Mercoledì 26 febbraio 2025, il docente Danilo Vittone ha condotto una conferenza presso l’Unitre di Cuorgnè, in occasione del centotrentesimo anniversario della nascita del cinema. Durante l’incontro, Vittone ha esplorato la storia italiana dal dopoguerra ad oggi attraverso l’analisi di otto opere cinematografiche che hanno segnato epoche e movimenti fondamentali.
La conferenza ha preso avvio con una delle scene più iconiche del neorealismo italiano, la sequenza finale di Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica. Questo movimento, emerso come risposta alla propaganda fascista e alle produzioni hollywoodiane, ha portato sul grande schermo la dura realtà del dopoguerra, caratterizzata da povertà e disoccupazione. La storia di Antonio, che perde il lavoro a causa del furto della sua bicicletta e, in un momento di disperazione, tenta di rubare a sua volta, rappresenta un’immagine potente di questo periodo, evidenziando la vulnerabilità umana di fronte alle avversità.
Successivamente, Vittone ha analizzato Le notti di Cabiria (1957) di Federico Fellini, interpretato dalla straordinaria Giulietta Masina. Il film narra le disavventure di Cabiria, una prostituta innocente e vulnerabile, segnata dalle ingiustizie della vita ma sempre pronta a rialzarsi. Il nome “Cabiria”, ispirato da Gabriele D’Annunzio per un film muto del 1914, simboleggia la resilienza e la capacità di rinascita di fronte alle difficoltà.
Il viaggio attraverso il cinema italiano è proseguito con La dolce vita (1960), sempre di Fellini e con Marcello Mastroianni protagonista. Questo film, composto da episodi apparentemente scollegati, offre un ritratto della Roma degli anni del miracolo economico, evidenziando temi di superficialità, decadenza e alienazione. La celebre scena finale sulla spiaggia, in cui il protagonista non riesce a comunicare con una ragazza, diventa una metafora di un’umanità in crisi.
Un’opera di grande intensità è Il Vangelo secondo Matteo (1964) di Pier Paolo Pasolini, che racconta la vita di Cristo con un approccio realistico e diretto. Girato nei Sassi di Matera e in altre località del sud Italia, il film si distingue per il suo forte realismo e l’uso evocativo della colonna sonora, con brani di Bach e Mozart. Questa pellicola rappresenta un tentativo di restituire la sacralità e la profondità del messaggio cristiano.
Nel 1964, Deserto rosso di Michelangelo Antonioni, con Monica Vitti, esplora l’alienazione della vita moderna. Ambientato nella grigia e industrializzata Ravenna, il film racconta la crisi esistenziale della protagonista, il cui cappotto verde simboleggia un desiderio di connessione con la natura, in netto contrasto con il degrado che la circonda.
Il cinema italiano si affaccia al panorama internazionale con Zabriskie Point (1970) di Antonioni, un’opera visivamente potente che narra la ribellione giovanile negli Stati Uniti. La storia segue Mark, un giovane studente che, dopo essere coinvolto nella morte di un poliziotto, fugge nel deserto. Il finale esplosivo diventa un simbolo della lotta contro un sistema oppressivo.
Nel 1988, Giuseppe Tornatore presenta Nuovo Cinema Paradiso, con Jacques Perrin. Questo film è un tributo alla magia del cinema e alla sua capacità di conservare la memoria collettiva. La storia di Totò, un regista che torna nel suo paese per riscoprire il cinema della sua infanzia, è un inno alla settima arte e al suo potere evocativo, culminando in una sequenza finale toccante che esplora la censura e la libertà espressiva.
Più recente, Buongiorno, notte (2003) di Marco Bellocchio, con Maya Sansa e Roberto Herlitzka, offre uno sguardo profondo sugli anni di piombo attraverso gli occhi di Chiara, una brigatista coinvolta nel rapimento di Aldo Moro. Il film si distingue per la sua introspezione e per l’uso di elementi onirici, che riflettono sulla memoria e sulla complessità della storia.
La conferenza si è chiusa con Io capitano (2023) di Matteo Garrone, con Seydou Sarr e Moustapha Fall. Questo film narra il drammatico viaggio di due giovani senegalesi alla ricerca di una vita migliore, affrontando innumerevoli pericoli lungo il cammino. Una volta giunto in Italia, il protagonista si rende conto che la vera sfida è appena iniziata.
Attraverso l’analisi di questi otto film, Danilo Vittone ha illustrato come il cinema non sia solo un’arte, ma anche un potente strumento per comprendere la storia e le trasformazioni della società. Dalla sua nascita nel 1895 con i fratelli Lumière, il cinema continua a essere una finestra sul mondo, capace di narrare il passato e illuminare il futuro.