Facebook: Hai mai corso tra le nuvole?
I piedi camminano lentamente nell’aria; si fanno leggeri, a volte fragili, e poi diventano piuma. All’improvviso, iniziano anche a volare e tramutarsi in rondini, ed essere. I piedi vivono nella propria essenza fatta di magie e miracoli. E corrono… anche loro corrono. Corrono volando, e volano correndo.
In un luogo diverso, surreale, importante.
Lo fanno senza pensare, quasi improvvisando. Nella mente, nel cuore, nel mondo, nel tutto e nel nulla. I sentimenti scorrono, e quel luogo continua ad essere, anziché esistere.
È il luogo del cielo: delle nuvole che conducono ad altre realtà e che, illuminate dalla luce, trasformano la propria essenza in qualcosa di vero, di vivo.
E tu, che leggi e pensi, “Hai mai corso tra le nuvole?”
È proprio questo il titolo della silloge poetica di cui vi parlerò oggi. “Hai mai corso tra le nuvole?” (Minerva edizioni) del giovane autore Lorenzo Cioce. Una raccolta – questa – che porta a un’attenta riflessione già dall’inizio, quando l’aspirante lettore si ritrova ad improvvisarsi interpretatore di una domanda che, apparentemente, sembra essere utopica. Le nuvole sono solo un luogo lontano, irraggiungibile, addirittura illusorio. Nelle pagine che seguono, l’autore utilizza però parole recondite, nascoste nelle piccole sfumature di un inconscio che spesso è a noi sconosciuto e, attraverso la descrizione di stati d’animo, momenti quotidiani, attimi che ci rendono vulnerabili, ci porterà a compiere un viaggio nella poesia, da sempre essenziale per la nostra esistenza.
È stata proprio la poesia la protagonista della presentazione di “Hai mai corso tra le nuvole?” a cui ho assistito con piacere, in cui Lorenzo ha raccontato il suo mondo e il mondo di chi lo circonda. L’evento, svolto nel magico Castello di Conversano (BA) e organizzato da “Il Libro Possibile Caffé”, è stato moderato dal giornalista Attilio Romita e ha visto lo splendido intervento della blogger Giusy Ronchi, conosciuta in rete come Montagnadilibri che, per tutti gli amanti della lettura, è diventata un punto di riferimento e una preziosa consigliera di parole ed emozioni.
Durante la presentazione, sono stati tanti i pensieri dedicati alla poesia, alla bellezza della vita, al mondo dei giovani che spesso non viene compreso e all’importanza dei sogni, fiori che crescono nell’anima.
Prima di lasciare la parola all’autore, concluderò però questo mio intervento con una poesia, che io stessa ho avuto il piacere di leggere con grande sorpresa durante l’evento, dinnanzi a un pubblico affamato di conoscenza. Il titolo è “Eco-poetry” e parla di quello che siamo. Eccola qui.
Sono un pannello solare a
Volte triste, a volte al mare.
Sono una pala eolica a volte fissa,
a volte mossa, sono idroelettrico,
mangio acqua, sorseggio elettroni; sono
un impianto nucleare, creo scorie,
tremendamente radioattiveeee.
Meglio essere pannello,
sono sul tetto di svariati mondi, mi associo
al sole e fisso le stesse e dopotutto
regalo energia.
(Lorenzo Cioce)
Lascio ora la parola a Lorenzo Cioce, con l’augurio di proseguire in questo meraviglioso percorso.
D: Come nasce l’idea per questa raccolta poetica?
R: È un lavoro di quattro anni cominciato subito dopo la pubblicazione del libro precedente “Lo Sprecainchiostro”. È un lavoro che inizia nel 2012 e termina ad inizi 2013. La voglia di pubblicarlo nasce nel 2015/2016, per infondere un messaggio di speranza alla mia generazione.
D: Che ruolo ha la poesia nella tua vita e che ruolo dovrebbe avere, secondo te, nella vita di tutti i giovani?
R: Per me, la poesia è un’oasi ed un riferimento creativo, è ciò che mi fa stare bene e mi dà spunto per nuove idee. Penso che per i giovani possa essere uno strumento di analisi in più che permette soprattutto di sviluppare la loro immaginazione.
D: Quale pensi sia il modo migliore per correre tra le nuvole?
R: La migliore corsa tra le nuvole è quella nata da un’idea, da un progetto o sogno che si rincorre, anche per anni con ostinazione. È cercare di raggiungere obiettivi personali o di gruppo.
D: Tra le tue pagine, analizzi le varie sfaccettature dell’animo umano, come la felicità e la nostalgia. Qual è il motivo principale di questa scelta?
R: Amo fare ritratti di emozioni e sentimenti. L’ultima poesia che ho scritto, che non fa parte di questa raccolta si chiama “L’elogio della serenità”, ed è l’espressione di un sentimento o un’emozione messo poi sulla carta.
D: C’è una poesia, tra quelle che hai scritto, alla quale sei particolarmente legato? Perché?
R: Sono legata al “Silenzio delle labbra”, che ho scritto il 16 maggio 2016, il giorno del mio compleanno. È un dono che ho fatto a me stesso e agli altri, e rappresenta molto la mia passionalità.
D: Interessante è anche l’analisi di ciò che ci accade nella quotidianità, dal punto di vista politico-economico, come hai scritto nella poesia “Gli spreaddisti”. Qual è il significato principale di questa scelta?
R: Penso sia un modo di vivere. Ogni scelta quotidiana è una scelta politica, anche la più semplice, perché comporta delle responsabilità. Per me la politica è essere cittadini ogni giorno quindi è intesa in questo senso.
D: I destinatari a cui hai voluto rivolgere questa raccolta penso siano i giovani. Qual è il consiglio che daresti loro per continuare a correre tra le nuvole?
R: Non mi sento di dare consigli ma di continuare a cercare sé stessi tutta la vita; l’importante è appunto cercarsi. È un consiglio che cerco di applicare soprattutto a me stesso.
D: Quali sono i tuoi futuri progetti in merito alla promozione del tuo libro?
R: Credo che continuerò a cercare eventi anche inusuali, proposte personali. Ho fatto presentazioni in un’enoteca e in una grotta anche. I prossimi sono alla gelateria “Fassi” di Roma, luogo storico romano, e per me è un’immensa soddisfazione. Poi sarò l’8 luglio, al Festival di Polignano; sarà molto bello poter parlare del mio libro in piazza di sabato sera, come se fosse una discoteca emotiva. Per il resto c’è la pagina Facebook sul libro, con recensioni dei lettori, che si possono trovare anche su ibs. È bello ottenere il loro riscontro.
Ringrazio Lorenzo Cioce per la sua collaborazione e per il tempo che mi ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.
Recensione e intervista a cura di Stefania Meneghella