La maggioranza del Comune ritira l’emendamento contro l’acquisto dei cinema Astoria e Golden

Le forze di opposizione del Consiglio comunale di Palermo hanno costretto la maggioranza a ritirare un emendamento al Documento unico di programmazione (Dup), impedendo così all’Amministrazione di procedere con l’acquisto di due locali privati, il cinema Astoria e il teatro Golden. I consiglieri di minoranza hanno descritto questa operazione come “opaca e priva di strategia”, evidenziando l’assenza di una valutazione tecnica adeguata e di reali benefici per la collettività. In risposta a questa situazione, è stata avviata la preparazione di un esposto alla Procura, con l’intento di fare chiarezza su una vicenda che richiede attenzione e verifiche approfondite.

Il contesto della vendita

Il cinema Astoria e il teatro Golden sono stati al centro di accesi dibattiti politici. I consiglieri del Partito Democratico, tra cui Rosario Arcoleo, Mariangela Di Gangi, Teresa Piccione e Fabio Teresi, insieme ai rappresentanti del Movimento 5 Stelle, Antonino Randazzo, Concetta Amella e Giuseppe Miceli, hanno espresso forti critiche nei confronti dell’Amministrazione. Hanno sottolineato che un Comune in piano di riequilibrio, già in difficoltà nella gestione del proprio patrimonio immobiliare e con spazi pubblici per la cultura abbandonati, non può permettersi operazioni di questo tipo.

In particolare, i consiglieri hanno messo in evidenza come i teatri Garibaldi e Montevergini siano stati trascurati, mentre il Politeama versa in condizioni critiche. Il Teatro Massimo, uno dei simboli della cultura palermitana, presenta impianti addirittura sulla piazza. Invece di valorizzare ciò che già esiste, l’Amministrazione ha tentato di acquistare due cinema da un privato, senza condividere il processo decisionale e senza garantire la trasparenza necessaria.

Le proposte dell’opposizione

L’opposizione ha ribadito l’importanza di un cambio di strategia, proponendo di valorizzare il patrimonio comunale esistente e di investire prioritariamente in scuole e strutture pubbliche. Attualmente, il Comune spende quasi 4 milioni di euro l’anno per affitti a privati per spazi scolastici che spesso risultano inadeguati. I consiglieri hanno affermato che non servono operazioni improvvisate e costose, ma strategie concrete per rinvigorire i teatri e i cinema cittadini, sia pubblici che privati, al fine di sostenere anche l’imprenditoria culturale locale.

La situazione attuale solleva interrogativi sulla direzione futura della cultura a Palermo e sull’impatto delle decisioni politiche sulla vita culturale della città. Con l’opposizione che chiede maggiore attenzione e trasparenza, il dibattito su come gestire il patrimonio culturale di Palermo è destinato a continuare. La necessità di un approccio più strategico e responsabile è diventata una priorità per molti consiglieri, che sperano di vedere un cambiamento significativo nella gestione delle risorse culturali della città.

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Maria Marisi