Marco Carta – vincitore di Amici 2007 e del Festival di Sanremo 2009 – ritorna sulla scena musicale con il brano Sesso Romantico, un singolo all’apparenza spensierato ma che nasconde un messaggio profondo legato all’intimità e alle relazioni. Una canzone, la sua, che parla di amori che si incontrano nel corpo, facendo a pugni per trovare il proprio posto. Una guerra – e una continua ricerca della pace – tra cuore e cervello: due organi distanti, ma che spesso si uniscono e si fondono in un dialogo eterno chiamato appunto amore.
Hai ricevuto numerosi riconoscimenti a livello musicale, ma quando è nata questa fiammella per la musica? Come hai compreso che sarebbe stata la tua strada?
La fiammella è nata prestissimo, quando ero molto piccolo. A soli sei anni, avevo espresso il grande desidero di voler fare il cantante. Non ho in realtà ricordo del primo imprinting con la musica: era già presente nella mia vita sin dai primi anni. E’ iniziato tutto con le sigle dei cartoni animati; pian piano è cresciuta questa cosa ed è diventato un vero e proprio lavoro.
Sei diventato noto grazie al talent Amici, e questo ti ha portato a vincere Sanremo nel 2009. Cosa è cambiato da allora e quanto si è evoluta la tua musica?
E’ cambiato tanto nella mia vita; tutti questi eventi portano inevitabilmente a cambiare la vita. E’ arrivato un talent show così grande che improvvisamente, dall’anonimato, mi ha fatto diventare così popolare. Le prime volte giravo per strada, e sentivo la gente che cantava le mie canzoni. Era quello che avevo sempre desiderato. L’esperienza di Sanremo è stata poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso in senso buono.
Parliamo del tuo nuovo singolo Sesso Romantico: come nasce l’idea per questo brano?
Questa canzone nasce dalle nuove esigenze di scoprirsi e dall’esigenza di togliere tutti questi tabù. Nelle discussioni che ci sono tra amici e parenti, parlare di sesso diventa spesso un tabù. Invece è bello: ci si confronta, fa bene, non è una cosa negativa. Ovviamente il tutto deve avvenire con i termini giusti e nel modo giusto. Il brano nasce quindi da questa autoanalisi, e dalla consapevolezza che parlarne fa bene: aiuta anche a rendersi conto di quello che si vuole veramente. Il sesso romantico è quello che mantiene ancora in piedi i sentimenti, e non fa sì che tutto si sporchi e si rovini.
In questa canzone, si parla di amore ma anche di contrasto tra cuore e cervello. Secondo te, si può mai trovare un equilibrio tra questi due organi?
Secondo me si, ma non è sempre così. Siamo spesso progettati per auto-sabotarci. Il cervello è la macchina più intelligente che ci sia, e ha questa capacità di sabotare il corpo. E’ un po’ quello che avviene nella somatizzazione: c’è un dialogo infinito tra cuore e cervello. L’equilibrio si può trovare con l’analisi nel vero senso della parola: sin da bambino, ho fatto analisi dopo la morte di mia madre e l’ho fatto ogni volta in cui ne ho sentito il bisogno. Dopo un po’ di tempo, ho capito che si può fare pace tra cuore e cervello ma è più che altro una tregua. Il contrasto ritorna sempre in qualche modo: insomma, siamo fatti per auto-sabotarci.
Cosa c’è dietro il tuo genere? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
La mia musica proviene dall’R&B, il ghost, la musica nera. In questi anni ho fatto tante scoperte e ho scoperto che possono esserci tanti stili che mi piacciono. Non mi posso dunque definire con un solo stile, perché altrimenti mi incasello. Quando mi piace una cosa, divento quella cosa. In questi anni, ascolto di tutto e apprezzo di tutto.
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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Oggi esce Sesso Romantico e c’è una grande felicità per questo. Dopo l’estate, ci sarà invece un singolo e sto cercando di capire se voglio anche far uscire un disco. Sto vedendo se riesco a farcela con i tempi. Voglio sicuramente regalare un disco a tutte le persone mi seguono da tempo.
Intervista a cura di Stefania Meneghella