C’è un modo per sconfiggere l’ansia che spesso ci distrugge la vita, ed è scrivere pensando proprio a lei.
Anni e anni di studi non ci hanno ancora fatto comprendere quanto sia importante pensare alla propria vita, piuttosto che al giudizio degli altri o alla pressione che ci impone questa società. Non ci hanno fatto capire nemmeno che, a volte, basta chiudersi in una stanza e ad occhi chiusi tornare a respirare, dopo la mancanza di ossigeno che abbiamo avuto e che non ci ha permesso di vederci esattamente per come siamo.
Per questo motivo, scrivere alla propria ansia potrebbe essere un metodo davvero speciale per dire basta. Dirlo a lei ma soprattutto a noi stessi, che ormai viviamo con questo panico che ci prende per mano e non ci lascia camminare da soli. L’ansia è dentro di noi e, a volte, può anche esserci amica.
Lettera alla mia ansia…
Cara Ansia,
mi sembra così complicato chiamarti con la lettera A. Quando penso a te, penso a quello che mi capita appena apro gli occhi, ma anche a quello che succede quando di sera li chiudo e cado nel sonno profondo. Per questo dovrei chiamarti con tutte le lettere, e non dovresti avere un nome preciso. Non dovrei nemmeno chiamarti, ma pensarti, come si pensano agli amori prima che nascano, ai giorni prima che arrivi primavera, come si pensa sé stessi quando ci si specchia con la consapevolezza di non conoscersi affatto. Tu, parola senza nome, conosci il luogo in cui ho abitato prima che tu nascessi dentro di me? Sai com’era la mia vita prima di te? Nulla, perché sei sempre stata tu la migliore dentro di me.
La più forte, la più potente, la più straordinaria, l’unica.
Hai avuto il potere di schiacciarmi sin dall’inizio e lo hai fatto con il coltello negli occhi. Mi hai puntato quell’arma al cuore e mi hai stretta forte, come se fosse una fitta troppo dolorosa da dimenticare. Quando penso a te, penso a quella strada che mi hai posto davanti: io che cammino su quel percorso vuoto e deserto, lo faccio senza fermarmi e senza guardarmi indietro. Penso di farcela. Dietro di me, compari tu all’improvviso mentre mi abbracci e mi fai quasi male. Continui a distruggermi, piano piano e lentamente, come lenta è anche la mia camminata, come lenta è l’intensità del pensiero che rivolgo verso di te. Come lenta diventa la voglia che ho di schiacciarti, e allora chiudo gli occhi e lo faccio senza pensarci.
Mi catapulto così in una stanza buia e deserta, e dentro tremo mentre fuori sorrido e il mondo urla. Sono talmente forti, quelle grida che ascolto, che mi sembra di potermi distruggere improvvisamente. Sparire in ogni batterio che compone il mio corpo, che tutto si possa distruggere dentro di me. Questo è un dolore che mi porto dentro, e da cui non riesco a fuggire via. Sei proprio questo, Ansia? Sei tu la più forte ed io mi sento solamente una briciola sotto il tavolo. Tu sei il legno che mi schiaccia e che mi rende polvere: sei un fantasma nero e scuro che mi entra nelle viscere e mi fa paura. Sempre più grande, sempre più forte, sento che mi stai facendo svanire e, questo dolore al petto, non mi fa dormire, arriva fino alla testa e mi tramuta i pensieri.
Senza di te, la mia vita sarebbe stata bella. Avrei potuto camminare per le strade, ascoltare i giudizi della gente e ridere delle parole taglienti che fanno sempre male. Avrei potuto piangere senza farmi entrare l’acqua nell’anima, e avrei potuto cambiare momenti, vite, persone e non mi sarei portata addosso questo peso che è la tua coscienza. Ma tu ci sei e, con te, ci sono anche io, e questa nostra unione ci ha trasformati e fatto vivere in un modo tutto nuovo. Quando non ci sei, mi sento libera: il petto mai compresso, le gambe che non tremano, il mondo va in frantumi mentre io mi sento forte, potente, bella.
Sono finalmente io, senza di te. E anche tu sei tu, senza di me. Poi apro gli occhi ma ti trovo ancora lì: stavolta mi sei davanti e vuoi abbracciarmi, mentre spalanchi le braccia e noi iniziamo a camminare insieme. Cara Ansia, io so che non te ne andrai mai e che continuerai a starmi affianco come si fa con un’amica. Insieme possiamo essere libere davvero.
Questo testo non si sostituisce ad alcuna forma di terapia utilizzata nella cura di ansia e attacchi di panico, ma vuole trasmettere un significato molto importante: il primo passo per affrontare l’ansia è l’accettazione del proprio disagio e della propria identità.