In una parte completamente opposta del cosmo, su un castello portatore di orrore e paure, un cigno nero volava.. Solo fuoco nei suoi occhi, solo inferno, solo divenire mortale improvvisamente; tra quel fuoco, tra quell’inferno, il cigno nero volava.. Volava attorniato di polvere, attorniato di cenere, attorniato da quel fuoco che lo rendeva cattivo.. Non conosceva il cielo, il cigno nero.. Solo terre forti, la cui debolezza svaniva bruciata dal fuoco, e diveniva merce gettata in un mare privo di acqua.
Il cigno bianco era cielo..
Il cigno nero era Terra…
Entrambi volavano.
Volavano mentre vite, a volte forti, a volte deboli, non avevano ancora il coraggio di compiere una scelta la cui intensità era paragonata alla vita così come alla morte. Sarebbe stata una scelta difficile per ogni essere umano, per ogni anima in bilico tra cielo e Terra, tra aria e fuoco.
La vita era bilico.
La vita era scelta.
Intanto, immerso in eternità fiorite come boccioli in primavera, in un laghetto portatore di sogni ed emozioni, un cigno bianco volava.
Odette era il suo nome.
Emblema del balletto classico, questa storia narra di un cigno e di un lago, narra di un amore divenuto vita troppo presto, un amore in bilico tra cielo e Terra, un amore che non aveva la forza di abbandonarsi a tutto e tutti.
E’ la storia de “Il Lago dei Cigni”.
Una storia che ha inizio con la venuta di una festa nel giardino del castello di un importante regno, in onore del principe Siegfried per il raggiungimento della maggiore età. Il principe non ha amori, non ha donne a cui dedicare la sua vita, non ne hai mai avute; la madre decide così che è arrivato il momento di conoscere una ragazza che gli avrebbe portato figli e felicità. Per questo, la donna invita alcune ragazze al ballo, con la speranza che il principe possa finalmente scegliere. Ma non è così. Siegfried resta solo, in un angolo; solo pensieri attorniano la sua mente, solo indecisioni, solo paure. Tutto questo gli ruota attorno fin quando, affacciato alla finestra del castello, non vede in lontananza un meraviglioso cigno bianco. Egli resta estasiato da quella visione, convinto che non ci possa essere nulla di più bello; viene immediatamente preso dal desiderio di cacciare e corre nel bosco.
Mentre si allontana dal castello, ogni sua sensazione si specchia nelle acque silenziose del lago e, improvvisamente, appare in quello specchio il cigno bianco. Il Sole inizia a calare, il giorno a svanire, dando spazio a una nuova notte, a un nuovo tramonto. Sembra che il mondo si sia fermato, sembra che la luce abbia illuminato il cigno e abbia compiuto un miracolo. Esso inizia a trasformarsi in una splendida e pura fanciulla, e tutto intorno a lui diviene eterna metamorfosi. Compare così Odette, la ragazza più bella che Siegfried avesse mai visto. Nasce l’amore, quell’amore puro di un cigno verso un uomo. Odette gli racconta il mistero: la fanciulla è stata trasformata in cigno da Rothbart, genio del male perché convinto che la ragazza avrebbe potuto conquistare il suo regno; solo di notte e in quel luogo, ella può riprendere le sembianze umane originali. Siegfried, emblema della piena gioventù, vuole affrontare il malefico Rothbart per sconfiggerlo, ma Odette gli spiega che per rompere l’incantesimo vi è una sola strada: l’amore di un giovane verso la fanciulla che non abbia mai promesso il suo cuore a nessun’altra.
Siegfried, conquistato dalla bellezza di Odette e dalla tristezza delle sue parole, le confessa il suo sentimento verso di lei e la invita il giorno successivo al ballo per presentarla alla regina madre come propria fidanzata. I due giovani restano accanto al lago fino all’alba, con amori nati come fiori in primavera. I due giovani restano insieme, senza accorgersi che, nascosto nel folto degli alberi, Rothbart ha assistito a tutta la scena e sta tramando un piano per ingannarli. Quando il principe va via, egli trasforma nuovamente la fanciulla in cigno.
