
Lo sport insegna la fatica, la dedizione e la costanza che serve nel raggiungimento di un obiettivo. Pioggia e vento nel mio sport sono d’ostacolo, esattamente come gli imprevisti nella vita. Tutto fa parte del gioco. Ma alla fine, comunque vada, arrivi che sei un uomo diverso da quello che eri quando sei partito: con più esperienza, forse più consapevole, in ogni caso arricchito, qualsiasi sia stato il percorso. Questo, per me, insegna lo sport.