“Casa” non è solo la nostra abitazione, casa rappresenta tutto ciò che ci fa sentire al sicuro, un luogo dove ci sentiamo protetti. Casa, però non è solo un luogo, ma è anche sinonimo di famiglia, gli amici o i legami che nel corso del tempo creiamo, ciò che amiamo. Ci sentiamo, quindi, a casa nel momento in cui possiamo essere davvero noi stessi senza alcun filtro, senza l’esigenza di mostrarsi per ciò che non si è davvero, quando non si vuole indossare alcun tipo di maschera, ma rivelarci nel nostro essere e nelle nostre emozioni e fragilità più profonde. La musica per Leiner ,è sempre stata rifugio e casa, e oggi ci racconterà tutto quello che questa forma artistica ha rappresentato per lui, quanto la musica ha rappresentato una tappa fondamentale per essere quello che oggi abbiamo modo di conoscere. Leiner (Apartado, Colombia, 23 giugno 1997) dimostra fin da piccolo una grande passione e inclinazione per la musica e il ballo. Entra a fare parte del gruppo vicentino di danza hip-hop “Brown Sugar”, con cui vince numerose gare internazionali e si aggiudica diversi riconoscimenti personali. Inizia fin da subito a studiare canto e pianoforte, oltre che a prendere lezioni di batteria. Già dal 2013 l’artista inizia a scrivere e comporre canzoni proprie, prima in inglese, poi in italiano e spagnolo. Nel mese di ottobre del 2014, Leiner passa le varie selezioni e partecipa all’ottava edizione del programma televisivo X Factor, riuscendo ad arrivare alle semi-finale della gara presentando il brano inedito dal titolo “Tutto quello che ci resta”, uscito come primo singolo per Sony Music.Da settembre 2015 fino a marzo 2017 entra a fare parte come cantante del gruppo Dear Jack partecipando al Festival di Sanremo 2016 con il brano “Mezzo Respiro” e al “Mezzo Respiro” Tour in tutta Italia. Nel novembre 2017 entra a far parte del Cast del Musical “Madagascar” e nel 2019 nel musical “Priscilla la regina del deserto”. Dal 2020 torna grazie all’etichetta GreyLight Records nelle scene musicali con il suo primo lavoro da solista.
Lasciamo la parola a Deborah Iurato con l’augurio di proseguire in questo meraviglioso percorso.
D: Come nasce la tua passione per la musica?
R:Devo dire che la musica è arrivata nella mia vita in modo spontaneo, senza cercarla in alcun modo. Ricordo che i miei genitori quando ci siamo conosciuti, mi hanno regalato un mangia cassette giocattolo con un microfono, da lì non me ne sarei più staccato per molto tempo. Da piccolo amavo ballare, era il mio sogno, poi è arrivato il canto.
D: Ti fai conoscere al grande pubblico attraverso l’esperienza di X Factor. Che ricordo hai nell’esperienza del talent?
R: È stata un esperienza davvero istruttiva, tutto è nato dal volermi cimentare in qualcosa di importante, non sognavo di sfondare nella scena musicale ma di imparare e spingermi oltre i miei limiti. Di quella avventura ricordo soprattutto il duro lavoro, l’aver condiviso il palco con artisti che stimo profondamente, nazionali ed internazionali, e l’adrenalina dei live. Sono grato di essere arrivato così avanti nel programma, e si, nonostante tutto, è stato l’inizio di una mia (speriamo) lunga carriera.
D: Hai poi collaborato con i Dear Jack. Quali sono le differenze che percepisci tra un progetto solista e uno collettivo come quello della band?
R:Credo in un certo senso alla fine ci si ritrova comunque a lavorare sempre in “gruppo”, sia da solista che in una band, ed i metodi sono i medesimi. Tuttavia la differenza sta nel condividere un palco con altre persone con cui convivi nel quotidiano, è davvero una cosa bella e che in un certo senso ti fa sentire più a casa. Invece in una carriera da solista punti quasi tutto su te stesso, che per alcuni aspetti è personalmente stimolante, per altri a volte è più difficile, nel senso di dover affrontare molte cose da solo, ma ripeto, alla fine c’è sempre un gruppo.
