Amore, sentimenti… ogni persona decide di lasciarsi andare in maniera molto diversa.
C’è chi decide di vivere la propria relazione a pieno godendosi ogni momento accanto al proprio amato, e chi, invece, pensa che l’amore, sia un sentimento così meraviglioso e puro, che può essere sciupato vedendosi spesso. Per questo era molto comune l’amore epistolare in passato, cosa che in maniera diversa ritroviamo anche oggi. In passato erano molti di meno i mezzi di comunicazione, l’unico metodo erano infatti le lettere, nelle quali le persone in maniera più o meno poetica potevano esternare i loro sentimenti, nella maniera più limpida e sincera possibile.
Tanti i rapporti epistolari sviluppatisi nell’arco della storia, uno degli esempi più conosciuti è sicuramente quello di Franz Kafka e Milena Jesenská. I due si conobbero poiché Milena era incaricata alla traduzione delle poesie di Kafka, entrambi già legati sentimentalmente, ma ciò che li univa era troppo forte, il loro rapporto superava montagne, limiti ed ostacoli insormontabili, dal punto di vista strettamente letterario. Solo insieme riuscivano ad essere loro stessi senza la paura di essere giudicati, potevano parlare di tutto con la certezza che dall’altra parte sarebbero stati sicuramente capiti. Per Kafka Milena era la sua curatrice, la salvezza che gli impediva di pensare alla sua malattia e a quel mondo che lo circondava ma non sentiva suo, non gli apparteneva, lo stesso valeva per la stessa Milena, intrappolata in un amore che non provava. «Come il mare ama un sassolino sul fondo, proprio così il mio amore ti inonda», la loro stima, e il loro amore erano estremamente profondi, più forti di loro stessi, o almeno dell’autore, che viveva nella speranza di poter incontrare questa donna che in un lampo aveva cambiato la sua vita in una maniera così radicale, ma allo stesso tempo chiedeva di non raggiungerlo, per poter vivere costantemente nell’attesa del loro prossimo incontro. Dopo il loro incontro avvenuto a Praga il 14 agosto 1921 cambia qualcosa, infatti Kafka si rende conto che Milena non si separerà mai da suo marito, ma nonostante ciò continua a rileggere, le loro lettere, dove era racchiusa tutto il loro vissuto, la loro storia. «Amore è il fatto che tu sei per me il coltello con il quale frugo dentro me stesso». E’ questo il bello dell’amore, a volte, poiché l’unica persona che può farci toccare il cielo con un dito, è la stessa con la quale crolliamo e diventiamo fragili e vulnerabili, poiché siamo consapevoli che un amore del genere così grande, è un’occasione rara, e non va sprecata per nulla al mondo, con la persona che maggiormente conosce tutti i lati della nostra persona, e che ha saputo apprezzarli per tutto, e che ci dà allo stesso modo la spinta a poter crescere e migliorare, e farlo per la persona che si ama. I tempi cambiano, ma le cose almeno sotto questo punto di vista, molte volte rimangono le stesse. Tanti rapporti, anche oggi, nascono in una maniera epistolare, ma molto meno romantica. Molti di più sono i mezzi con i quali si può comunicare tra cui social network, telefono fisso e telefonino. Non vi è più quell’attesa di una lettera d’amore, l’ansia di poterla leggerla, di emozionarsi, di sentirsi desiderate, volute, per la prima volta, più che mai. Ciò che rimane molte volte è l’attesa che spesso però rimane fine a se stessa, senza evoluzioni, per la troppa paura, quella di potersi impegnare, quella che una distanza fisica non possa raggiungere un cuore, paure che non fanno crescere. Però ci sono occasioni in cui alla paura viene sostituita la parola coraggio, coraggio di agire, coraggio di rincorrere ciò che si desidera, coraggio di vivere una situazione, qualunque sia l’esito, si avrà il modo di aver vissuto, di essere consapevoli di aver fatto tutto quello che era in nostro potere affinché potesse funzionare, il coraggio di essere felici, il coraggio di raddoppiare la felicità condividendola con qualcuno che ai nostri occhi è straordinario, sapendo che non c’è nulla, assolutamente niente, di più bello al mondo in quel momento.
La vita è fatta anche di questo gesti, azioni, che valgono più di mille parole dette davanti ad uno schermo, di occhi che sorridono, di sguardi che sono pronti a vincere anche la più dura delle tempeste, di mani unite fino a che si vorrà.
Articolo realizzato da Manuela Ratti