La cantante polacca Natalia Moskal torna sulla scena musicale italiana con il brano Sole ad Est: un singolo, questo, che racconta il dolore provato per aver perso qualcuno e l’importanza di superare la sofferenza andando sempre avanti. L’artista ci ha incontrati raccontandosi senza filtri, e svelando i suoi progetti presenti e futuri.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
E’ successo molto tempo fa: ero una bambina e cantavo in occasione di qualche concorso organizzato dalla scuola. Mi piaceva moltissimo e lì ho capito che sarebbe stato qualcosa di importante nella mia vita. Poi sono passati tanti anni: avevo circa 15/16 anni quando ho iniziato a registrare le mie prime canzoni.
Parliamo del tuo nuovo singolo Sole ad Est: dove nasce l’idea per questo brano?
Verso la fine dell’anno scorso, ho capito che volevo iniziare a scrivere canzoni mie. Il mio ultimo album contiene le canzoni di Sophia Loren che io ho nuovamente registrato: abbiamo fatto molti arrangiamenti e ho sentito che quello sarebbe stato il momento di tornare a scrivere qualcosa. Il 2022 è stato molto difficile per me: ho così iniziato a scrivere e a lavorare con un nuovo produttore polacco e, visto che lo scorso anno ho vissuto delle esperienze difficili, abbiamo pensato di far uscire questa canzone. Ho messo sulla carta le emozioni che avevo.
La canzone parla della sofferenza che si ha nel perdere qualcuno e nella profonda mancanza che si avverte. Cosa consiglieresti a coloro che stanno vivendo questa situazione?
Direi che quello che mi ha aiutato più di tutto è stare vicino alla mia famiglia e ai miei amici, che mi hanno parlato tanto. E’ importante sapere che ci sono persone che vogliono chiamarti ogni giorno e sapere come stai. Non bisogna inoltre provare a dimenticare, perché quello non succederà a prescindere. Bisogna ogni giorno alzarsi, fare delle cose, trovare qualche routine e aspettare. Con il tempo diventerà tutto un po’ più facile.
Come ti sei approcciata a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Ho registrato il mio primo album sei anni fa, e all’epoca mi sono concentrata maggiormente sulla musica elettronica. Ho inoltre trovato ispirazione dalla musica degli anni ’80 e ’90 e ho fatto poi progetti sinfonici utilizzando solo strumenti live. A un certo punto, volevo tornare all’inizio e ho così incontrato un ragazzo polacco che lavora con tantissimi artisti in Polonia. Quando lavoro con qualcuno, mi ispiro molto a questa persona. Lui mi ha mandato la demo di questa canzone e da lì è partita la nostra collaborazione.
Tu lavori non solo nella musica, ma anche nel mondo dei libri e gestisci una tua casa editrice. Come riesci a conciliare queste due attività?
E’ molto difficile, ma finalmente dopo anni sono riuscita a trovare un modo per riuscire a conciliare questi due lavori. Grazie a coloro che lavorano con me, riesco sempre ad avere più impegni contemporaneamente. La mia casa editrice è anche un’etichetta discografica: l’ho creata tanti anni fa perché volevo fare uscire la mia musica con una mia etichetta e, dopo qualche anno, abbiamo anche trovato dei libri interessanti.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Quest’anno mi concenterò soprattutto sulla musica, e ho quindi iniziato a collaborare con un produttore italiano. Abbiamo deciso di scrivere insieme un nuovo pezzo: vediamo come va. Scrivere musica è per me una terapia e spero che mi possa aiutare.