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Lasciamo la parola a Massimiliano Varrese, con l’augurio più grande di proseguire in questo meraviglioso percorso.
D: Ti appassioni ben presto al canto, alla recitazione e al ballo. Come si sviluppano in te queste passioni?
R: Diciamo che i primi a folgorare le mie sinapsi di artista furono gli “eroi” del cinema muto e film in bianco e nero. Vedere Chaplin che nella sua lontananza temporale aveva in sé qualcosa di futuristico, le movenze, alcuni gesti, le emozioni sottili che mi arrivavano. Solo oggi ho la capacità di capire veramente il genio racchiuso in tutto quel mondo. Lo stesso Tot , secondo me, si è ispirato a lui e persino Michael Jackson più avanti. Io ultimamente, negli ultimi anni, appena posso ripropongo Smile, nei miei spettacoli teatrali. Per questo vorrei ancora ringraziare il Maestro Albertazzi per aver fatto la supervisione di una mia regia in “Processi in Versi” dove ho avuto il coraggio di omaggiare Chaplin la prima volta. Poi arrivarono ai miei occhi Dean Martin, Jerry Lewis. Sinceramente mi sento un po’ un artista di altri tempi, seppur molto moderno e un po’ visionario nel mio percorso artistico.
D: C’è stato un momento in particolare nel quale hai capito che il mondo dello spettacolo era la strada giusta per te?
R: Ma non c’è mai stato un momento preciso, è come se avesse deciso qualcuno per me…Per me era una esigenza, era come un fuoco dentro che mi spingeva a mettermi in scena, ad esprimere la mia interiorità, da prima molto con il fisico e poi negli anni lentamente più in modo intimistico. Un poco come si dice nella arti marziali tradizionali, in età adolescenziale si ha bisogno di scaricare fisicamente, come una primavera carica di Sole, ci si deve sfogare, più si cresce e più si diventa come un tappeto di neve che si posa leggero con eleganza sulle cose. Ecco credo che l’equilibrio sia nel
trovare il connubio nel difficile incontro tra il Sole e la Neve. Non trovate? Comunque la Carrà mi ha fatto capire che ero nato per essere un professionista dello spettacolo.
D: Come credi il tuo approccio nel mondo dell’arte sia cambiato?
R: Crescendo, ripeto che si vedano le cose in modo più profondo e anche i propri orizzonti personali fatti di alti e bassi, e di sguardi ai perché della vita, portino a vivere l’arte in modo più sincero, più vero, più sanguigno e la falsità attorno tende a farsi da parte da sola. Si necessita di Verità.
D: C’èqualche esperienza in campo artistico nella quale ti vorresti cimentare? Quale?
R: Sicuramente sto pensando già da tempo, come ho già fatto in teatro e per alcuni video clip, alla regia. Sto lavorando alla mia opera prima che si ispira al mio romanzo “L’Estate è già Finita”, un testo che è stato adottato per i suoi spunti spirituali e positivi, come testo terapeutico nella Biblioterapia dalla Dott.ssa Rosa Mininno, psicologo e psicoterapeuta, con cui collaboro felicemente da qualche anno, e tutto questo grazie a questo testo. Sicuramente oltre alla regia, mi piacerebbe molto dipingere, mettere in scena qualche installazione. Ancora non ci ho provato. Vedremo. Ah vi state chiedendo cosa sia la Biblioterapia? Andate sul sito www.biblioterapia.it .Esiste in nord Europa da moltissimo anche negli ospedali.
D: Ti è mai capitato attraverso un personaggio interpretato di conoscere qualche nuovo aspetto del tuo carattere o magari di superare un tuo limite?
R: Ce ne sono stati molti di personaggi e di lavori che mi hanno dato l’opportunità di lavorare sodo e superare i miei limiti. Sempre stato così. Le mie scelte sono state sempre in base a questo, superare i miei limiti, le mie paure, le mie pipe mentali, un po’ come tutti. Per questo, grazie ai miei studi oliatici e alle arti marziali, sono riuscito ad andare sempre oltre, e crescere. Riuscire a superare le proprie paure e le proprie ansie, saperle gestire e girarle, trasformarle in creatività, in ascolto è la cosa che più ho imparato a fare. E’ grazie a questo che ho fondato e ideato il metodo Training Olistico Attoriale™, una routine veloce adattata alle nostre menti occidentali, un metodo che ottimizza, sintetizza, tecniche di concentrazione, gestione emozionale e del corpo, nei momenti che precedono un performance, o durante la performance stessa, ampliare i sensi e lasciarsi andare all’ascolto del corpo, della mente, e di se stessi contemporaneamente, le une senza escludere le altre; più facile a farsi che dirsi. Insomma non lasciarsi sopraffare dall’ansia! Presto questo metodo sarà edito e scaricabile via web, sia in audio che in pdf.
D: C’èqualcosa che vorresti consigliare a chi si affaccia al mondo dello spettacolo? Hai qualche consiglio per poter permettere di affrontarlo meglio?
R: Non imitate, non abbiate l’ansia di arrivare subito! Siate sinceri. Veraci. Personali. E onesti con voi stessi. Ma anche con gli altri, dite subito quello che pensate con educazione e rispetto, sempre, ma con fermezza. Non fatevi scoraggiare mai.
D: Se tu non fossi diventato popolare nel mondo dello spettacolo quale sarebbe stato il tuo “piano b”?
R: Sinceramente non lo so, nel senso che il mio piano B forse era fare l’atleta marziale a livello professionistico; diciamo che non ho mai smesso e che il mio piano b più che “b” per me è un piano parallelo che sto portando avanti da sempre, come quello delle discipline naturali olistiche e ora i due piani stanno collimando.
D: In cosa la popolarità ti ha cambiato?
R: Se mi ha cambiato non lo so. Forse agli inizi ero più orso, più intimidito, ora sono più libero di essere sempre me stesso in ogni occasione.
D: Quali sono le differenze che hai percepito tra il mondo del cinema, del teatro e della tv?
R: Sembrano tutti diversi, ma una cosa sola li accomuna, anzi dovrebbe, se non hai una grossa preparazione, una certa professionalità, se non ti spacchi la schiena nel voler andare oltre i tuoi limiti e se non rimani umile con te stesso, nel senso di voler sempre imparare, nessuno ti rispetterà e la carriera durerà poco. Le lunghe carriere sono fatte di alti e bassi, ma sono lunghe.
D: Quali sono i tuoi futuri progetti?
R: In questo momento sto ultimando le riprese di un docu-film sulla via dell’Arcangelo Michele, di cui sono anche co-produttore insieme a Philms, una giovane produzione specializzata in documentari. Un docu- film, questo sull’Arcangelo, che indaga sulla linea esoterica dei suoi siti principali, che scava dal punto di vista storico, antropologico più che dal punto di vista religioso, ma Mauro, il giornalista che interpreto, sarà costretto da questo continuo scavare, a farlo inevitabilmente anche dentro di sé. E poi altri progetti in costruzione, in attesa magari di un nuovo ruolo in un
film Tv…chissà.
Ringraziamo Massimiliano Varrese per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.
Recensione e pubblicazione a cura di Stefania Meneghella
Intervista realizzata da Manuela Ratti