Il giorno dopo, gli ospiti al ballo arrivano nella grande sala del castello per la presentazione a Siegfried delle ragazze fra cui scegliere la fidanzata. Siegfried le rifiuta tutte, convinto che Odette sia l’unica fanciulla in grado di renderlo felice. Improvvisamente, annunciato da uno squillo di trombe, fa la sua apparizione un ospite misterioso in compagnia di una fanciulla vestita di nero, una fanciulla che ha l’aspetto di Odette. In realtà, èOdile, la figlia di Rothbart. Il principe, convinto di vedere Odette, danza con lei per tutta la sera. Con sguardi ammaliatori, Odile convince Siegfried di essere lei il cigno bianco di cui si è innamorato. Il giovane principe cade nel tranello e presenta Odile alla regina madre come sua futura sposa, promettendole il suo cuore per sempre. L’incantesimo non avrebbe mai potuto sciogliersi; il cigno bianco è destinato alla morte. Rothbart svela così al principe la vera natura di Odile, cigno nero. Siegfried, resosi conto dell’inganno, corre verso il lago. Odette, addolorata dal tradimento del principe, perde ogni speranza di poter riprendere sembianze umane. Disperato e dopo una lunga corsa, Siegfried la raggiunge e le ribadisce il suo amore verso di lei, raccontandole il tranello di cui è stato vittima. Nasce così l’amore, quell’amore puro di un cigno verso un uomo. E’ l’amore di Odette che la salva. E’ l’amore che salva. Tra le rovine, compare il malefico Rothbart, che provoca una furiosa tempesta nel tentativo di separarli. Non ci riesce. La magia si disperde. L’amore vince.
L’alba compare, i primi raggi del Sole danno il benvenuto a un nuovo giorno e il lago diviene specchio per quelle anime in cerca di vite da conoscere. Odette resta fanciulla, e i due giovani conquistano finalmente la felicità, una felicità fatta di lotte tra cielo e Terra, tra fuoco e aria.
Il cigno bianco era cielo..
Il cigno nero era Terra…
Entrambi volavano.
Volavano mentre vite, a volte forti, a volte deboli, non avevano ancora il coraggio di compiere una scelta la cui intensità era paragonata alla vita così come alla morte. Sarebbe stata una scelta difficile per ogni essere umano, per ogni anima in bilico tra cielo e Terra, tra aria e fuoco.
La vita era bilico.
La vita era scelta.
Era scelta, mentre cigni bianchi ci trasformavano in angeli.
Era scelta, mentre cigni neri ci trasformavano in demoni.
Ed era difficile capire da che parte andare, era difficile diventare sé stessi.
Tutto risulta talmente impossibile, fin quando.. soli, in un angolo, mentre pensieri attorniano la nostra mente, con indecisioni e paure, affacciati alla finestra di un castello portatore di orrore, non vediamo in lontananza un meraviglioso cigno bianco, che vola immerso in eternità fiorite come boccioli in primavera, in un laghetto portatore di sogni ed emozioni.. e tra la purezza di anime in cerca di sensazioni, tra l’innocenza di spiriti forti nella loro debolezza, vola leggiadro, il cigno bianco.. Vola attorniato di vento, attorniato di luce, attorniato da quell’aria che lo rende speciale e, in momenti divenuti attimi, rapisce immensità per renderle terrene, per renderle umane. E’ cielo, il cigno bianco.. E’ cielo che discende come angelo invisibile, è cielo unito a terre sempre più deboli, in bilico tra emozioni provate e sensazioni non volute. In bilico tra Cielo e Terra, il cigno bianco, nella sua trasparenza, è eterno, è essere vita prima ancora di conoscerla davvero.
E’ essere amore.
Amore che vince, amore che lotta, amore che salva.
Articolo realizzato da Stefania Meneghella