Marco Ligabue torna sulla scena musicale con il nuovo singolo Nel metaverso con te, un omaggio ai suoi 10 anni di carriera da solista. Dopo il grande successo nazionale che ha avuto il libro Salutami tuo fratello, Ligabue sceglie adesso di dedicarsi alla propria immaginazione e di svelare come potrebbe diventare il puro – e semplice – sentimento dell’amore in un mondo fatto solo di tecnologia.
Com’è nato il tuo primo vero approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
I miei genitori avevano una balera quando ero piccolo, e io mi ritrovai improvvisamente a suonare lì. A 15 anni presi in mano una chitarra e capii subito che, in pochi giorni, avrei potuto cantare. Da lì è nato un amore che mi è esploso dentro e che non è più finito.
Sono trascorsi dieci anni dal tuo primo debutto da solista. Cosa è cambiato da allora e quanto si è evoluta la tua musica?
Sono stati dieci anni intensi, durante i quali ho messo insieme tre dischi, una raccolta di singoli e ben 750 eventi. Penso di essere maturato molto oggi: ho iniziato tardi la carriera da solista, ma adesso è cambiato il mio modo di cantare e di fare musica.
Parliamo del tuo nuovo brano Nel metaverso con te. Dove nasce l’idea per questo progetto?
Tutto è partito da un dubbio: in un mondo che viene attratto solo da novità tecnologiche, in quale direzione e che fine farà l’amore passionale, carnale e romantico? Non sarà più una certezza eterna? Mi sono così immaginato in un mondo del metaverso con una nuova versione dell’amore.
Il singolo racconta questo continuo contrasto tra la realtà e il virtuale, e svela come potrebbe essere l’amore nell’era del metaverso. Pensi che l’amore possa cambiare in una realtà virtuale e che possa plasmarsi a questa nuova dimensione?
Vedo che qualcosa sta già cambiando: noi siamo partiti da un contatto analogico e siamo arrivati a un contatto digitale. Stiamo facendo i conti con un cambio epocale. In passato bisognava conquistare una ragazza in un pub o in disco. Oggi passa tutto attraverso dei direct, delle foto, un messaggio: spero di essere solo nel corso di una sbornia e che, a un certo punto, ci svegliamo e capiamo quali siano le cose vere dell’amore.
Cosa consiglieresti che sono invece nati in questa dimensione virtuale?
E’ difficile dare loro un consiglio, dato che sono cresciuti con questo. Ho una figlia di 15 anni e ogni tanto ci promettiamo di stare qualche ora insieme dimenticandoci della tecnologia. Sono spesso le ore più belle che passiamo insieme, e ho così capito che il metaverso può essere un’arma di distrazione di massa. Bisogna sicuramente imporsi con i ragazzi, e dire loro di mangiarsi – ad esempio – una pizza senza telefono, imparare a dialogare, raccontare barzellette, saper scindere i momenti da soli dai momenti trascorsi con la tecnologia.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Sono uscito con questo brano, e ho altre canzoni che ho già inciso. Non faranno parte di un album ma sono tutte legate a un fil rouge. Sono inoltre in partenza per i live: il 2 aprile inizio nel Veneto con il mio concerto classico, e faremo 30/40 concerti da aprile a settembre. Parallelamente porto avanti il tour del libro Salutami tuo fratello.