Facebook: Leon Cino
Esiste un mondo diverso sulla Terra, un mondo dove ogni cosa è leggerezza e forza assieme, dove avere coraggio significa muovere passi, dove ogni minimo gesto è dettato dal modo speciale che si ha di incontrare sguardi e sorridere.
Questo mondo si chiama danza.
Perciò, oggi incontriamo un danzatore che cammina volando. Il suo nome è Leon Cino.
C’è qualcosa in particolare che si evince dalla danza di Leon, ed è il suo avere le ali ma restare sempre con i piedi per Terra; è il suo muoversi con determinazione e naturalezza. E’ il suo esprimersi con tutta la forza che ha in corpo, quella stessa forza che spesso si tramuta in coraggio.
Lasciamo la parola a Leon Cino, con l’augurio più grande di continuare a camminare in questo suo mondo.
D: Come si sviluppa la tua passione per la danza?
R: È stato un caso; agli inizi, grazie a mia madre che mi ha portato a fare il test di ingresso. Poi da cosa nasce cosa, e ho continuato a raggiungere anche dei risultati.
D: Hai danzato sin da piccolo con importanti personalità del campo. Quali sono le lezioni che più hai imparato da loro e che hai mantenuto poi per il tuo futuro?
R: Devo dire che ognuno di loro ha un particolare che li contraddistingue, dallo stile alla disciplina. Gli studenti vengono plasmati dagli insegnanti, quindi è come se lo studente rubasse quella particolare cosa e lo facesse per sé, per poi usarla e addirittura trasmetterla agli altri.
D: Hai avuto anche modo di confrontarti con la danza in molte parti del mondo. Hai visto delle differenze su come questa forma d’arte viene vista?
R: Ogni parte del mondo si differenzia nella danza, credo proprio per via della cultura. Invece per quanto riguarda la parte dell’arte e cioè il ballo, tutti la amano però solo alcuni investono con criterio per diffonderla.
D: Nel 2003 hai partecipato al talent show “Amici” condotto da Maria De Filippi che ti ha portato grande visibilità. Qual è il momento che ricordi con maggiore emozione di quell’esperienza?
R: Intanto avere vinto, poi averci lavorato. Studenti nuovi, colleghi…insomma è stata un’emozione continua.
D: Sei stato anche direttore artistico dello spettacolo “Trittico”. Com’è stato cimentarti in questo nuovo ruolo?
R: Mi piace tanto anche ora. Mi piacerebbe continuare questa cosa e sto cercando di portarla avanti.
D: Quale tra i tanti stili di danza con i quali ti sei confrontato credi più ti appartenga? Perché?
R: Alla scuola del Teatro alla Scala di Milano ti insegnano ad avere apertura mentale per tutte le discipline; certamente il genere privilegiato era il classico ma ci tenevano tanto ad insegnarti più stili possibile. Credo quindi che mi appartengano tutti.
D: Ti sei visto anche nei ruoli di attore nel film “La città invisibile”. E’ un’esperienza che rifaresti? Se sì, in che ruolo ti piacerebbe cimentarti?
R: Esperienza molto bella anche questa e la rifarei volentieri ancora e ancora. Mi piacerebbe qualsiasi ruolo ma sarei bugiardo se non dicessi: un personaggio principale.
D: Come definiresti quello che è stato il tuo percorso fino ad ora? Qual è un sogno che vorresti realizzare nel futuro?
R: Il percorso è stato un’avventura. Vorrei poter fare tutto quello che si è detto fino ad ora, dal ballare all’insegnare, avere una scuola mia fino a cimentarmi da attore.
D: In cosa trovi cambiato il mondo dello spettacolo, in particolare della danza, da quando hai iniziato ad ora? E’ cambiato il tuo modo di affrontarlo?
R: No, le battaglie sono sempre le stesse. E ci si adegua alle problematiche.
D: Quali sono i tuoi futuri progetti?
R: Intanto collaboro con due scuole dove i rapporti sono molto buoni: quindi continuerò a mantenere questi buoni rapporti. Il futuro non si sa.
Ringraziamo Leon Cino per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.
Recensione a cura di Stefania Meneghella
Intervista realizzata da Manuela Ratti
Pubblicazione a cura di Roberta Giancaspro