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La rivista scientifica di riferimento, Nature, ha lanciato un appello alla comunità scientifica internazionale per contrastare il “colpo senza precedenti” inflitto alla ricerca dal governo dell’ex presidente Donald Trump. In un editoriale particolarmente incisivo, si sottolineano le restrizioni che hanno preso piede, definite come “orwelliane”, tra cui il divieto di condurre studi che facciano riferimento a termini legati a sesso, genere, razza e disabilità. L’editoriale evidenzia il grave impatto che tali misure hanno avuto sull’attività di ricerca negli Stati Uniti, esortando la comunità globale a prendere una posizione ferma.
Preoccupazioni della comunità scientifica
A febbraio, la rivista medica Lancet aveva già sollevato preoccupazioni riguardo al “caos americano” in ambito scientifico. La situazione preoccupa in modo particolare le pubblicazioni di settore negli Stati Uniti. Recentemente, Science, edita dall’American Association for the Advancement of Science, ha avvertito che “numerosi scienziati si trovano in una situazione di incertezza” all’interno di migliaia di istituzioni accademiche e agenzie non governative che dipendono da sovvenzioni federali per la loro ricerca. Questo stato di cose è il risultato di una serie di ordini esecutivi emessi da Trump, mirati a combattere quella che lui stesso definisce “ideologia di genere woke”.
Proteste e mobilitazione collettiva
A fronte di finanziamenti congelati, licenziamenti in massa e interruzione di database di ricerca, la rivista Scientific American ha intervistato alcuni dei ricercatori che stanno organizzando eventi di protesta, denominati “Stand Up for Science” (In difesa della scienza), programmati per il 7 marzo 2025 in tutto il territorio statunitense. Un partecipante ha dichiarato che “i finanziamenti scientifici sono cruciali per il progresso americano”, sottolineando come tali investimenti siano più significativi rispetto alle spese militari. La situazione non è limitata agli Stati Uniti, ma ha ripercussioni a livello globale, evidenziando la necessità di una mobilitazione collettiva per la salvaguardia della ricerca scientifica.