
Un’importante iniziativa cinematografica si prepara a debuttare nelle sale italiane: il 3 aprile 2025, il film Lumière – L’avventura del cinema, diretto da Thierry Frémaux, sarà proiettato in collaborazione con la Cineteca di Bologna e Lucky Red. Questa pellicola presenta 120 vedute restaurate dei fratelli Lumière, un omaggio alla loro innovazione e al loro contributo fondamentale alla storia del cinema. Frémaux, noto anche per il suo ruolo di direttore del Festival di Cannes, ha condiviso la sua visione e il suo entusiasmo per questo progetto durante una conferenza stampa a Roma.
Il significato della nascita del cinema
La nascita del cinema è comunemente attribuita al 1895, anno in cui i fratelli Auguste e Louis Lumière realizzarono il celebre film Uscita dalla fabbrica. Questo breve filmato rappresenta non solo il primo di oltre duemila “vedute”, ma anche l’inizio di una nuova era per il cinema, che avrebbe poi evoluto il linguaggio visivo e narrativo. Lumière – L’avventura del cinema si propone di esplorare questo patrimonio attraverso una selezione di filmati restaurati con cura dal laboratorio L’Immagine Ritrovata. Frémaux, che guida anche l’Institut Lumière di Lione, ha utilizzato questo materiale prezioso per creare un’opera che celebra l’eredità dei Lumière e il loro impatto duraturo sul mondo del cinema. La distribuzione in Italia avverrà grazie a un’iniziativa che mira a riportare in vita il cinema classico, rendendolo accessibile a un pubblico moderno.
Frémaux e la responsabilità del cinema
Durante la presentazione del film, Thierry Frémaux ha sottolineato l’importanza del “gesto cinematografico” realizzato dai Lumière. Secondo lui, la domanda fondamentale per ogni regista è: “Qual è il posto giusto dove posizionare la macchina da presa?”. Questo interrogativo implica una grande responsabilità, poiché il modo in cui si racconta una storia attraverso l’immagine può influenzare la percezione del pubblico. Frémaux ha messo in evidenza come le vedute dei Lumière, pur essendo brevi e semplici, possano essere paragonate ai video di TikTok o ai reel di Instagram di oggi. Tuttavia, ciò che distingue il cinema è la sua serietà e l’impegno degli autori nel rappresentare la realtà. “Il cinema è un’arte etica”, ha affermato Frémaux, richiamando l’attenzione sulla necessità di una riflessione profonda sull’uso delle immagini nel contesto attuale, dove la quantità di contenuti spesso supera la qualità.
Un ponte tra Lumière e Méliès
Frémaux ha anche affrontato la storica contrapposizione tra i Lumière e Georges Méliès, due figure iconiche del cinema. Mentre i Lumière sono spesso associati al documentario, Méliès è visto come il maestro della finzione. Frémaux ha chiarito che entrambi i soggetti sono essenziali per la comprensione del cinema come forma d’arte. “Louis Lumière raccontava un mondo reale, mentre Méliès ha creato illusioni e magia”, ha spiegato. Questa complementarietà è fondamentale per apprezzare l’evoluzione del cinema, da Bresson a Rossellini fino alla Nouvelle Vague e oltre. L’eredità dei Lumière si estende ben oltre il loro tempo, influenzando generazioni di cineasti e arricchendo il panorama cinematografico globale.
Un patrimonio da preservare
Le 120 vedute presentate nel film di Frémaux offrono uno straordinario spaccato della società di oltre un secolo fa, mostrando scene quotidiane, eventi storici e paesaggi di un’epoca passata. Questi filmati non sono solo un documento della storia del cinema, ma anche un’importante testimonianza della vita quotidiana di 130 anni fa. Frémaux ha dichiarato che il suo obiettivo è quello di rendere il materiale dei Lumière accessibile a tutti, contribuendo alla storia collettiva. A tal fine, è prevista l’introduzione di una piattaforma online, Lumière+, che permetterà a studiosi e appassionati di esplorare il vasto archivio delle vedute dei Lumière. Mentre il film si prepara a debuttare nelle sale, l’invito è a riscoprire il potere del cinema e il suo ruolo nella nostra cultura, un messaggio che Frémaux desidera trasmettere con passione.