
Uno dei nomi più illustri del cinema africano, il regista maliano Souleymane Cissé, è deceduto il 15 aprile 2025 a Bamako, capitale del Mali, all’età di 84 anni. Cissé è stato un vero e proprio pioniere della settima arte nel continente, noto per il suo approccio innovativo e per la sua capacità di raccontare storie africane con una sensibilità unica.
Un pioniere del cinema africano
Souleymane Cissé ha guadagnato un posto di rilievo nel panorama cinematografico internazionale grazie alla sua opera più celebre, Yeelen, presentata al Festival di Cannes nel 1987, dove ha ricevuto il Premio della Giuria. Questo film ha segnato un punto di svolta per il cinema africano, rappresentando una narrazione profonda e complessa delle esperienze e delle culture del continente. La sua estetica visiva e il modo in cui affrontava temi sociali e culturali hanno ispirato generazioni di cineasti, non solo in Africa, ma in tutto il mondo.
Nato il 21 aprile 1940 a Bamako, Cissé ha dedicato oltre cinquant’anni della sua vita alla realizzazione di film che riflettono le sfide e le bellezze del continente africano. La sua carriera è iniziata come proiezionista, un’esperienza che lo ha spinto a studiare cinematografia presso il Gerasimov Institute of Cinematography di Mosca. Tornato in Mali nel 1970, ha iniziato a lavorare come cameraman, producendo documentari che mettevano in luce le questioni sociali del suo Paese.
Opere significative e riconoscimenti
Il primo lungometraggio di Cissé, Den muso (“La ragazza”), realizzato nel 1975, ha affrontato temi delicati come lo stupro e la stigmatizzazione sociale, ma ha subito la censura da parte del governo maliano, portando all’arresto del regista. Nonostante le avversità, Cissé ha continuato a produrre opere che trattavano questioni di grande rilevanza sociale e politica.
Tra i suoi lavori più noti si distingue Baara (“Il lavoro”), un film del 1978 che esplora le dinamiche di classe attraverso la vita di un operaio e di un ingegnere. Questo film ha ricevuto l’Étalon d’or de Yennenga al Fespaco nel 1979, un riconoscimento prestigioso per il cinema africano. Nel 1982, Cissé ha diretto Finye (“Il vento”), un’opera che criticava il regime militare e le tradizioni oppressive, che gli è valsa un secondo Étalon d’or nel 1983.
Un’eredità duratura
Il capolavoro di Cissé, Yeelen, è considerato una delle opere più importanti del cinema africano. Ambientato nell’Africa precoloniale, racconta il viaggio di un giovane alla ricerca di conoscenza e potere spirituale. Questo film ha fatto la storia, rendendo Cissé il primo regista africano nero a ricevere un premio al Festival di Cannes.
Nel 1995, Cissé ha presentato Waati (“Il tempo”) in concorso per la Palma d’Oro, consolidando ulteriormente la sua reputazione internazionale. Oltre alla sua carriera di regista, ha ricoperto il ruolo di presidente dell’Unione dei Creatori e Imprenditori del Cinema e dell’Audiovisivo dell’Africa Occidentale, contribuendo attivamente allo sviluppo dell’industria cinematografica nella regione.
Nel 2023, in onore del suo contributo pionieristico al cinema, Cissé ha ricevuto il premio Carrosse d’or al Festival di Cannes. La sua dedizione alla narrazione autentica e il suo impegno nel rappresentare le realtà africane hanno lasciato un’impronta profonda nel panorama cinematografico globale.
La morte di Souleymane Cissé rappresenta una grande perdita per il cinema africano e mondiale. La sua famiglia, attraverso la figlia Mariam Cissé, ha espresso shock e profondo dolore per la sua scomparsa, sottolineando l’impatto duraturo che ha avuto nel mondo del cinema.