Gli ingegneri della NASA hanno inaspettatamente ricevuto un segnale proveniente dallo spazio interstellare. Ecco tutti i dettagli.
I tecnici che lavorano presso il Deep Space Network (DNS), che è una gigantesca rete di antenne utilizzata dalla NASA per ricevere e inviare segnali nello Spazio, sono riusciti a captare un segnale inaspettato proveniente dall’eliopausa. Quest’ultima è sostanzialmente la regione nella quale il vento solare viene fermato dal cosiddetto “mezzo interstellare“, il cui materiale è costituito da gas, polvere e da una forte radiazione elettromagnetica. In altre parole, l’eliopausa è il confine del nostro Sistema Solare, oltre il quale inizia lo spazio interstellare.
Stiamo quindi parlando di un luogo distante più di 24 miliardi di chilometri dalla Terra. Ricordiamoci che il pianeta nano Plutone, cioè l’ultimo pianeta del Sistema Solare, dista da noi 4-7 miliardi di chilometri.
Il segnale radio proveniente dall’eliopausa
Agli inizi di ottobre 2024 la NASA, attraverso il Deep Space Network (DNS), ha captato un segnale inviato da un trasmettitore radio situato a circa 24,7 miliardi di chilometri dalla Terra, cioè tra il confine del nostro Sistema Solare e l’inizio dello spazio interstellare. A chi appartiene allora questo antichissimo trasmettitore? Se seguite le missioni spaziali da alcuni decenni lo avrete già capito: l’autrice del “messaggio” inviato ai terrestri è la leggendaria sonda Voyager 1. Quest’ultima, lanciata dalla NASA in coppia con la gemella Voyager 2 nel lontano 1977, è attualmente l’oggetto artificiale più lontano dalla Terra. In questo momento, sta infatti viaggiando alla velocità record di 61.198 km/h oltre l’eliopausa, campionando quotidianamente tutto ciò che trova nello spazio interstellare.
Se ipoteticamente ci trovassimo in quella zona, difficilmente riusciremmo a distinguere il nostro Sole dalle altre stelle, poiché vedremmo solamente dei piccoli puntini luminosi nell’oscurità . Per la precisione, se viaggiassimo con la Voyager 1, ci troveremmo a circa 165 unità astronomiche dal centro del Sistema Solare, cioè a 24 miliardi e 750 milioni di chilometri dal Sole. E non solo: questa straordinaria sonda spaziale si muove nello spazio a circa 61.198 km/h, che corrispondono a ben 17 chilometri al secondo. Immaginate di percorrere in un solo secondo la distanza che c’è tra il Colosseo e Trigoria, una delle frazioni di Roma che dista proprio 17 km dal famoso anfiteatro romano.
Ritornando al segnale radio inviato dalla Voyager 1 agli inizi di ottobre 2024, questo è stato sorprendentemente inviato da un trasmettitore di riserva che non veniva utilizzato dal 1981. Non dimentichiamoci che le due sonde Voyager hanno 47 anni di attività nello Spazio e, secondo gli ultimi calcoli, dovrebbero continuare ad operare fino al 2026. Per la precisione, nel 2025 è previsto lo spegnimento della Voyager 1, mentre quello della gemella è atteso per il 2026. Entrambe producono energia elettrica grazie al Radioisotope Thermoelectric Generator (RTG), cioè un generatore termoelettrico a radioisotopi che è utilizzato anche dai rover della NASA Curiosity e Perseverance su Marte.
Ciò che sorprende però maggiormente, oltre alla longevità degli strumenti, è il fatto che il segnale radio impieghi circa 23 ore per raggiungere le antenne collocate sulla Terra. Se inviaste ad esempio una mail dalla zona dell’eliopausa, cioè dove si trova oggi la sonda, arriverebbe al destinatario terrestre dopo quasi un giorno. E’ quindi straordinario che due sonde lanciate nel 1977, costruite con la tecnologia degli anni ’70, continuino a funzionare e a inviare dati nel 2024 da una distanza di circa 24 miliardi di chilometri dalla Terra.