Michele Pecora rappresenta uno dei punti di riferimento della storia della musica italiana, e le sue canzoni hanno lasciato un segno.
In attesa del Minturno Festival Estate 2023, di cui lui sarà il direttore d’orchestra, il cantante si è raccontato ai microfoni di Kosmo Magazine. Tra qualche aneddoto del passato e qualche sogno per il futuro, ha così parlato di quello che lo aspetta e di quanta strada ha fatto per arrivare fin qui.
Lei è sicuramente uno degli artisti che ha fatto la storia della musica italiana. Ricorda quando ha capito che sarebbe stata la sua strada?
L’ho capito quando ero molto piccolo: avevo 12/13 anni. Ho iniziato a suonare la chitarra e ho capito che la musica sarebbe stata la mia strada. Finita la terza media, mi sono così iscritto al Conservatorio.
Le sue parole sono poesia, e sono ancora oggi cantante da numerose persone. Dove trova l’ispirazione per i suoi lavori?
L’ispirazione arriva dalle mie riflessioni, non da un fatto che accade. Sono riflessioni sul passato e sul mio guardare il mondo, sul ricevere degli stimoli. C’è sempre qualcosa che fa scattare in me l’idea di scrivere una canzone. Non scrivo quasi mai per forza, ma lo faccio sempre in maniera naturale.
Oggi ci sarà il Minturno Festival Estate 2023, e lei dirigerà l’Orchestra che sarà la protagonista della serata. Quali sono le sue aspettative a riguardo? Quale sarà secondo lei la reazione del pubblico?
Minturno la vivo in modo particolare, perché ho un impegno professionale importante. Cerco di mettere tutti quanti a proprio agio, sia per quanto riguarda il discorso musicale che umano. Conosco la psicologia degli artisti e riesco a interagire meglio con i miei colleghi. Minturno è inoltre la città di Pasquale Mammaro, è un suo evento e con lui c’è un’amicizia che arriva da lontano e che è proseguita anche al di fuori del lavoro. Per questo, sento ancora di più la responsabilità di dare il massimo. La risposta del pubblico è sempre molto bella, e c’è tantissima gente che viene. Le canzoni che eseguiamo appartengono alla storia della musica italiana ed è tutto molto coinvolgente.
Tra i suoi brani più conosciuti c’è senz’altro Era Lei: dove nacque l’idea per questo brano? C’è qualche aneddoto che vuole raccontarci?
L’idea era inizialmente bloccata, perché non riuscivo a scrivere in testo e non c’era niente che mi piacesse. Un giorno mio padre, che è stato un uomo di cultura e letteratura, scrisse qualcosa in cui c’erano i tempi dell’estate e della luna. Mi colpirono molto queste immagini e mi venne in mente la frase “L’estate in mano ai capricci del Sole”. Sono partito da lì e la canzone è venuta fuori di getto.
C’è adesso molta attesa per il Festival di Sanremo 2024. Cosa ne pensa della direzione artistica di Amadeus? Pensa di poter tornare sul palco dell’Ariston?
I dati gli danno sicuramente ragione, come anche i risultati di vendita e di ascolti. La sua direzione artistica ha premiato il Festival e ha premiato anche lui. C’è molta attesa per l’edizione 2024: se ci fosse l’occasione di poter partecipare, lo farei con molto piacere. Non ho mai fatto Sanremo come artista, ma come autore e direttore d’orchestra. Dovrei avere un grande pezzo e capire se c’è la possibilità di accedere.
Futuri progetti?
Ho realizzato, in tre anni di lavoro, una raccolta di tutte le mie canzoni, quelle che ho scritto per altre e quelle che ho cantato io. Ho insomma voluto realizzare questa raccolta cercando di essere più fedele possibile alle versioni originali, riproducendo le sonorità e gli arrangiamenti. In seguito a questo grande lavoro, uscirà in autunno una nuova produzione di brani inediti.