La NASA ha recentemente presentato un innovativo prototipo, il quale potrebbe rivoluzionare le prossime missioni spaziali.
Negli ultimi anni è ritornata la corsa allo Spazio, ma questa volta gli Stati Uniti hanno come avversario la potentissima e temibile Cina, anziché l’Unione Sovietica dei tempi della Guerra Fredda. Oggi, il gigante asiatico sta infatti viaggiando ad altissima velocità verso la Luna, Marte e l’intero Sistema Solare. Il suo programma spaziale, che è estremamente ambizioso, prevede addirittura l’atterraggio dei primi astronauti cinesi sulla Luna entro il 2030 e quello su Marte negli anni 30. E non solo: la nuova superpotenza asiatica, assieme alla sua alleata Russia, intende inoltre costruire una base umana direttamente sul suolo lunare e marziano, battendo sul tempo gli americani e gli europei.
La NASA ha però recentemente presentato un’innovativa invenzione, le cui potenzialità potrebbero rivoluzionare il prossimo decennio e le future scoperte nel settore astronomico. Cerchiamo allora di capire di cosa si tratta.
Il nuovo prototipo presentato dalla NASA
La NASA ha presentato per la prima volta il prototipo a grandezza naturale di uno dei sei telescopi che inserirà nell’ambiziosa missione LISA (Laser Interferometer Space Antenna) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Per la precisione, si tratta di un innovativo osservatorio spaziale, che nel prossimo decennio consentirà agli astrofisici di rilevare le famose onde gravitazionali. Queste ultime sono sostanzialmente delle increspature (o delle onde) che si formano nello spazio-tempo e si propagano in modo ondulatorio. Possiamo paragonarle alle piccole onde del mare che si generano subito dopo il passaggio di un motoscafo o di una nave e, successivamente – come vi sarà capitato di vedere durante le vacanze – si propagano fino alla riva facendo oscillare tutto ciò che incontrano. Questo particolare fenomeno, che tutti hanno osservato almeno una volta nella vita, si verifica anche nello Spazio attraverso le cosiddette onde gravitazionali.
In questo caso, però, le onde vengono solitamente generate dalla collisione di buchi neri. La gigantesca fusione (o collisione) scatena poi una perturbazione che si propaga nell’universo sotto forma di onde, le quali possono giungere anche nel nostro Sistema Solare. La missione LISA, guidata dall’ESA, ha quindi l’obiettivo di rilevare queste impercettibili onde gravitazionali, che a volte fanno oscillare persino la Terra come se fosse una barca investita dalle onde. Come farà allora LISA a rilevarle? Innanzitutto, si tratta di una missione che partirà nel 2035. In secondo luogo, porterà nello Spazio (precisamente nell’orbita eliocentrica) tre satelliti gemelli che si posizioneranno in modo da formare un triangolo equilatero: ogni satellite occuperà quindi i tre vertici del triangolo. Questa sorprendente “costellazione di satelliti” si muoverà in sincronia attorno al Sole a circa 50 milioni di chilometri dalla Terra.
Ciò che permetterà però di rilevare le onde gravitazionali sono i raggi laser, che ogni satellite proietterà verso il suo gemello con l’aiuto di uno specchio rivestito in oro. In altre parole, i tre satelliti saranno i vertici del triangolo, mentre i fasci laser diventeranno i lati della figura geometrica (ogni lato del “triangolo” misurerà 2,5 milioni di chilometri). Ciò significa che se le onde gravitazionali attraversassero i satelliti LISA, i fasci laser inizierebbero ad oscillare lentamente (per la precisione, si accorcerebbero e si allungherebbero per il passaggio dell’onda). Di conseguenza, il “triangolo” subirebbe un’oscillazione, causata appunto dalle onde gravitazionali.
Per quanto riguarda i 6 telescopi forniti dalla NASA, il primo è già arrivato al Goddard Space Flight Center dell’agenzia spaziale americana. Il piano prevede di inserirli a coppia all’interno dei tre satelliti LISA, con lo scopo di migliorare la trasmissione e la ricezione dei fasci laser. L’articolo ufficiale pubblicato dalla NASA potete leggerlo QUI.