D:Raccontaci del tuo ultimo brano “ Casa nostra”
R: “Casa Nostra” credo nasca da un’esigenza, ovvero quella di raccontare il mio passato, nello specifico il momento della mia adozione. Nell’ultimo anno sono tornato a scrivere nuova musica, con l’unico scopo di tirare fuori ciò che sentivo dentro, e casa nostra è stata una nascita spontanea, riflettevo su quanto fossi grato di questa vita e della mia famiglia.
D: Quali sono le sensazioni e le emozioni che vorresti suscitare al pubblico attraverso questo brano? Quali pensi siano i lati che emergano bene di te da questa canzone?
R: Vorrei riuscire a trasmettere tutta la gratitudine che ho per questa vita, per ciò che ho avuto e soprattutto per la mia famiglia. È una canzone semplice, spero di lasciare una sensazione di spensieratezza e gioia, esattamente quella che provo io pensando a questo argomento
D: Raccontaci del videoclip di questo ultimo singolo. Che emozione ti ha suscitato crearlo e poi vederlo realizzato?
R:Quando abbiamo finito la canzone, volevo che il video avesse la stessa importanza della canzone. Nello stesso momento ho conosciuto Manuel Bragonzi, presidente di un’associazione di ragazzi adottati, con cui siamo riusciti a recuperare molte testimonianze di esistenze come la mia. Volevo che arrivasse la parte più bella di questo tipo di “viaggio”.
Insieme a Federico Santolin, che mi ha aiutato con le riprese, abbiamo girato le mie parti cantate, alla ricerca anche di una sorta di dualismo tra il “me” di ieri e di oggi. Antonio de Bonis, che ha curato la regia del video, è stato personalmente molto bravo nell’assimilare la canzone e rappresentarla, collocando in modo fantastico il materiale che avevamo raccolto, il tutto in linea con il senso della canzone. Devo dire che vedere il risultato finale la prima volta è stato emozionate, ho sentito una mano sul cuore che mi ha commosso, sentivo che avevo fatto una cosa davvero bella, non solo per me, ma per tante altre realtà come la mia.
D: E’ in progetto un disco? Come lo immagini?
R: Al momento mi sento in esplorazione, negli ultimi anni mi sono un po’ allontanato dal palco, ma non ho mia smesso di osservare ciò che nasceva attorno a me, nuova musica di altri artisti che poi personalmente si rivelano ispirazione e consigli. È complicato parlare di disco in questo momento, sia per il tempo che stiamo vivendo, sia per una mia visione personale sul creare un album. Ho grandi progetti e vorrei fare delle cose importanti, e per fare cose che possano lasciare il segno credo ci voglia tempo e concentrazione. Ci sto lavorando, ma non ho ancora un immagine chiara di esso.
D: Come credi di essere cambiato in ambito musicale dai tuoi esordi?
R:Sembrerà strano, ma credo di essere cambiato più come persona che come cantante, certo sto studiando molto per essere ben preparato a ciò che magari arriverà, ma la vera differenza che sento di me è la consapevolezza; il Leiner esordiente era un po’ disorientato, si affidava all’istinto degli altri più che al suo, invece ora mi sento più centrato, ho delle idee che sto sviluppando concretamente, ora faccio le cose in primis per me.
D: C’è un sogno che vorresti realizzare nel tuo lavoro?
R: Uno dei sogni che vorrei realizzare nel mio lavoro sarebbe quello di collaborare con artisti che stimo molto, magari arrivare nell’internazionale, conoscere realtà ancora più grandi dell’Italia, e dare tutto me stesso a queste esperienze.
D: Quali sono i tuoi futuri progetti?
R: Non sono mai molto proiettato sul futuro, se ci si pensa bene, soprattutto con i tempi che corrono, è difficile da immaginare, quindi cerco di vivere giorno per giorno. Tuttavia ho degli obiettivi, vorrei arrivare pronto a nuove esperienze importanti, il mio sogno più grande è poter lasciare il segno, facendo ciò che sento dentro, e non è una cosa così semplice; quindi se dovessi dire, ecco, questo si, è il mio progetto per il futuro.
Ringraziamo Leiner per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandole di continuare a sorprenderci e sorprendersi.
Intervista realizzata da Manuela Ratti