L’America si allontana dalla scienza: un cambiamento preoccupante

La comunità scientifica internazionale sta vivendo un periodo di crescente preoccupazione. Negli Stati Uniti, sotto la guida della seconda amministrazione Trump, è stata lanciata un’offensiva sistematica contro le istituzioni scientifiche federali. Le misure adottate includono significativi tagli ai fondi, licenziamenti di massa nei centri di ricerca d’eccellenza e riduzioni drastiche di budget per programmi cruciali in settori come la salute, l’intelligenza artificiale, le scienze spaziali e la ricerca ambientale. Il messaggio è inequivocabile: meno sostegno statale, meno scienza e meno spazio per le voci degli esperti.

Il caso di Anthony Fauci

Un episodio emblematico di questa situazione è rappresentato dal dottor Anthony Fauci, figura di spicco nella lotta contro la pandemia. Recentemente, Fauci è stato privato della scorta federale per decisione diretta del presidente, un atto che sembra più una punizione simbolica che una misura basata su fatti concreti. Questa azione non colpisce solo Fauci, ma rappresenta un attacco diretto al volto pubblico della scienza, il quale ha sempre cercato di servire le istituzioni. In questo clima di incertezza, un numero sempre crescente di ricercatori sta considerando l’idea di lasciare gli Stati Uniti per cercare opportunità altrove.

Un’opportunità per l’Italia e l’Europa

Questa situazione offre un’opportunità storica per l’Italia e l’Europa. In un contesto globale dove la competizione si basa sulla conoscenza, dall’intelligenza artificiale alla biomedicina, passando per la fisica quantistica, accogliere scienziati in fuga dagli Stati Uniti rappresenta un investimento per il futuro. Le università e i centri di ricerca europei stanno già ricevendo richieste da scienziati desiderosi di trasferirsi, un’occasione per invertire la tendenza del “brain drain” che ha caratterizzato il nostro paese.

Tra il 2012 e il 2021, l’Italia ha visto l’emigrazione di oltre un milione di persone, con un aumento significativo di giovani altamente qualificati. Secondo il rapporto ISTAT 2023, più di 79.000 laureati italiani risiedono stabilmente all’estero, mentre i rientri sono sporadici. La Fondazione Nord Est ha stimato una perdita di capitale umano pari a 38 miliardi di euro, con conseguenze negative sulla capacità di innovazione delle imprese e sulla sostenibilità del debito pubblico.

Proposta di un’iniziativa europea

Per affrontare questa sfida, accanto al discusso programma “ReArm Europe“, sarebbe opportuno sviluppare un’iniziativa ambiziosa chiamata “ReBrain Europe“. Questa proposta si propone di sostenere una strategia di leadership scientifica per l’Europa, attirando i talenti scientifici in fuga dagli Stati Uniti, in un contesto politico che valorizzi la scienza e i suoi praticanti.

Mentre l’amministrazione Trump continua a ridurre i fondi, licenziando centinaia di scienziati impegnati nello studio del cambiamento climatico presso la NOAA e minacciando di tagliare del 50% i fondi per la ricerca spaziale della NASA nel 2026, l’Europa ha l’opportunità di fare esattamente il contrario. Le infrastrutture europee, come il programma Copernicus e altre iniziative dell’ESA e di EUSPA, offrono un contesto favorevole per accogliere scienziati esperti in meteorologia, gestione delle risorse naturali e protezione ambientale.

Settori chiave, come la medicina, l’intelligenza artificiale etica e la biologia molecolare, possono trarre vantaggio da questo afflusso di competenze. Le sfide contemporanee, come la transizione energetica e la prevenzione sanitaria, richiedono un forte impegno scientifico e tecnologico.

Costruire il futuro scientifico dell’Europa

L’Europa ha l’opportunità di riprendere in mano il proprio destino, cercando di invertire un trend che porta al declino. Non si tratta di un’affluenza di milioni di persone, ma di centinaia, forse migliaia, di professionisti altamente qualificati. Garantire le giuste condizioni, risorse e libertà di ricerca è essenziale per contribuire alla leadership scientifica nei prossimi vent’anni, avvalendosi dell’esperienza di chi proviene da un paese che ha rappresentato un faro nel settore.

Nel dopoguerra, l’Europa, nonostante le ferite, ha saputo attrarre menti brillanti e costruire istituzioni come il CERN, l’ESO e l’ESA. Oggi, con visione e determinazione, possiamo ripetere quell’impresa. Fondi europei come Horizon, ERC e Marie Curie possono essere adattati per sostenere questa iniziativa. In Italia, le procedure per le chiamate dirette di accademici e ricercatori senior offrono un’opportunità unica. Inoltre, sono previsti sgravi fiscali significativi per il settore universitario, strumenti che possono aiutare a costruire una strategia politica solida e a stimolare il sistema universitario e industriale ad accogliere i talenti in rientro.

Se gli Stati Uniti si allontanano dalla scienza, l’Europa deve aprire le sue porte, con intelligenza e ambizione, abbracciando l’idea che chi porta conoscenza, porta ricchezza e futuro.

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Gianni Losaco