Il fondale dell’Oceano Pacifico continua a stupirci: una spedizione di 45 giorni ha individuato delle strane creature viventi.
Tantissimi scienziati e divulgatori scientifici, fin dagli anni ’50, ci hanno sempre detto che noi umani conosciamo più la superficie lunare e marziana che i fondali oceanici del nostro pianeta. Questa affermazione, nonostante l’attuale tecnologia e decenni di esplorazione, è ancora valida nel 2025. Una spedizione di 45 giorni nella zona di Clarion-Clipperton, un’area del fondale dell’Oceano Pacifico amministrata dall’International Seabed Authority (ISA), ha infatti portato alla scoperta di strane creature abissali mai osservate prima: questi organismi bentonici pullulano a circa 5.000 metri di profondità
Per quanto riguarda la zona di Clarion-Clipperton, questa è un’area vastissima del fondale dell’Oceano Pacifico, situata tra le Hawaii e il Messico. È una regione di grande interesse, sia scientifico che economico, poiché sembrerebbe essere ricchissima di risorse minerarie. Ancora oggi è infatti in atto un feroce dibattito sull’impatto che provocherebbe la loro eventuale estrazione sugli ecosistemi marini presenti nella zona.
La ricchezza dei fondali oceanici
Questa particolare zona dell’Oceano Pacifico, che si trova tra le Hawaii e il Messico, si estende per milioni di chilometri quadrati, sotto i quali si nasconde un vero e proprio tesoro dal valore inestimabile: i noduli polimetallici (o anche detti noduli di manganese). Questi ultimi sono sostanzialmente delle rocce a forma di patata, che si formano attraverso un lento processo naturale. Contengono ricchi giacimenti di metalli preziosi come il manganese, il nichel, il cobalto, il rame e le terre rare: tutti elementi importantissimi per la produzione di batterie per le auto elettriche, per gli smartphone, per i pannelli solari e per altre tecnologie utili alla transizione energetica.
Secondo la US Geological Survey (USGS), nella zona di Clarion-Clipperton si stimano circa 21,1 miliardi di tonnellate secche di noduli polimetallici, che contengono una quantità significativa di metalli preziosi. Se lo sfruttamento minerario dei fondali marini continuerà ad aumentare ai ritmi attuali, entro il 2065 una parte significativa dei metalli strategici per le tecnologie verdi potrebbe essere estratta dalle miniere oceaniche. Tuttavia, il Natural History Museum ha avvertito che la rimozione dei noduli potrebbe causare danni irreversibili agli ecosistemi marini, in quanto le forme di vita che li popolano difficilmente riuscirebbero a riprendersi.
Le strane creature scoperte nell’Oceano Pacifico
Il 20 marzo 2024 si è conclusa una spedizione scientifica di notevole interesse nella zona di Clarion-Clipperton, durante la quale l’equipaggio della nave oceanografica britannica ‘James Cook’ ha fotografato numerose specie marine mai viste prima. I ricercatori hanno inoltre prelevato campioni dal fondale marino per ulteriori analisi. Regen Drennan, un biologo marino post-dottorato presso il Natural History Museum di Londra, ha infatti affermato che molte di queste specie marine, individuate a 5.000 metri di profondità, non sono mai state studiate dalla scienza.
Il team è riuscito a fotografare un’amperima rosea, un cetriolo di mare soprannominato “maiale Barbie”, per via del suo colore rosa e della sua strana forma. Nella lunga lista degli esseri viventi scoperti a 5.000 metri di profondità ci sono anche l’unicorno trasparente (appartenente alla famiglia degli Elpidiidae) e un’elegante spugna di vetro a forma di coppa, che gli esperti ritengono abbia circa 15.000 anni di età. Si tratta quindi dell’essere vivente più longevo mai scoperto sulla Terra.