Luca Di Sessa si racconta in questa intervista inedita, nella quale ha parlato della sua carriera e dei suoi futuri progetti.
L’attore è apparso di recente nella serie tv Mike, che racconta la storia del grande e iconico Mike Bongiorno e che ha ottenuto un grande successo sul panorama televisivo. Dopo aver vissuto diverse esperienze cinematografiche, Di Sessa ha vissuto il suo primo ruolo da protagonista nel film Più di ieri, presentato di recente durante il Matera Film Festival.
Ricordi il momento esatto in cui hai iniziato a recitare? Quale emozione hai provato?
Lo sognavo da quando ero molto piccolo, all’età di 4 – 5 anni. All’epoca ero un grandissimo fan di Harry Potter, e volevo essere lui. Effettivamente ho iniziato a 17 anni studiando con Ivano Marescotti a Ravenna. La prima volta in cui ho recitato ho provato una sensazione di leggerezza, come se avessi trovato il mio posto. Quella è stata la conferma che mi ha fatto dire: “Questo è ciò che voglio fare!”.
Sei molto giovane ma alle spalle hai già diverse esperienze in ambito televisivo e cinematografico. A livello lavorativo, qual è il sogno che più ti piacerebbe realizzare?
Sarebbe bello lavorare in un film in cui interpreto un artista che abbia avuto una qualsiasi ossessione. Mi piacerebbe dare corpo e voce a un personaggio del genere.
Ti abbiamo visto nella miniserie rai Mike, dedicata al grande Mike Bongiorno. Com’è stato prendere parte a questo grande progetto?
Il primo provino non fu per il ruolo che ho fatto, ma è stato molto interessante e bellissimo. Eravamo solo io e il casting director: provammo due scene per quel ruolo. Mi dissero che ero piaciuto molto ma che per quel ruolo non andavo; mi chiamarono così qualche mese dopo per propormi un altro casting per il personaggio di Tino, che ho poi interpretato nella miniserie. Lui è un giovane partigiano amico di Mike. Il provino fu con il regista e fu molto interessante, perché io portai una mia proposta e una mia visione iniziale del personaggio, che è stata poi completamente capovolta nel processo creativo della costruzione di Tino.
Cosa ti ha lasciato il tuo personaggio?
Sicuramente un grandissimo rispetto verso quel periodo e verso i giovani partigiani. Il mio ruolo rappresentava i giovani caduti durante la Resistenza, e io ho fatto tantissime ricerche per prepararlo. Ho guardato moltissime interviste di partigiani sopravvissuti alla Resistenza, e proprio questo mi ha lasciato tanto umanamente, soprattutto questo sforzo dei giovani dell’epoca che rischiavano la loro vita e che hanno combattuto per dare alla nuova generazione un’Italia migliore.
Io ho lavorato con Elia (Elia Nuzzolo ndr) e il lavoro di Claudio Gioè l’ho visto sullo schermo. È stato interessante vedere come entrambi hanno portato Mike – una persona così iconica – e come l’hanno rappresentato. È stato stimolante vedere i loro due processi creativi a confronto. In prima persona ho vissuto la parte di Mike da giovane, e abbiamo girato anche in un carcere di Torino dov’erano stati fucilati dei partigiani. Si respirava un clima pregno di storia.
Parlando del presente, è stato presentato al Matera Film Festival il film Più di ieri di cui sei il protagonista. Ti va di raccontarci il progetto?
Il film racconta la storia di questi due ragazzi, Christian e Lucas, che rappresentano due mondi molto diversi tra di loro. Per caso si incontrano e prendono qualcosa uno dall’altro, crescono insieme ed esplorano quello che ha da offrire l’altro mondo. È una storia di esplorazione, di amore, di famiglia, e per me è stato un progetto bellissimo e il mio primo film da protagonista.
Quanto c’è di te nel personaggio che interpreti? Cosa pensi che ti abbia insegnato?
Di me c’è sicuramente un lato timido e ogni tanto giudicante verso me stesso, ma anche molto riflessivo. Questo personaggio mi ha insegnato a crescere imparando a guardare cosa mi sta attorno, a cogliere le cose che gli impulsi esterni ti regalano.
Un film che parla di gioventù e delle difficoltà che spesso i giovani incontrano. Cosa consiglieresti ai tuoi coetanei che ancora non riescono a trovare la loro strada?
Direi soprattutto di non abbattersi; ognuno ha un percorso diverso e ognuno ha i propri tempi. Direi di cercare di esplorare il più possibile, perché prima o poi qualcosa che ti piace la si trova. Non c’è nessuna fretta, e questo concetto è sicuramente importantissimo.
Futuri progetti?
Dopo l’uscita di Più di ieri, nel 2025 è in uscita una serie per Rai prodotta da Wildside per la regia di Daniele Luchetti e Valia Santella. La serie si chiama Prima di noi, e io interpreto un bellissimo ruolo a cui sono tanto legato e non vedo l’ora che esce anche questo progetto.