Il radiotelescopio cinese FAST ha captato un segnale proveniente dalle profondità dell’Universo. Ecco di cosa si tratta.
Uno dei radiotelescopi più famosi della storia dell’esplorazione spaziale è senza dubbio quello di Arecibo, il cui nome completo era National Astronomy and Ionosphere Center (NAIC). Quest’ultimo, che si trovava a circa 15 km dalla città dell’isola di Porto Rico, era caratterizzato da un’antenna a singola apertura da 305 metri di diametro. La sua superficie era inoltre formata da ben 38.778 pannelli in alluminio, i cui lati misuravano tra 1 e 2 metri. Il tutto era poi sostenuto da una maglia di cavi di acciaio.
Tuttavia, dopo 54 anni di attività e numerose scoperte nel campo dell’astronomia, il famoso radiotelescopio di Arecibo collassò il 1° dicembre 2020, a causa di una serie di eventi concatenati: in primis l’uragano Maria e l’assenza di interventi strutturali. Oggi, il suo erede si trova in Cina e ci sta aiutando a svelare i vari misteri dell’Universo.
Le nuove scoperte del radiotelescopio cinese
Nel sudovest della Cina, precisamente nella concavità di un bacino naturale situato nella contea di Pingtang (provincia del Guizhou), si trova il maestoso Five hundred meter Aperture Spherical Telescope (FAST). Quest’ultimo, grazie alla sua antenna parabolica da 500 metri di diametro, è il nuovo radiotelescopio più grande al mondo. Secondo gli esperti, è addirittura tre volte più sensibile dell’osservatorio di Arecibo. Per realizzarlo, la Cina ha dovuto sborsare una cifra stellare tra il 2011 e il 2016: 1,2 miliardi di yuan, che corrispondono a circa 160 milioni di euro. Se desiderate cercarlo su Google Maps, è sufficiente digitare le seguenti coordinate geografiche: 25°39’11.0″N 106°51’24.0″E.
Il suo obiettivo principale è quindi quello di captare eventuali segnali inviati da una qualche forma di vita extraterrestre intelligente e, soprattutto, di scrutare l’Universo attraverso “l’ascolto” di onde radio emanate dai corpi celesti. FAST – come affermano gli esperti – può anche rilevare i segnali provenienti dalle pulsar e dall’idrogeno neutro, che avvolge la nostra galassia. A novembre 2024, il gigantesco radiotelescopio cinese ha infatti scoperto la sua 1.000esima pulsar. Quest’ultima, che è anche definita come una sorgente radio pulsante, è sostanzialmente una stella a neutroni che emette fasci di radiazioni. In altre parole, è ciò che rimane di una stella dopo la sua esplosione come supernova.
Le pulsar sono inoltre delle stelle di neutroni in rapida rotazione, il cui intenso campo magnetico emette dei potenti fasci di radiazione elettromagnetica dai poli. Osservare questi fenomeni astronomici è importante anche per testare la famosa Teoria Generale della Relatività di Albert Einstein, per rilevare le onde gravitazionali a bassa frequenza e per svelare tantissimi altri segreti dell’Universo.