Alcuni ricercatori hanno recentemente dimostrato che è possibile deflettere l’orbita di un grande asteroide con un’esplosione nucleare.
Tutti gli appassionati di esplorazione spaziale ricorderanno sicuramente il famoso film Armageddon del 1998, diretto da Michael Bay e interpretato da Bruce Willis, Billy Bob Thornton, Liv Tyler e Ben Affleck. Questa pellicola di successo, nonostante abbia ricevuto molte critiche negative dal mondo scientifico, ci dà però un’idea di cosa potrebbe capitare alla Terra se venisse colpita da un maestoso corpo celeste. Sempre nel 1998 uscì anche un altro film simile: Deep Impact. Quest’ultimo, rispetto ad Armageddon, è invece considerato un pò più accurato dal punto di vista scientifico.
Ad ogni modo, entrambe le pellicole scelgono le testate nucleari come soluzione del problema: l’idea è infatti quella di depositare sul corpo celeste delle vere e proprie bombe atomiche, affinché possano deflettere l’orbita dell’asteroide o della cometa. Ma tutto questo è possibile farlo nella realtà?
Uno degli impatti più catastrofici avvenuti sulla superficie terrestre è senza dubbio quello causato dall’asteroide Chicxulub da 10 km di diametro, che 66 milioni di anni fa si schiantò nell’attuale Penisola dello Yucatán (Golfo del Messico) a circa 12 km al secondo. Il suo impatto provocò infatti un cratere largo più di 200 km e profondo circa 20 km, che oggi si trova interamente sott’acqua. Come affermano gli scienziati, il gigantesco corpo celeste innescò inoltre un’estinzione di massa, un mega tsunami e un periodo di riscaldamento globale durato all’incirca 100.000 anni. Tutto questo causò addirittura la scomparsa del 75% delle specie viventi, che vivevano nel tardo periodo Cretacico, compreso ovviamente i famosi dinosauri. La moderna tecnologia potrebbe quindi evitare una nuova estinzione di massa?
In realtà, non c’è ancora una risposta secca e definitiva, poiché gli scienziati e gli ingegneri ci stanno ancora lavorando. Il 26 settembre 2022, però, la NASA ha volontariamente fatto schiantare la navicella DART contro Dimorphos, che è una luna dell’asteroide Didymos situato a circa 11 milioni di chilometri dalla Terra. L’obiettivo della missione, che è stato raggiunto con successo, era infatti quello di dimostrare che gli esseri umani possono modificare l’orbita di un corpo celeste. Tuttavia, se il tempo di preavviso non è sufficiente o se il corpo celeste che impatterà contro la Terra è di grandi dimensioni, allora un semplice impattore cinetico (come la sonda DART della NASA) potrebbe non bastare.
In questo caso, l’unica alternativa fattibile sarebbe la deflessione orbitale tramite esplosione nucleare. Non dobbiamo però immaginare una scena da film, in cui una bomba atomica frammenta l’asteroide in mille pezzi, ma ad una deflessione orbitale controllata senza frammentazione. L’esplosione nucleare provocherebbe quindi un “effetto razzo”, grazie all’emissione di raggi X che riscalderebbero la superficie del corpo celeste e la vaporizzerebbero nello Spazio. Tutto questo farebbe quindi cambiare direzione all’asteroide.
Un team di scienziati della Sandia National Laboratories di Albuquerque, guidato da Nathan Moore, ha recentemente riprodotto l’effetto di un ordigno nucleare mentre esplode nelle vicinanze della superficie di un asteroide. I test hanno infatti dimostrato che gli impulsi di raggi X sono in grado di riscaldare la superficie di un corpo celeste e, di conseguenza, di emettere getti di materiale vaporizzato nello Spazio. Il tutto ha inoltre generato una velocità di rinculo di circa 69,5 metri al secondo (nel primo esperimento) e di 70,3 metri al secondo (nel secondo esperimento). Per leggere l’articolo ufficiale pubblicato su Nature potete cliccare QUI.