Melanie Francesca, originaria della Svizzera e residente negli Emirati Arabi, è un’artista a 360°: scrittrice, pittrice e personaggio televisivo, ha scritto numerosi libri per Rizzoli e Cairo Editore e ha partecipato – nel piccolo schermo italiano – a vari programmi di rilievo come il Maurizio Costanzo Show. E’ tornata oggi sugli scaffali delle librerie nazionali con la sua ultima fatica letteraria, Il Maestro edito da Cairo Editore. La storia – venuta alla luce anche nei due primi libri della saga – è ambientata in una Dubai surreale, mentre la protagonista Anna si trova a fronteggiare un mondo che in realtà non le appartiene e da cui si sente spesso distante. L’incontro con il Maestro sarà lei per fetale. L’autrice ce ne ha parlato in questa intervista.
Il tuo nuovo libro Il Maestro è il terzo capitolo della trilogia dedicata appunto alla storia di Anna. Cos’è cambiato in questo libro e come si è evoluto il personaggio di Anna?
Anna è maturata, cresciuta, era una ragazza suscettibile da questa Dubai che lei non capiva. E’ una giostra in cui entri, ed è un mondo surreale: è tutto molto finto e sintetico e, in questa realtà, lei non ci stava bene. Non capiva suo marito perché c’erano divergenze culturali; il loro era un matrimonio interreligioso e interculturale con tutte le conseguenze che ne derivano. Grazie al Maestro lei riesce a maturare e capire come andare d’accordo con questa situazione che per lei è sempre stata spinosa. All’improvviso tutto si appiana, soprattutto perché mette in pratica degli insegnamenti del Maestro. Non si capisce in realtà chi sia questo Maestro, ma arriva per risolvere la situazione.
La storia è inizialmente ambientata ad Abu Dhabi, città in cui vivi. Cosa ti ha lasciato questa città più di tutto e cosa pensi che ha lasciato (e lascerà) nel lettore?
E’ una città sovradimensionata, nuova, progressista, futurista. L’architettura post moderna è meravigliosa: ha una ricchezza che, forse solo nel Rinascimento, la nostra Firenze aveva. Gli sceicchi hanno infatti trasformato completamente la città. In questa scatola lussuosa, c’è però anche il terzo mondo: ci sono delle popolazioni che non hanno avuto la maniera di essere istruite e che sono anche immigrate. Queste rendono Dubai un posto splendido esternamente ma privo di coesione, di cultura, e anche un posto in cui ci si sente una sorta di colonialista in un mondo surreale. C’è insomma una spaccatura tra le società.
Nel libro si avverte questo contrasto tra la vita virtuale e quella reale, che può portare spesso a mettere in pericolo la propria esistenza. Cosa consiglieresti ai giovani che non riescono a staccarsi da questa tecnologia, proprio perché l’hanno conosciuta sin dalla loro nascita?
La figura del Maestro è collocata negli anni 2000-2003, durante i quali internet era agli albori. Lui afferma più volte di non essere contrario a questa tecnologia ma di sapere dell’esistenza di alcuni pericoli che questa realtà virtuale porta. Si rischia soprattutto di perdersi in essa: Anna se ne accorge quando vede suo figlio Amir alle prese con un videogioco. Per lui la vita del videogame è molto più eccitante della realtà stessa, e c’è quindi il rischio di diventare dipendenti e di perdersi, dimenticando così di vivere fuori da un videogioco. Si parla di come la Terra stessa possa essere come un videogioco, e nasce così questo contrasto tra il mondo virtuale e la realtà. C’è quindi il rischio di essere un doppio specchio, di perdere la nostra anima e diventare solo mente. Questi sono i pericoli della digitalizzazione e del transumanesimo da cui il Maestro ci mette in guardia. L’unica maniera per ritornare nella propria anima è ricordarsi di chi si è mediante l’autosservazione. Quando mi vedo parlare, capisco che io non sono il mio corpo e non sono le mie parole, quindi cosa sono? Gesù diceva: “Io sono Colui che è“. Si va quindi fuori anche dalla dimensione del tempo e si ferma il tempo, scoprendo così che il presente è l’unica dimensione che ci appartiene. Dal presente si risolve sia il passato e sia il futuro, perché permette di eliminare tutte le ansie e le paure.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Sto scrivendo poesie e un approfondimento su Il Maestro, perché tutti erano incuriositi molto su questo aspetto. Nel libro questi insegnamenti sono mescolati anche da molta leggerezza.