
Il Teatro Petruzzelli di Bari ha accolto Nanni Moretti per l’assegnazione del prestigioso premio Bif&st Arte del Cinema, il 10 marzo 2025. L’evento ha visto una partecipazione straordinaria, con il pubblico in visibilio per il regista che ha presentato il suo film “Ecce Bombo“. Dopo la proiezione, Moretti ha intrattenuto i presenti con un racconto della sua carriera, rivelando aneddoti e riflessioni sul suo percorso artistico.
Il viaggio nel cinema di Nanni Moretti
Moretti ha iniziato il suo racconto dai suoi esordi nel mondo del cinema, risalendo ai tempi in cui utilizzava il formato Super8. Ricorda con nostalgia le difficoltà di quegli anni: “Giravo con il proiettore per mostrare i miei corti, era tutto molto complicato”. Nel 1973, si presentò al festival di Venezia con i suoi lavori, ma l’evento fu annullato. Decise comunque di proiettare i suoi cortometraggi in una sala vicino a San Marco, dove la risposta del pubblico fu silenziosa e disinteressata. Questo episodio, per Moretti, segnò l’inizio di un percorso di riflessione sul cinema e sul suo pubblico.
Il cinema come riflessione sociale
Nanni Moretti ha sempre visto il suo lavoro come una forma di dialogo con la società. “Il mio cinema parla del mio ambiente politico e sociale, ironizzando su tutto”, ha dichiarato. Il suo primo lungometraggio, “Io sono un autarchico“, e il successivo “Ecce Bombo” hanno segnato un punto di svolta nella sua carriera. Nonostante il successo inaspettato di quest’ultimo, Moretti ha mantenuto la sua identità artistica, rifiutando di conformarsi alle aspettative di un pubblico di massa.
Il ruolo dello spettatore nella sua visione
Moretti ha parlato anche del suo approccio alla regia, evidenziando l’importanza dello spettatore nel processo creativo. “Essere spettatore è un lavoro che opera su di me come regista”, ha affermato. Ha citato l’influenza dei fratelli Taviani e l’uso della macchina da presa fissa, che secondo lui aiuta a mantenere il pubblico consapevole della natura artificiale del cinema. La sua esperienza nel mondo dello sport, in particolare la pallanuoto, ha ispirato la sua visione cinematografica, portandolo a cercare nuove modalità espressive.
Il processo di scrittura e collaborazione
Nanni Moretti ha condiviso le sue riflessioni sulla scrittura cinematografica, ammettendo che, sebbene un tempo fosse più facile per lui scrivere, oggi trova più complesso sceneggiare un film da solo. Ha parlato di come le sue prime opere riflettessero un’epoca di cambiamenti sociali e culturali, e di come la sua scrittura si sia evoluta nel tempo. “Dopo ‘La stanza del figlio‘, ho iniziato a collaborare con altre persone, preferibilmente donne”, ha rivelato, sottolineando l’importanza della diversità nella creazione artistica.
Il rapporto con gli attori
Moretti ha descritto il suo approccio al casting, rivelando che inizialmente non faceva provini per le sue pellicole. Ha preferito lavorare con amici e persone a lui vicine, creando un’atmosfera di familiarità sul set. Oggi, invece, riconosce l’importanza di costruire relazioni più solide con gli attori, evidenziando il talento di figure come Silvio Orlando, che ha saputo portare autenticità in ogni interpretazione.
Il ruolo del produttore e l’impatto della critica
In qualità di produttore, Nanni Moretti ha cercato di restituire parte della sua fortuna a giovani registi, ma ha anche espresso preoccupazioni riguardo a chi si avvicina al ruolo per motivi sbagliati. Ha sottolineato l’importanza di avere il controllo sui finanziamenti per i film della sua casa di produzione, la Sacher. Riguardo alla critica, ha affermato di non sentirsi obbligato a rispondere, lasciando che il suo lavoro parli da solo.
Il Nuovo Sacher e la passione per il cinema
Il Nuovo Sacher, inaugurato l’11 novembre 1991, rappresenta un’importante tappa nella carriera di Moretti come esercente. Ha chiarito che la sua motivazione non è mai stata quella di promuovere il cinema di qualità per dovere, ma per pura passione. La sala è diventata un luogo di incontro per cinefili e un punto di riferimento per la distribuzione di film indipendenti, contribuendo così a mantenere viva la cultura cinematografica a Bari e oltre.