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Lasciamo la parola a Kledi Kadiu, con l’augurio più grande di proseguire in questo meraviglioso percorso.
D: Come nasce la passione per la danza?
R: Nasce per caso, dato che vivevo di fronte al teatro dell’opera di Tirana e, durante le mie passeggiate, vedevo le locandine degli spettacoli teatrali. Sin da bambino, non appena sentivo la musica iniziavo ad improvvisare.
D: Cosa ricordi del momento in cui per la prima volta sei arrivato in Italia? Come credi sia cambiata la tua vita da allora?
R: La mia vita è cambiata già quando ero a Tirana quando, non appena diplomato all’Accademia, ho lavorato come solista al teatro; è stata la realizzazione di tanti sacrifici fatti. La scuola era gratuita ma vi erano i migliori maestri di produzione. Da lì è cambiata la mia vita, in Italia ero già formato dal mio percorso accademico. E’ cambiato il paese quindi le abitudini, la lingua, il modo di approcciarsi con le persone, ma è sempre stata una risalita, la normalità per chi si trasferisce da una nazione all’altra.
D: Quali erano le tue aspettative iniziali sul mondo della danza?
R: Di nascere e crescere in un paese in cui vi era la priorità per l’arte, lo spettacolo e lo sport. Sin dall’inizio sapevamo cosa da grandi saremmo diventati, dopo il percorso accademico di 8 anni. Le aspettative sono quelle che poi si sono concretizzate, c’era chi si fermava e chi come me durante il percorso è andato avanti, e già sapevo che avrei avuto un posto nella danza; era tutto prestabilito.
D: Hai avuto modo di sperimentare sia il mondo del teatro che della televisione. Quali sono le esperienze che hai preferito realizzare?
R: Con il teatro c’è un contatto diretto con il pubblico; la televisione è invece un mezzo di divulgazione forte di messaggi e pubblicità. Sono due mondi diversi ma fatti con la stessa serietà, portano a immense soddisfazioni. L’importante è fare bene ciò che piace, a prescindere dal contesto che può essere anche più ristretto.
D: Hai lavorato al talent “Amici di Maria De Filippi”, sia come docente che come danzatore professionista. Quali sono le differenze che hai riscontrato in questi due ruoli?
R: Sono ruoli totalmente diversi, quello di essere un performer e quello di essere un docente. Due belle esperienze entrambe, con un bagaglio artistico acquisito durante gli anni anche teatrali che ho unito a questo percorso. Credo che la danza trasmetta valori importanti per crescere in maniera sana e positiva: la disciplina, l’educazione, il rispetto, l’impegno, il sacrificio, la forza di volontà, la determinazione sono caratteristiche che formano una persona nel suo bagaglio tecnico che fortificano il carattere.
D: Quali sono le lezioni più importanti che un ballerino alle prime armi deve imparare? Quali sono i valori cardine che vorresti trasmettere loro?
R: L’importante è impegnarsi e studiare con serietà; da lì possono giungere il successo e tutto ciò che ne deriva. È giusto avere una passione e viverla con divertimento in tutti gli ambiti, senza farla diventare necessariamente una professione. Credo che le persone attratte dal mondo dello spettacolo sono illuse da un mondo mediatico dove tutto si può ottenere senza sforzi. I ragazzi dovrebbero capire che bisogna essere affamati di conoscenza ed essere curiosi; ciò li può aiutare nel loro percorso di vita quotidiana. La professione di danzatore è molto difficile, c’è tanto lavoro dietro una singola esibizione, si migliora sempre, nonostante i grandi risultati. E’ molto complesso il meccanismo di un’artista.
D: Hai avuto modo di lavorare anche al cinema. E’ un’esperienza che ti piacerebbe rifare?
R: No, sono tutte esperienze dovute al successo, situazioni di passaggio. Ho investito una vita intera sulla danza, e non potrei mettermi al pari di chi ha studiato in un altro contesto. Dipende sempre dal tipo della richiesta e quindi del mio ruolo.
D: Se dovessi fare un bilancio della tua carriera quale sarebbe?
R: Il bilancio è molto positivo, ho fatto cose che non avrei mai immaginato. Ho avuto persone che hanno creduto in me e nel mio talento, ma ci sono anche momenti nelpercorso in cui ci sono persone che ti danno fiducia, e questo dipende anche da come ci si comporta. Credo che il successo sia dovuto a vari fattori, non solo al talento e alla bravura.
D: Quali sono i tuoi futuri progetti?
R: Adesso stiamo facendo il casting per la nuova stagione di “Amici” e ho la mia scuola di danza dal 2003 a Roma, che stiamo progettando di ingrandire. Per il resto dedico il mio tempo alla famiglia a mia moglie e mia figlia, e voglio rilassarmi con loro in vacanza, magari scoprendo posti nuovi e diversi.
Ringraziamo Kledi Kadiu per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e a sorprendersi.
Recensione a cura di Stefania Meneghella
Intervista realizzata da Manuela Ratti